Il lavoro e la morte. La strage del 2015

È una vera e propria strage che a fine anno prende forme e contenuti di un massacro. Una tragedia, quella fotografata dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega engineering di Mestre sulla base dei dati Inail, che racconta di 1172 vittime registrate sul lavoro da gennaio a dicembre 2015 e che fa registrare un’inquietante media di 98 infortuni mortali al mese (24 alla settimana e più di tre al giorno). 

Il lavoro e la morte. La strage del 2015

Uno scenario che diventa ancor più drammatico nel confronto con il 2014, perché l’incremento della mortalità registrato è del 16 per cento (163 morti in più).
“Una sconfortante analisi degli infortuni mortali da Nord a Sud del Paese che nel 2014 ha coinvolto 1072 uomini e ben 100 donne – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega engineering – Madri, mogli, figlie che non ci sono più. E che, magari, con una politica più sensibile ed attenta alla sicurezza sul lavoro avrebbero potuto continuare la loro vita accanto ai propri figli, mariti o genitori. Per non parlare di quei 1.072 uomini che hanno perso la vita al lavoro e le cui famiglie, forse, vivevano grazie a quell’unico reddito del proprio caro deceduto. È una situazione inquietante a cui il governo deve assolutamente ed urgentemente mettere la parola fine”.

La mappa dell'Italia
Anche a conclusione del 2015, è la Lombardia ad indossare la maglia nera con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (124 decessi); seguono: la Campania (87), la Toscana (79), il Lazio (76), il Veneto (71); l’Emilia Romagna (69), il Piemonte (66), la Sicilia (62), la Puglia (57). L’indice di rischio più elevato rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato in Molise (110,6) contro una media nazionale di 39,2. Seguono Umbria (61,4) e Basilicata (61,1).

I settori con più incidenti mortali
Il settore più colpito dalle morti sul lavoro è quello delle costruzioni con 132 vittime pari al 15 per cento del totale degli infortuni mortali sul lavoro, seguito dalle attività manifatturiere (109 decessi) e dal trasporto e magazzinaggio (91). Più della metà delle vittime rilevate in occasione di lavoro aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. (542 morti). Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 138 pari al 15,7 per cento del totale.

"Più controlli e pene certe"
“Appellarsi al buon senso dei datori di lavoro e dei dipendenti, a volte, non è sufficiente per esorcizzare i pericoli in azienda – conclude Rossato – e allora diventa sempre più indispensabile invocare controlli più diffusi e severi e, senza alcun dubbio, pene certe e processi più veloci per gli evasori della sicurezza sul lavoro”.

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Parole chiave: Vega (1), incidenti sul lavoro (1), lavoro (188), morti bianche (3)
Fonte: Comunicato stampa