La chimica cresce, sui campi e nei piatti

Sappiamo cosa mangiamo? La pianura padano-veneta ha il record nazionale di pesticidi nell'acqua. Sono in aumento i quintali di fertilizzanti, disseccanti, diserbanti e fungicidi impiegati in agricoltura. Un lento avvelenamento.

La chimica cresce, sui campi e nei piatti

Sappiamo ormai con innegabile consapevolezza, che quello che produciamo, poi ce lo mangiamo e ci viene restituito nel piatto.

Così da una parte c’è chi sbandiera fino all’ossessione il futuro delle “denominazioni di qualità”, con tanto di filiera, promozione e vendita, fino a culminare nell’immancabile festa del prodotto tipico, di zona o paese che sia. Dall’altra ci sono i dati dell’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) a smorzare gli entusiasmi, assegnando alla pianura padano-veneta il poco invidiabile record nazionale di pesticidi nell’acqua, con ben 175 sostanze presenti. Un cocktail dagli effetti in gran parte sconosciuti, le cui sostanze si concentrano nella pianura padano-veneta in quanto area fortemente sfruttata.

La Regione Veneto cerca e monitora 115 sostanze, senza però considerare le sostanze immesse sul mercato negli ultimi anni. Buchi normativi, sversamenti e abusi di sostanze da parte degli stessi agricoltori che trovano sempre scappatoie per aggirare i regolamenti e libretti fitosanitari, mostrano come nel 69,3 per cento dei punti e nel 39,5 dei campioni investigati delle acque superficiali del Veneto, ci siano residui dannosi e pericolosi per la nostra salute: dalle atrazine ai Pfas, dalla terbutilazina ai clifosati e via elencando.

La novità? Nessuna! Altre recenti analisi, confermano che sono in aumento i quintali di fertilizzanti, disseccanti, diserbanti e fungicidi impiegati in agricoltura. Così, nonostante lo sbandierato aumento delle produzioni bio, in realtà, silenziosamente e con la complicità sospetta di molti, cresce l’utilizzo di pesticidi. Non solo non intendiamo capire, anche dopo il macro scandalo dei Pfas che coinvolge tre provincie.

Ma non vogliamo intendere il pesante rischio che tutti corriamo: dal più piccolo al più grande.

Aumentano gli sversamenti sui nostri campi, quegli stessi in cui si coltivano i prodotti tipici di cui ci facciamo scudo, credendo che questi ci salveranno dalla peggiore delle morti: per lento avvelenamento e stupidità dilagante.

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