Emiliano Zanelli: «Portiamo l'istruzione pubblica al centro dei programmi politici»

Emiliano Zanelli ha 22 anni, è originario di Brescia, ma studia da quattro anni a Padova. Oltre a concreti ragionamenti sull'istruzione pubblica, Emiliano chiede una politica che non si fermi al voto del 4 marzo ma che sappia osare, andando oltre con un programma a lungo termine.

Emiliano Zanelli: «Portiamo l'istruzione pubblica al centro dei programmi politici»

«La politica non si deve fermare al 4 marzo, deve avere prospettive e la volontà di fare ragionamenti andando oltre scadenze o votazioni».
Emiliano Zanelli, attivista di Potere al popolo, ha 22 anni, è originario di Brescia, ma vive da quattro anni a Padova dove studia filosofia. Suo padre è un vecchio militante sindacale e lui si è interessato attivamente alla politica durante gli anni del liceo, prima nelle varie associazioni studentesche e poi come rappresentante d’istituto per due anni. Successivamente il passaggio nel “Clash city workers” un collettivo che fa attività d’inchiesta sul mondo del lavoro ed è di supporto attivo nelle vertenze dei lavoratori.

Emiliano, tu che vivi a Padova da quando hai 18 anni e hai vissuto anche l’esperienza a Brescia, come vedi il rapporto tra politica e giovani?
«Non vedo un grosso protagonismo dei giovani, eppure Padova ha più di 60 mila studenti universitari, ma non esiste un movimento politico davvero attivo. Certamente non manca una certa disponibilità da parte dei giovani nel portare avanti idee e battaglie che per noi sono questioni quotidiane come chiedere azioni contro il 40 per cento di disoccupazione, ma mancano prospettive o la voglia da parte dei politici di attivarsi realmente per costruire un futuro migliore. Per questo con Potere al popolo vogliamo tentare di restituire un respiro più ampio e di lungo raggio, che è quello che è effettivamente mancato nelle proposte degli ultimi decenni».

Percepisci una certa disaffezione, manca la partecipazione. Cosa deve fare la politica per riconquistare l’elettorale giovanile?
«Per uscire dal tunnel che abbiamo imboccato negli ultimi vent'anni i politici e noi tutti dobbiamo fermarci e fare un discorso serio sul ruolo dell’istruzione pubblica, perché quello che abbiamo vissuto sono stati solo tagli su tagli delle risorse. Ancora una volta manca un disegno, una costruzione a lungo raggio: vedo solo percorsi adeguati alle esigenze più spicciole del momento. Ci sono motivi contingenti perché la vita economica è cambiata, c’è una condizione più incerta e materialmente più povera. E i giovani lo avvertono e sono giustamente preoccupati. Iniziamo a lavorare sulla qualità dell’istruzione, sulla possibilità di estenderla, mettiamo al centro lo studente e il suo futuro».

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Parole chiave: emiliano zanelli (1), potere al popolo (2), voto (19), 4 marzo (6)