Nicola Kopij Zanini: «Alla politica chiedo di consentirci di creare un futuro qui in Italia»

Nicola Kopij Zanin, 21 anni, studente di economia, vede i giovani in politica sempre meno marginalizzati. È ottimista, anche se chiede un coinvolgimento diretto nell'elaborazione dei programmi.

Nicola Kopij Zanini: «Alla politica chiedo di consentirci di creare un futuro qui in Italia»

Il desiderio che l’ha smosso da dentro: sentirsi attivo e partecipe e non più spettatore di quello che succedeva nella vita quotidiana. Soprattutto durante le elezioni politiche del 2013, quando ancora adolescente sentiva tanto parlare della situazione economica molto delicata dell’Italia. Nicola Kopij Zanin ha 21 anni, studia economia in lingua inglese, è di Padova, ma tre anni fa si è trasferito a Roma. Ed è un attivista di Forza Italia.

«Mi sono avvicinato alla politica per pura passione, interessandomi proprio di economia e guardando i dibattiti che mi hanno coinvolto sempre più. Nel 2013, soprattutto, anche se avevo 16 anni è stato impossibile non interessarmi di determinati argomenti, anche perché in Europa guardavano con particolare apprensione e paura agli sviluppi politici in Italia per quanto riguardava i mercati.
Direi che l’ambiente scolastico influisce ancora molto nella crescita della formazione critica di uno studente: io ho studiato al liceo Tito Livio, dove vieni a contatto con ragazzi che maturano idee politiche anche differenti e c’è già un primo confronto, e poi anche l’ambiente familiare fa molto. A mio modo di vedere non ci sono altri luoghi per noi ragazzi dove poter parlare di politica: gioco a calcio due, tre volte alla settimana e di certo non ne parlo coi miei compagni».

C’è spazio per un giovane in politica? All’interno di un partito o nei circoli c’è uno scambio di idee tra “veterani” e chi mette piede per la prima volta?
«Secondo me questa è una caratteristica peculiare dell’Italia: l’età media molto alta. Non si vede solo in politica, ma anche in tutti gli altri settori. Però i ragazzi vengono sempre meno “marginalizzati e confinati”; certo negli ultimi anni ha prevalso la moda del giovane come carta da giocare per avere maggiore appeal, ma io sono ottimista anche vedendo i candidati alle prossime elezioni con politici che si sono formati negli anni ’90, con uno slancio differente rispetto al passato». 

Sei entrato in politica perché vorresti cambiare le cose da dentro. Cosa chiedi?
«Mi trovo nella condizione che, augurandocelo, tra uno o due anni vorrei iniziare a lavorare e magari avviare un’attività mia. Alla politica chiedo innanzitutto di mettere me e i miei coetanei nella condizione di poter crescere nelle condizioni migliori per lavorare. Dal mio punto di vista l’unica strada percorribile è rivedere le politiche fiscali: bisogna riuscire a conciliare una pressione fiscale più bassa, con meno sprechi e più servizi. Chiedo la ricetta perfetta, lo so. Sono di origine polacca, e mi domando sempre “perché non possiamo prendere un modello estero che funziona e riproporlo?”».

Hai avuto modo di leggere i programmi dei vari partiti che si presentano alle imminenti elezioni. Che spazio danno ai giovani?
«Mi guardo attorno e vedo disinteresse; mi rendo conto che il linguaggio della politica è complesso e soprattutto vengono affrontati argomenti che non toccano nel concreto il presente. Tutto il dibattito pubblico si è spostato sull’immigrazione e sulla sicurezza: sono temi giustamente sentiti e non di secondo piano, ma è stata data meno rilevanza, anche nei programmi, ad altri temi come la scuola o gli investimenti per i giovani. Sarebbe stato bello coinvolgerci anche attorno a un tavolo o sentendo direttamente la nostra voce. Perché non invogliarci a credere ancora in qualcosa?».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: nicola kopij (1), forza italia (5), voto (19), 4 marzo (6), politica (79)