"Una disciplina che cambia", quarta indagine sull'insegnamento della religione cattolica in Italia

Risulta positivo il bilancio sull'insegnamento della religione cattolica in Italia stilato a conclusione della quarta indagine nazionale su un campione di oltre 20 mila studenti di sette diocesi. Dai dati emersi, tre ragazzi su quattro sanno che «la Bibbia è stata scritta da uomini ispirati da Dio» e il rapporto con i docenti di religione è un fattore di grande importanza per la loro crescita umana.

"Una disciplina che cambia", quarta indagine sull'insegnamento della religione cattolica in Italia

È stata presentata pochi giorni fa la quarta indagine nazionale sull’insegnamento della religione cattolica in Italia a trent’anni dalla revisione del Concordato, edita da Elledici con il titolo Una disciplina alla prova a cura di Sergio Cicatelli e Guglielmo Malizia.

Quasi il 90 per cento degli studenti la sceglie, non solo quelli che si professano cattolici. La prima parte della ricerca è dedicata agli insegnanti, che indicano nella “vocazione” e nella «volontà di offrire ai giovani una formazione religiosa», le motivazioni che li spingono a scegliere questo insegnamento. Una scelta che li porta a dimostrarsi «disponibili a essere presenti in attività formative e in ruoli di responsabilità nel contesto scolastico», assumendo funzioni di coordinamento e di aiuto nei confronti dei propri colleghi.

Una passione che non viene meno neppure davanti alla consapevolezza che tra i punti critici dell’insegnamento della religione cattolica vi è, per esempio, l’assenza di una valutazione che entri nella pagella dell’alunno. Eppure per gli studenti – soprattutto quelli della scuola superiore – il rapporto personale con il docente di religione è un fattore di grande importanza, così come la possibilità di potersi confrontare con grandi temi di attualità e di senso per la propria vita.

I numeri dicono che i docenti sono in gran parte laici, il 78,1 per cento donne; hanno un’età media sotto i cinquant’anni; sono motivati rispetto alla professione che in buona parte hanno abbracciato per “vocazione”; sono impegnati in incarichi particolari all’interno della scuola per il 38 per cento, per il 25 per cento nella chiesa; sono generalmente soddisfatti della professione e attenti all’aggiornamento, pur denunciando il problema dell’eccessiva burocrazia e l’essere costretti a partecipare alle riunioni di troppe classi.

Una disciplina alla prova, a cura di Sergio Cicatelli e Guglielmo Malizia, casa editrice Elledici, pp 400, euro 24,00. Acquistalo su Amazon!

L’indagine ha coinvolto oltre 20 mila studenti – dalle elementari alle superiori – un campione concentrato in sette diocesi (Novara, Vercelli, Forlì-Bertinoro, Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, Cagliari, Acireale e Roma). Un campione rappresentativo che ha evidenziato uno scenario sostanzialmente positivo per lo stato di salute dell’insegnamento della religione cattolica, pur mantenendo i piedi rigorosamente per terra.

Tre studenti su quattro sanno che «la Bibbia è stata scritta da uomini ispirati da Dio» e che «i racconti biblici sono stati inizialmente trasmessi a voce», ma solo uno su due sa che le lingue in cui la Bibbia è stata successivamente scritta sono «ebraico, aramaico e greco».

I curatori sottolineano che il sapere biblico «è quello che ha dato i risultati migliori, pur alternando buone conoscenza a lacune talora gravi». Esame superato anche per il sapere etico-antropologico che interrogava su alcuni risvolti etici della fede (il perdono contro la vendetta, la grazia e il peccato). Più “deludenti” vengono invece definiti i risultati in campo teologico-dottrinale: alla richiesta di indicare il nucleo centrale della fede cristiana «solo una maggioranza relativa che poche volte supera la metà si è orientata sulla risurrezione, risultando spesso attratta soprattutto dal valore della fraternità». Qualche passo falso anche nel campo della competenza linguistica, dove il termine cattolico viene considerato sinonimo di cristiano. Una domanda: la verifica dei risultati conseguiti nell’insegnamento della religione cattolica in quale altra disciplina viene compiuta? I test Invalsi non possono essere accostati a questa ricerca perché esplorano i risultati in ordine alle competenze acquisite, mentre qui c’è molto di più relativamente alla motivazione dei docenti, al riscontro degli studenti, al coinvolgimento delle realtà territoriali (diocesi). Forse un modello da seguire.

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