Merkel verso la vittoria, ma non governerà da sola

Il 24 settembre 61 milioni e mezzo di tedeschi voteranno per il rinnovo del Bundestag. L'esito secondo i sondaggi appare scontato con la Cdu di Angela Merkel in vantaggio col 38 per cento delle preferenze, anche se resta l'incognita sulla composizione della coalizione. Sull'onda emotiva degli attentati di Barcellona sale all'11% l'Afd, il partito di estrema destra con cui nessuno vuole governare.

Merkel verso la vittoria, ma non governerà da sola

Domenica 24 settembre si tengono le elezioni federali tedesche e anche gli ultimi sondaggi danno il partito conservatore, la Cdu guidata dalla cancelliera Angela Merkel, in vantaggio con il 38 per cento dei consensi.
Segue la Spd di Martin Schulz, l’altro candidato forte, al 23 per cento e quindi le altre forze politiche. Preoccupa l’affermarsi dell'Afd, il partito di estrema destra con cui nessuno vuole governare, che salirebbe fino all’11 per cento; stabile invece l'estrema sinistra della Linke al 9 per cento, seguita dai liberali del Fdp e dai Verdi, entrambi all'8 per cento.

La crescita del partito di estrema destra si registra dopo gli attentati di Barcellona, così come era accaduto successivamente all'attacco al supermercato di Amburgo di fine luglio. 

Non a caso nei dibattiti tra i candidati trasmessi in televisione si è parlato molto di sicurezza interna di fronte agli attentati subiti, di immigrazione e profughi e su un punto tutti sembrano d’accordo: è necessario fare di più per rimpatriare chi non ha diritto al soggiorno. Stranamente – almeno rispetto al dibattito italiano – non si è parlato della situazione economica, dell’occupazione, della politica economica del governo e di disuguaglianze sociali. Le pensioni invece sono state un acceso tema di discussione.

L’esito, almeno stando ai sondaggi, appare quindi scontato con la riconferma a cancelliere di Angela Merkel per la quarta volta.
Tra i punti del programma del suo partito, la Cdu (Unione cristiana democratica), ci sono: limitare il numero di rifugiati, rafforzare il welfare e portare le spese militari al 2 per cento del Pil.
Lo sfidante più forte, Martin Schulz,  esponente del partito social democratico (Spd), nel suo programma ha invece inserito la riduzione delle spese militari, l’abbassamento a 16 anni del diritto di voto, la parità di salario tra uomini e donne, il rafforzamento della polizia e più telecamere negli spazi pubblici. 
Ben diversa la "ricetta" del liberale Christian Lindner che si presenta con un programma di mercati aperti, taglio delle tasse ridimensionamento del ruolo dello Stato.
Alla fine, però, per tutti il nervo scoperto rimane quello degli attacchi terroristici che hanno colpito il paese.

La campagna elettorale non sta toccando, se non di sfuggita, l’argomento Europa; e questo proprio mentre le aspettative della Ue si vanno appuntando sul risultato di queste elezioni nella speranza che possano riportare all’Unione stabilità e, insieme, un nuovo impulso.
Di certo il clima appare meno pessimista rispetto a qualche mese fa, quando l’ondata anti-Unione europea sembrava destinata a prevalere, anche grazie alle elezioni in Austria, Olanda e Francia che hanno in parte rassicurato l'elettorato e attutito l'impatto della Brexit. 
In ogni caso, se questo prevedibile risultato positivo in Germania (che non muterebbe nel caso, ormai altamente teorico, di una vittoria di Martin Schulz) significasse poi immobilismo sui temi europei, è facile prevedere che la via verso la frammentazione dell’Unione riprenderebbe con tutto il suo negativo vigore.

Vincerà la Merkel, ma il 38 per cento dei voti indicati dai sondaggi non le basterebbero per governare. Facile che all'indomani delle elezioni si dovrà alleare con i liberali e, probabilmente, anche con i Verdi, suggeriscono gli osservatori immaginando una coalizione assolutamente nuova. Se però la Spd riuscisse a guadagnare consensi, allora la “grande coalizione” tornerebbe a essere l’unica strada percorribile per governare. 

Molto dipenderà dal tasso di astensionismo, che potrebbe giocare a favore della destra xenofoba, e per questo anche le chiese tedesche hanno invitato a una partecipazione responsabile proponendo anche nuovi strumenti.
A partire dal 1° settembre, ad esempio, ai giovani aderenti ai movimenti che partecipano alla Bdkj, la Federazione dei giovani cattolici tedeschi, è stato proposto un cammino di 24 giorni fino al voto (in sostanza come l’Avvento) intitolato Qwak, acronimo che significa “l’imbarazzo della scelta del calendario dell’avvento delle elezioni”, rappresentato da una rana che offre spunti di riflessione e consigli. Obiettivo esplicito, invitare a non disertare le urne e arrivarci con le idee ben chiare.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: Elezioni politiche (3), Germania (19), Merkel (8), Schultz (2)