L'ultimo saluto a Kohl, l'uomo che unì la Germania e costruì l'Europa

Helmut Kohl, cancelliere tedesco per sedici anni, sarà ricordato come artefice della riunificazione pacifica delle due Germanie, ma anche perché la sua mediazione ha contribuito al superamento della guerra fredda, alla nascita dell'euro e alla realizzazione dell'integrazione europea. Anche il presidente Mattarella ha voluto ricordarlo come "padre nobile" dell'Europa.

L'ultimo saluto a Kohl, l'uomo che unì la Germania e costruì l'Europa

Con la sua scomparsa si chiude un’epoca storica.
Helmut Kohl, leader storico dell’Unione Cristiano-Democratica tedesca e cancelliere dal 1982 al 1998, è morto il 16 giugno scorso.

Kohl viene ricordato nei libri di storia per il crollo del muro tra le due Germanie, ma anche perché la sua mediazione ha contribuito al superamento della guerra fredda, alla nascita dell'euro e alla realizzazione dell'integrazione europea.

Kohl, che il 3 aprile aveva compiuto 87 anni, è infatti considerato il padre della riunificazione tedesca avvenuta il 3 ottobre 1990 e, insieme al presidente francese François Mitterrand, ispiratore e fautore del Trattato di Maastricht che nel 1992 istituì l'Unione Europea.

Il processo di riunificazione della Germania ebbe inizio con la caduta del Muro di Berlino il 9 novembre 1989.
Kohl, approfittando della debolezza dell'Urss, avviò la trattativa con la Germania Est che si concluse nel maggio del 1990 con la parificazione economica e monetaria tra le due nazioni e l'unificazione dei sistemi di governo: la Germania Est “muore” ufficialmente il 3 ottobre 1990 e prende forma la visione di un’Europa forte, in cui la Germania doveva occupare il suo posto legittimo ma senza far paura a nessuno.

L’entusiasmo per la riunificazione porta a Kohl la vittoria alle prime elezioni della Germania riunificata nel 1990, successo che ripeterà anche nel 1994, ma i grandi problemi che accompagnano il cambiamento – in particolare una forte disoccupazione e la mancanza di riforme – determineranno la sua sconfitta nelle elezioni del 1998 e l'ascesa al governo dei socialdemocratici.
Dopo questa sconfitta Kohl abbandona la carica di cancelliere e conserva solo quella di presidente onorario della Cdu, che abbandonerà forzatamente nel 2000 in seguito agli scandali legati all’accusa di aver alimentato il partito con fondi neri.

Molto criticato anche all’interno della Cdu, Kohl viene di fatto estromesso da Angela Merkel, cresciuta nella sua ombra ed entrata nella Cdu dopo la caduta del muro, che nel ricordarne la figura gli ha però riconosciuto l'indubbio merito storico: «Tutto quello che è seguito nei 27 anni successivi al 1989 non sarebbe mai stato immaginabile senza Helmut Kohl. Gli sono personalmente molto riconoscente».

Helmut Kohl era anche convinto delle radici cristiane dell’Europa e del ruolo dei cristiani in politica, come ha ricordato l’Osservatore Romano citando il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca:

«La chiesa, in Germania, è grata della testimonianza cristiana di Helmut Kohl. Laddove i valori di una società libera venivano calpestati, egli si è mosso per il rispetto di tali valori. Ha voluto e ha potuto, grazie alle sue convinzioni cristiane, rimodellare l’Europa. Era animato dalla grande preoccupazione di promuovere un’economia sociale di mercato, sulla base dell’insegnamento sociale cattolico».

Con un messaggio al presidente della repubblica federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, anche Sergio Mattarella ha espresso il suo cordoglio sottolineando che «la sua scomparsa priva la Germania di una grande personalità e l'Europa di uno dei suoi padri nobili».

Grande assente alle celebrazioni per il ventennale della caduta del Muro nel 2009, Kohl dopo l’uscita dalla vita politica attiva si è mantenuto fuori scena.
Gli ultimi anni della sua vita, costretto in sedia a rotelle a causa di una caduta, appaiono faticosi e amari, al punto che il suo funerale, sabato 1° luglio, non sarà celebrato a Berlino e non sarà un funerale di stato tedesco, ma si terrà a Strasburgo, nella sede del parlamento europeo.
In fondo, il migliore omaggio a un uomo che, senza dimenticare le sue origini, ha saputo pensarsi "europeo" e costruire l'Europa.

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