Merkel, vittoria col sorriso amaro

Vinto, Angela Merkel in verità ha vinto. Come pronosticato da almeno sei mesi, la sua Cdu ce l’ha fatta a guadagnare più voti di tutti (32,8 per cento) e sarà lei a provare a costruire il suo quarto governo di fila. Ma Merkel ha vinto male, e questo risultato peserà ora in sede di formazione del governo e poi negli anni a seguire.

Merkel, vittoria col sorriso amaro

Vinto, Angela Merkel in verità ha vinto.
Come pronosticato da almeno sei mesi, la sua Cdu ce l’ha fatta a guadagnare più voti di tutti (32,8 per cento) e sarà lei a provare a costruire il suo quarto governo di fila.
In realtà sfidanti non ne aveva, la Germania vive da anni un vero boom economico, i tedeschi sono elettori estremamente pragmatici che non si sognano di cambiare ciò che funziona bene.

Ma Merkel ha vinto male, e questo risultato peserà ora in sede di formazione del governo e poi negli anni a seguire.
La Cdu-Csu (il ramo bavarese dei democristiani tedeschi) ha perso quasi il 9 per cento dei consensi e soprattutto 66 seggi parlamentari. Peggio ancora, hanno perso i suoi possibili alleati, atteso il fatto che in Germania si vota con il proporzionale puro e i governi si costruiscono con coalizioni eterogenee.

I socialdemocratici della Spd sono letteralmente crollati, come stanno pian piano crollando tutte le socialdemocrazie europee.
Il suo peggior risultato di sempre consegna all’Spd solo 153 seggi contro i 193 di quattro anni fa; soprattutto, rende difficile quella grosse koalition tra democristiani e socialisti che ha governato fino a ieri.

I numeri per farla ci sarebbero, solo che le controindicazioni sono due, e pesanti: la maggioranza numerica non sarebbe più solidissima (si passa da più di 500 seggi a 396); e la decisiva Commissione finanze passerebbe in mano al primo partito all’opposizione.

E qui c’è l’altro brutto risvolto di questa tornata elettorale, almeno per la Merkel.
Al terzo posto si sono piazzati gli estremisti di destra dell’Afd, nemmeno presenti in parlamento quattro anni fa. Avranno quasi 100 seggi dopo aver triplicato i voti: dal 4,7 al 13,2 per cento.
Anche i liberali hanno superato la barriera del 5 per cento, drenando voti alla Cdu e ottenendo così 77 seggi.

Sono già iniziate le consultazioni, ma è chiaro che maggioranze diverse porteranno con sé politiche diverse di governo.
Rimane in piedi la grosse koalition, ma potrebbero essere proprio i socialisti a sfilarsi: far parte del governo non li premia a livello elettorale, perché una parte del loro elettorato cerca rifugio più a sinistra: sono infatti in lieve crescita sia i Verdi che l’ultrasinistra della Linke.

La seconda ipotesi è chiamata in Germania “coalizione Giamaica”, perché i tre colori politici corrispondono alla bandiera del paese caraibico: il nero della Cdu, il giallo dei liberali Fdp, il verde degli ecologisti.
Ancor meno seggi per fare la maggioranza (387 sui 353 minimi); ancor più problemi a coniugare l’ecologismo di sinistra con il liberismo di destra.

Quindi un risultato politico che in realtà delude profondamente sia Angela Merkel sia un po’ tutti gli europeisti in giro per il continente, appena rinfrancati dal successo di Emmanuel Macron in Francia: una Germania meno governabile non è una bella notizia, soprattutto sapendo che tra pochi mesi un altro caposaldo dell’Europa unita e dell’euro – l’Italia – andrà al voto con un sistema elettorale che quasi certamente regalerà un periodo di totale instabilità.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: merkel (8), afd (3), populismo (32)