Per Trump il nemico è Pechino

Toni ottimistici nel primo discorso sullo stato dell’Unione del presidente, che festeggia i successi in ambito economico e fiscale. Dura la posizione contro Russia, Corea e chi non ha appoggiato la scelta di riconoscere Gerusalemme capitale d’Israele.

Per Trump il nemico è Pechino

Per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump la Cina è in cima alla lista dei nemici, preceduta solo dalla Corea del Nord. Lo ha ribadito in occasione del suo primo discorso sullo stato dell’Unione, orazione che ogni presidente americano tiene a inizio anno. Parlando di politica estera, Trump ha ribadito che anche la Russia rientra nella lista dei paesi nemici, in buona compagnia assieme all’Iran, contro il quale The Donald ha promesso nuove sanzioni, Venezuela e Cuba. Trump ha anche annunciato una riduzione degli aiuti per tutti i paesi che in sede Onu si sono schierati contro la decisione Usa di riconoscere Gerusalemme capitale d’Israele.

Nel complesso, il discorso ha avuto un tono ottimistico, promettente, intenzionato a «mettere da parte le differenze, per cercare un terreno comune e quell’unità che dobbiamo a tutte le persone che ci hanno eletto». Trump ha illustrato con orgoglio la nuova legge sull’immigrazione, nata da diversi incontri tra le due anime del Congresso e che prevede, tra le altre cose, un percorso di cittadinanza offerto a 1,8 milioni di immigrati irregolari, i cosiddetti dreamers che resteranno nel paese se dimostreranno la loro istruzione, le loro capacità lavorative e una vita morale degna.

Grande enfasi è stata assegnata ai successi in ambito economico e fiscale ottenuti dal suo primo anno di presidenza. «Abbiamo creato 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro, inclusi 200 mila nuovi posti nel solo settore manifatturiero e dopo anni di stagnazione salariale, stiamo finalmente assistendo all’aumento dei salari», ha dichiarato Trump tra il plauso generale. Inoltre i dati confermano che la disoccupazione per gli afro-americani e gli ispanici ha toccato i livelli più bassi dell’ultimo decennio. «È il nostro nuovo momento – ha ribadito il presidente – Abbiamo una visione chiara e una missione giusta: rendere nuovamente grande l’America per tutti gli americani».

Mario Sanfelice

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