Merkel tenta il poker, Hollande lascia

L'addio a sorpresa di Hollande, si somma a quelli traumatici di Cameron e Renzi. Merkel, che prevede per il settembre 2017 «l'elezioni più difficile dalla riunificazione della Germania», diventa sempre più il perno dell'Europa alla vigilia di un anno ricco di incognite.

Merkel tenta il poker, Hollande lascia

Dopo la notizia della ricandidatura, quella di Angela Merkel sarà una lunga rincorsa alle elezioni di fine estate, o inizio autunno 2017, alla ricerca di un quarto mandato.
«Mi ricandido a guidare la Germania. Ho riflettuto a lungo su questa decisione, una decisione non semplice. In ogni caso questa elezione sarà difficile come mai in passato, almeno dalla riunificazione tedesca». 

La Cancelliera di ferro riceverà con grandi probabilità l'appoggio anche dei cristiano-sociali bavaresi della Csu. Ma non sarà la classica sfida tra democristiani e socialisti, perché anche in Germania soffia forte il vento del populismo.
Per la Merkel raggiungere il record di 16 anni da cancelliere appartenente al suo padrino politico, Helmut Kohl, non sarà affatto scontato. Basti pensare che la Cdu ha subito una serie di pesanti sconfitte nelle ultime elezioni regionali, anche in Meclemburgo, il collegio del cancelliere, dove i democristiani sono stati superati da Alternativa per la Germania (Afd). Alle elezioni di marzo, l'Afd ha infatti scalato il terzo posto nel land Baden-Württemberg (15,1 per cento), secondo nella Sassonia-Anhalt (24,2) e ha guadagnato percentuali considerevoli anche in altre regioni. 

Il partito anti-immigrati è guidato Frauke Petry, 40enne volto emergente della ultra-destra teutonica, una chimica ex imprenditrice originaria della regione del Brandeburgo. Proprio per non perdere preziosi voti "a destra", il programma della Merkel dovrebbe includere regole più severe e misure – tutte da vagliare – di rimpatrio per i rifugiati che non presentano determinati requisiti.
Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze, ha preannunciato un bilancio con diverse misure a favore dei pensionati, un importante serbatoio di voti proprio del partito della Petry. Ancora in alto mare invece la proposta politica dei socialisti: l'Spd è in grande difficoltà nel trovare un candidato anti-Merkel che non sia già in partenza una vittima sacrificale. Al momento il candidato con maggiori quotazioni è Sigmar Gabriel, presidente del partito e attuale ministro dell'economia. Negli ultimi giorni si è però presentato un altro possibile candidato, il leader socialista di stanza a Bruxelles Martin Schulz.

Anche la Francia nel 2017 cambierà la leadership politica: le presidenziali francesi si terranno il 23 aprile (primo turno) e il 7 maggio (secondo turno).
A destra la novità è rappresentata dalla candidatura di François Fillon, che alle primarie dei Républicans - le prime organizzate nella storia della destra - si è aggiudicato il ballottaggio (68,3 per cento), distaccando di 37 punti il sindaco di Bordeaux, Alain Juppé, fermo al 31,6.
La candidatura di Fillon all'Eliseo sposta di fatto il centrodestra francese verso posizioni più polarizzate e vicino al vecchio impianto gaullista. Fillon conta una lunghissima carriera ministeriale ai più alti livelli, culminata con la carica di primo ministro dal 2007 al 2012. Nonostante un programma centrato su provvedimenti marcatamente liberali nel campo del lavoro e dell'industria, con l'esodo 500 mila posti dipendenti pubblici, l'abolizione delle 35 ore e la riduzione di 110 miliardi sulla spesa pubblica, Fillon si posiziona in piena competizione con Marine Le Pen e il suo Front National, grazie a una serie di proposte sociali di stampo conservatore e nazionalista. Gli indizi sono numerosi: l'endorsement della "Manif pour Tous", le posizioni antiabortiste e l'idea di una Francia più sovranista. 

A sinistra, l'uscente Francois Hollande ha deciso di non ricandidarsi, visto il basso tasso di popolarità nel paese.
Dovrebbe così trovare strada libera Manuel Valls, che per questo si è dimesso a inizio settimana. «Non posso più essere primo ministro e lascio in anticipo in pieno accordo con il presidente Hollande», ha detto in vista delle prossime primarie della sinistra, previste per il 22 e 29 gennaio.
Alle primarie del centrosinistra si sono candidati Arnaud Montebourg, ex ministro dell'Economia, Benoît Hamon, ex ministro dell'Istruzione, la senatrice Marie-Noëlle Lienemann e il sindacalista Gérard Filoche. 

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