Al Cuamm il premio Cittadino dell'anno conferito dal parlamento dell'Ue

La prossima tappa ora sarà Bruxelles il 14 ottobre per Medici con l’Africa Cuamm, che lo scorso 18 settembre ha ritirato a Firenze il premio Cittadino europeo dell’anno (nella foto, i medici Cuamm Andrea Iannetti e Claudio Ble) insieme ad altri tre premiati italiani: l’Istituto di medicina solidale onlus, don Michele De Paolis (Comunità di Emmaus) e Gaia Ferrara (associazione Viandando). 

Al Cuamm il premio Cittadino dell'anno conferito dal parlamento dell'Ue

Dal 2008, il premio del parlamento europeo viene assegnato a cittadini singoli o a gruppi che si sono distinti per rafforzare l’integrazione europea e il dialogo tra i popoli, mettendo in pratica i valori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Per Medici con l'Africa Cuamm, ong dalle "salde" radici conosciuta in tutto il mondo per il suo impegno in Africa sul fronte della salute e delle cure accessibili, è un altro riconoscimento allo sforzo profuso in oltre sessant’anni di storia accanto alle comunità locali africane per promuoverne lo sviluppo a tutela della salute dei più indifesi.

«Più che le targhe, che sono relativamente importanti – commenta il direttore di Medici con l’Africa don Dante Carraro – vale il riconoscimento da parte delle istituzioni europee depositarie di una storia di valori, che si è potuta sedimentare grazie a secoli di cristianesimo e agli ideali della rivoluzione francese di libertà, uguaglianza e fraternità. Anche il Cuamm ha assorbito questi valori, attingendoli tuttora nelle nostre chiese e nelle nostre città». Un alto riconoscimento, dunque, a una realtà che radica la propria origine nel tessuto comunitario e valoriale della diocesi di Padova e che si propaga in tutta Italia grazie all’impegno di numerosi volontari.

I dati dicono più delle parole: dal 1950 sono stati 41 i paesi d’intervento, 1.569 gli operatori e i professionisti inviati, 217 gli ospedali forniti. Ma l’attualità incalza sempre sopra ogni notizia: è il “destino” di chi ha scelto di operare nell’ultimo miglio: «I fatti degli ultimi giorni in Sud Sudan – racconta don Dante – non ci permettono di dormire sonni tranquilli. I contesti fragili, come questo, sono uno degli ostacoli maggiori al nostro operato umanitario. L’esacerbazione dei conflitti interni in Sud Sudan sta mettendo a rischio la presenza di medici e infermieri del Cuamm all’ospedale di Hyrol e ci troviamo divisi dalla scelta di mettere al sicuro i nostri volontari, facendoli rientrare in Italia, abbandonando l’ospedale e lasciandolo in balia di se stesso. Dopo tutto quello che è stato investito lì dal 2007, quando i parti assistiti in un anno era a malapena 200 e oggi sono più di 1.500». Per sostenere il Cuamm: www.mediciconlafrica.org

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