Brasile, una classe politica falciata da indagini e condanne

L'inchiesta “Lava Jato", la Mani Pulite locale, fa tremare l’intero Sud America. La condanna dell’ex presidente Lula da Silva e la messa sotto inchiesta dell’attuale Presidente Turner, accusano un’intera classe politica di corruzione e minano seriamente il futuro del Paese. I tempi del miracolo economico "benedetto" dai mondiali di calcio e i giochi olimpici sembrano davvero lontani.

Brasile, una classe politica falciata da indagini e condanne

L'ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, è stato condannato in primo grado per corruzione in uno dei processi dell'inchiesta “Lava Jato", la Mani Pulite brasiliana.

La sentenza, emessa dal giudice Sergio Moro simbolo del pool che conduce l’inchiesta, prevede una pena di nove anni e sei mesi di reclusione, ma il giudice non ha chiesto l’arresto, specificando nella sentenza che Lula potrà fare ricorso quindi, l’eventuale condanna al carcere arriverà con il processo di secondo grado.
Lula è stato ritenuto colpevole di aver ricevuto tangenti per 3,7 milioni di reais, poco più di un milione di euro, oltre a un super attico sul mare a San Paulo, per tre contratti stipulati tra l'impresa di costruzioni Oas e il colosso statale del petrolio Petrobras.

Ma la vicenda appare decisamente complessa e in tre anni, da quando l’inchiesta è stata aperta da un pool di magistrati di Curitiba, nel sud del Brasile, 116 persone sono state condannate e 27 arrestate
Nelle ultime settimane è finito sotto inchiesta anche l’attuale presidente Michel Temer, diventato presidente dopo l’impeachment che lo scorso anno ha costretto alle dimissioni Dilma Rousseff. La commissione Costituzione e Giustizia della Camera dei deputati brasiliana però ha respinto l'accusa formale di corruzione rivolta dalla procura generale contro il presidente Temer, il quale ha scelto di non dimettersi e ora cerca l’appoggio del Parlamento

La situazione è davvero complicata perché ormai tutta la classe politica brasiliana è delegittimata dalle indagini della magistratura e dalle confessioni dei principali manager delle aziende coinvolte negli scandali di corruzione. La scelta di consentire riduzioni di condanna a chi confessa, decisa contando sull’omertà dei corruttori e dei concussi, in realtà ha permesso ai magistrati di raccogliere molte prove contro i politici.

Ora se il presidente in carica viene destituito, gli devono subentrare nell’ordine: il presidente della Camera oppure quello del Senato oppure quello del Tribunale Supremo Federale, poi, entro un mese, deve essere convocata l’Assemblea Plenaria di Camera e Senato che procederà all’elezione “indiretta” del nuovo presidente.

Succede però che il presidente della Camera, Rodrigo Maia, è indagato e quello del Senato, Eunício Oliveira, è a rischio; esiste un accordo sul nome di Cármen Lúcia, magistrato presidente del Stf, ma il partito di Lula punta alla convocazione di nuove elezioni presidenziali dirette. Così ,commentando la sua condanna Lula ha dichiarato: «Il golpe iniziato contro Dilma Rousseff non sarebbe stato completo senza impedire la mia candidatura alle presidenziali del 2018».

Quello che più preoccupa è che se finisce Terner, non saranno approvate le due grandi riforme del mercato del lavoro e delle pensioni, ma il rischio di nuove difficoltà dell’economia preoccupa l’America Latina. Il Brasile rappresenta più del 25% di tutta l’economia sudamericana, ma anche per noi è importante perché sono più di 1300 le aziende italiane presenti.

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