Facciamo politica, prima e dopo il voto

Si chiude questa settimana il nostro viaggio tra i programmi elettorali. Torna intanto rinnovato l’appuntamento con Tonioloricerca.

Facciamo politica, prima e dopo il voto

Con l’ultimo approfondimento dedicato alle politiche familiari, si conclude il nostro viaggio nei programmi elettorali dei partiti. Ci siamo occupati di fisco, perché da una equa compartecipazione di ogni cittadino passa la sostenibilità della spesa pubblica; di Europa, come orizzonte ideale in cui si situiamo ma anche come giudice di ultima istanza della credibilità di tante promesse; di lavoro, che è questione cruciale non solo quando manca ma anche in termini di qualità e stabilità; e, infine, di famiglia, pilastro insostituibile della società ma sempre trascurata alla prova dei fatti.

Certo, i programmi sono tutti belli. Che poi si traducano in leggi e stanziamenti dipende da molti fattori, e va detto onestamente che tante variabili non sono prevedibili a priori e spesso vanno oltre le possibilità di controllo dello stesso governo.

Forse, alla fine, è meglio votare le persone – la loro storia, la loro credibilità – che i programmi. Ma speriamo comunque di avere offerto un contributo utile.

Per un percorso che si chiude, uno nuovo che si apre. Al centro del giornale trovate il primo numero del nuovo Tonioloricerca, il progetto di documentazione e approfondimento del Centro Toniolo che si ripresenta ai suoi lettori in duplice veste: come inserto cartaceo e come spazio internet all’interno del nostro sito. Iniziamo, parlando del voto dei giovani, un cammino che ci porterà fino alle elezioni europee del 2019 per occuparci di politica da tanti punti di vista: le culture politiche del nuovo millennio, la comunicazione politica, l’evoluzione delle regioni e degli enti locali, i risultati elettorali.

La politica ci sta a cuore. Diceva Paolo VI che per un credente è la più alta forma di carità. Più modestamente, pensiamo che senza un sussulto di partecipazione l’Italia non andrà avanti. Ma bisogna che sia partecipazione consapevole e informata, perché bravi politici un po’ si nasce e tanto si diventa.

In questo, come comunità cristiana, possiamo dare tanto.        

E noi, nonostante delusioni e speranze frustrate, da questa responsabilità non ci vogliamo tirare indietro.

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