Cos’è che dà spina dorsale a una parrocchia?

Ci sono progetti, in parrocchia, che nascono dai “gusti” del nuovo parroco e, se cambia, muoiono. Altri invece...

Cos’è che dà spina dorsale a una parrocchia?

Il mese scorso terminavo il mio contributo parlando delle “strutture” che servono. Provo a riprendere l’idea a partire da un racconto verosimile e una considerazione.

Parrocchia in una qualche parte del mondo: il don e la commissione di laici avevano lavorato un anno intero a capire che proposta fare per gli adulti e dopo decine di riunioni, centinaia di pagine lette, migliaia di preghiere, erano arrivati a una proposta strutturata: una settimana di “missione” porta a porta, messa finale in quartiere, proposta di un gruppo biblico quindicinale; individuati gli animatori, pensati e messi in ordine contenuti, libretti, metodo (vedere-giudicare- agire-celebrare), valutata la sostenibilità nel tempo, la durata (3-4 anni massimo per gruppo), ipotizzato il “poi”. L’esperienza era partita con cinque gruppi il primo anno, quattro il secondo… per coinvolgere nel giro di 6-8 anni i trenta quartieretti della parrocchia.

Il terzo anno era cambiato il don e quello nuovo non sentiva “suo” il progetto di formazione per adulti del predecessore. La commissione, portati avanti gli otto gruppi (uno si era perso nel cammino), obbediente al nuovo prete (!), non aveva insistito... e in un paio d’anni si era spenta la spinta e la motivazione ed era morto tutto.

Ciò che non era assolutamente cambiato era la catechesi per ragazzi, gli incontri del movimento Tal dei tali, le Messe e la festa della parrocchia. La catechesi è una “struttura pastorale”: ci sono dei testi di riferimento (contenuti), un metodo e una formazione per catechisti/e, delle indicazioni diocesane (quanti anni, da che età, che passaggi fare...). Se cambia il sacerdote la catechesi continua lo stesso! Un movimento ha metodi, obiettivi, spesso un linguaggio, uno stile molto chiaro e continua a prescindere dai cambi...

Così anche un coro, un gruppo Caritas... Anche l’Azione Cattolica era (è?) una struttura addirittura con statuto e regolamento proprio.

Il progetto di formazione degli adulti attraverso gruppi biblici del mio racconto iniziale avrebbe potuto diventare struttura pastorale, ma han prevalso i “gusti”, la sensibilità, le capacità o incapacità del nuovo arrivato che ha fatto pesare la sua condizione di autorità.

Più che le strutture murarie (chiesa, centro parrocchiale, scuola dell’infanzia, canonica, campi sportivi...) sono interessanti le strutture organizzative e formative. Potremmo non avere i luoghi, ma avremmo proposte strutturate. Non sono un assoluto, ma servono a dare continuità, a trasmettere ad altri modi di fare scelti come importanti.

Non credo si possa basare la pastorale sulle intuizioni o iniziative sporadiche portate avanti in modo “carismatico” da uno o più “guru”. Senz’altro ci saranno dei talenti che questo o quel sacerdote, catechista, animatore di comunità porterà avanti, ma le iniziative non dipenderanno dai gusti momentanei di uno o dell’altro, piuttosto obbediranno a esigenze della comunità.

Forse sto usando impropriamente il concetto di “struttura pastorale”, non sono né sociologo, né pastoralista. Cerco di essere parroco e capire cosa dà solidità nel tempo a una parrocchia (up).

Le “strutture” che servono e danno spina dorsale a una parrocchia (up) penso siano: organismi di comunione; “strutture formative” (catechesi per ragazzi e proposte strutturate – valga la ridondanza! – per giovani e soprattutto adulti); strutture di carità (gruppi Caritas) e di annuncio.

Dovremmo poi, credo, inventarci “strutture di comunione”: comitato cappuccino dopo messa, o comitato accoglienza facce nuove!

C’è un altro elemento di riflessione: alcune cose dovranno discernerle e portarle avanti in loco i consigli pastorali in ciascuna comunità, ma altre cose dovrebbero essere comuni, cioè scelte insieme e portate avanti nel tempo e nello spazio (non è possibile che la parrocchia vicina faccia come le pare). Faccio un esempio che mi sta a cuore: l’Azione cattolica è una proposta di corresponsabilità e grande protagonismo dei laici (in presidenza il sacerdote assistente ha diritto di parola ma non di voto!), ha una struttura di formazione (addirittura “seminario per il laicato”) straordinaria se vissuta... bene. Ci investiamo tempo ed energie per rifondarne la presenza o no? È una scelta che dipende dal parroco, da quel consiglio pastorale parrocchiale o dalla intera Chiesa locale? E così per molti temi: iniziazione cristiana, la presenza di un movimento...

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