Ecco il "jobs act" delle partite iva

Nuove regole per lavoratori autonomi e professionisti. Una sorta di rete di protezione che attutisce salti nel vuoto di fronte a una maternità o in caso di disoccupazione. Qualcuno parla di Jobs act delle partite iva, in grado di abbracciare oltre due milioni di italiani, attualmente privi delle protezioni tipiche del lavoro dipendente.

Ecco il "jobs act" delle partite iva

Nuove regole per lavoratori autonomi e professionisti.
Una sorta di rete di protezione che attutisce salti nel vuoto di fronte a una maternità o in caso di disoccupazione. Un provvedimento che scaturisce dopo 15 mesi dal via libera del consiglio dei ministri, finalmente approvato in terza lettura dal Senato il 9 maggio – con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 45 astenuti – e coperto con un fondo ad hoc previsto nella legge di stabilità 2016, che da quest’anno stanzia una somma pari a 50 milioni di euro.

Qualcuno parla di Jobs act delle partite iva, in grado di abbracciare oltre due milioni di italiani, attualmente privi delle protezioni tipiche del lavoro dipendente.

Due sono i pilastri fondamentali su cui poggia questo disegno di legge: da un lato l’individuazione dei rapporti di lavoro autonomo e l’istituzione della Dis-Coll (indennità di disoccupazione) per i collaboratori coordinati e continuativi, dall’altro lo “smart working”.

Le principali novità

Novità importanti riguardano, anzitutto, la possibilità per i professionisti – organizzati in ordini e collegi – di compiere alcuni atti pubblici, come, a titolo d’esempio, certificazioni o autentiche.
È data inoltre la facoltà alle casse previdenziali private di erogare delle prestazioni sociali per il supporto in caso di perdita del lavoro o malattia.
La legge introduce poi la modifica delle disposizioni in essere in materia di sicurezza e salute, con l’applicazione delle norme presenti nel lavoro subordinato agli studi professionali.

Ma è proprio sulla maternità che è stato fatto un passo decisamente in avanti, visto che non comporterà l’estinzione del rapporto lavorativo: anzi, lo stesso potrà essere congelato, al massimo per 150 giorni. Il congedo parentale viene esteso fino a sei mesi, da usufruire entro i tre anni dalla nascita del figlio. In più, la lavoratrice potrà concordare con il committente di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali.
Tutele e garanzie interesseranno anche altri ambiti: dall’impossibilità di saldare le fatture oltre i 60 giorni, alla deducibilità delle spese per corsi di aggiornamento professionale e orientamento fino a 10 mila euro.

Passando al secondo pilastro, sono disciplinate le regole relative allo “smart working”, ossia il lavoro agile, che, alla luce dei dati offerti dall’Osservatorio smart working della School of management del Politecnico di Milano, interessa 250 mila lavoratori,vale a dire circa il 7 per cento del totale di impiegati, quadri e dirigenti, ed è già in uso nel 30 per cento delle grandi imprese.

Si tratta di un contratto scritto tra le parti, a tempo determinato o indeterminato, grazie al quale si potrà lavorare in parte presso i locali dell'azienda, in parte in altri ambienti. Un ottimo strumento per aumentare la competitività ed agevolare la conciliazione vita-lavoro, anche se rimangono da chiarire adeguati e discreti mezzi di controllo a distanza.

Ne deriva, in sostanza, un testo da molto tempo atteso nel mondo delle partite iva, in grado di sanare in buona parte le distanze, in termini di tutele, diritti e dignità, tra lavoro subordinato ed autonomo.

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