Prima i veneti? Non per la Costituzione, né per il Vangelo

I giudici della Consulta: escludere dagli asili nido i figli di chi è arrivato da pochi anni viola il principio di uguaglianza e non tutela i diritti dell'infanzia

Prima i veneti? Non per la Costituzione, né per il Vangelo

Visti i tempi che corrono (a livello sociale, politico, economico), con velato ottimismo potremmo dire con i napoletani “Adda passà a nuttata”.

Meglio allora affidarsi a una filastrocca, che veniva mandata a memoria nei filò: “La filastrocca scacciapensieri, parla di oggi, parla di ieri, parla del tempo che va veloce, parla del fiume e che va alla foce! Viene la sera e vie e il giorno: il tempo vissuto non fa ritorno, la settimana è presto passata e la domenica è già arrivata. Passano i mesi e cambia stagione, cadon le foglie, occorre il maglione! Passano i mesi, il freddo è finito, l'albero spoglio è già rifiorito. L'anno che passa non ha importanza, se tu lo vivi con la speranza di preparare un mondo migliore dove la gente ragiona col cuore!”.

Se non si ragiona né con la testa né con il cuore, interviene la Costituzione italiana. È successo in Veneto, per una norma regionale che escludeva dagli asili nido i figli di chi non risiedeva in regione da almeno 15 anni. La Corte costituzionale ci ha messo un segno rosso, come fa un insegnante che dà un 4 per un compito fatto male, perché «viola il principio di uguaglianza sancito nell’articolo 3 della Costituzione e persegue un fine opposto a quello della tutela dell’infanzia garantito dall’articolo 31».

Lo slogan “prima i veneti”, dunque, sembra funzionare solo quando lo si pronuncia davanti a un bicchiere di vino.

Non funziona più quando si mette il naso fuori dall’osteria, e non funziona nemmeno per il Vangelo, dove i primi sono gli ultimi. Se poi si ritiene che leggere la Costituzione e il Vangelo sia troppo complicato, si prenda il breve romanzo La fattoria degli animali di George Orwell. Su un muro della fattoria era scritto che «tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». L’avevano scritto i maiali, e aveva portato a un mare di guai!

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