Di domenica in domenica: bella la comunità in festa

«Attenti, la parrocchia non è solo quella che vedete di domenica». Così ci ripeteva il rettore della mia formazione seminaristica, don Mario Morellato, quando si parlava delle prime esperienze pastorali festive negli anni di teologia.

Di domenica in domenica: bella la comunità in festa

Come a dire: ci sono sì gli impegni e gli aspetti di festa, ma allenatevi a considerare anche il complessivo vissuto quotidiano di incontri, catechesi, gruppi, patronato, relazioni tra persone, gestione delle strutture e dei conti…

Quindi, non fatevi abbagliare dalle luci e dai “pienoni” della domenica (erano gli anni Settanta del secolo scorso!) ma imparate la concretezza e ferialità della vita parrocchiale. L’antica lezione è utile anche oggi per i preti “pendolari eucaristici”, certo meno inesperti dei seminaristi d’un tempo, ma comunque tentati dal ridurre il rapporto con la comunità al presiedere l’assemblea festiva, magari “tamponando” qualche urgenza in altre occasioni.

Per la parzialità del servizio si rischia di non conoscere bene situazioni e persone (e di non farsi conoscere personalmente), ignorando le dinamiche profonde di una comunità, soprattutto quando restassero tracce, cicatrici o ferite del passato. Nessuno nutre dubbi, penso, sulla centralità costitutiva dell’eucaristia festiva, non solo come momento celebrativo fondante per i singoli e per la comunità (e qui ci risparmiamo tutta la relativa teologia, il fons et culmen, ecc…) ma anche come occasione di umanità e condivisione di vita.

Il celebre adagio “La chiesa fa l’eucaristia, l’eucaristia fa la chiesa” non può essere messo in discussione nemmeno nel terzo millennio, ma non dice tutto della vita comunitaria. Il giorno del Signore, con la celebrazione della messa al centro, è importante – oltre che per gli aspetti sacramentali e spirituali – anche perché aiuta a conoscere le persone, a tessere relazioni disinteressate e quindi libere, ad allargare la cerchia dei soliti volti noti e frequentati, a facilitare esperienze e iniziative nuove della comunità. Nell’incontro eucaristico festivo, con relative appendici di umanità, si fonda e si forgia la comunità, e insieme il senso di comunità cristiana, che è più dell’appartenenza paesana o campanilistica.

Le cosiddette “domeniche esemplari” vissute da qualche parrocchia possono raccontare belle storie a proposito; e forse s’avviano a farlo anche i percorsi di iniziazione cristiana, quando riescono a uscire dagli schemi strettamente contenutistici per arrivare a coinvolgere adulti e ragazzini in “assaggi” di fraternità. Resto convinto che è necessario ribadire questa centralità, non per abitudine o mera tradizione (e tanto meno con la spada di Damocle del “peccato”) ma per decisa, convinta, grintosa (ri)proposta a tutti.

Ma poi, oltre la domenica, cosa c’è? E adesso che la domenica è palesemente ansimante come capacità aggregativa dei cristiani, cosa ci si può aspettare? A me pare che lo sforzo pastorale necessario oggi sia collegare il più possibile celebrazione e vita, festa e giorni feriali, impegno pratico (gruppi operativi, sagra, sostegno alla scuola dell’infanzia, volontariato…) e respiro di preghiera, formazione e assemblea liturgica.

Un polo sostiene e illumina l’altro, non c’è alternativa: altrimenti si finisce nello spiritualismo più disincarnato o nell’operatività senz’anima. Senz’anima cristiana, per lo meno; magari non senza lo Spirito, che soffia come e dove vuole, ma senza i frutti di entusiasmo e carica che possono nascere soltanto da solide radici di fede e spiritualità. È di non molte domeniche fa il mio rammarico per un incontro di genitori impegnati nella catechesi organizzato in patronato “a prescindere” dalla messa festiva: nel senso che nessuno s’è poi visto… Si parla molto di comunità, anche oggi. E non sempre con idee e immagini condivise, con operatività delineate e perseguite coralmente. Si è spesso detto che ciascuno appartiene e dà apporto alla comunità secondo il suo “essere” prima che con il fare. A me pare certo che non può nascere o crescere nessuna comunità senza la comunione che l’eucaristia genera, sostiene, esalta. Anche in questo senso la domenica è per tutta la settimana, la festa per i giorni feriali, la messa per la vita.

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