«Venezuela in crisi. Ma il Sudamerica sta crescendo»

«La crisi in Venezuela è una questione da valutare a parte rispetto alle criticità politiche ed economiche che si riscontrano in alcuni paesi dell’America Latina dove, in generale, le condizioni economiche sono più solide che in passato».
È questo il parere di Riccardo Moro, economista, professore di politiche dello sviluppo all’università degli studi di Milano.

«Venezuela in crisi. Ma il Sudamerica sta crescendo»

«La crisi in Venezuela è una questione da valutare a parte rispetto alle criticità politiche ed economiche che si riscontrano in alcuni paesi dell’America Latina dove, in generale, le condizioni economiche sono più solide che in passato».
È questo il parere di Riccardo Moro, economista, professore di politiche dello sviluppo all’università degli studi di Milano.

«Il Venezuela – prosegue l’economista – vive il compimento della fine della stagione “chavista” sotto il peso delle proprie contraddizioni interne. Hugo Chavez era un leader con enorme personalità e con notevoli abilità nel gestire situazioni complesse, Maduro non ha certamente queste capacità politiche».

Al netto di singole questioni nazionali, con ovviamente la crisi devastante del Venezuela che fa caso a parte, non si riscontra tuttavia grande allarmismo nella “tenuta” delle economie dell’America Latina.
«È in atto da tempo una riduzione del prezzo delle materie prime e i paesi a forte matrice estrattivista e mineraria soffrono. Anche i prezzi dei beni agricoli come le banane, e penso all’economia dell’Equador, caffè per la Colombia e cacao sono in ribasso. Le entrate da esportazione si sono ridotte e il boom del decennio precedente si è fermato, ma mediamente la crescita economica è più alta rispetto ad altre zone del mondo».
Complessivamente, dunque, l’America Latina è più solida del recente passato, perché – spiega il professor Moro – «è aumentata l’integrazione economica e commerciale regionale, si esporta e ci sono relazioni economiche sempre più forti tra i vari paesi latini. La crisi del 2008 è stata infatti meno pesante in questa parte del mondo».

In molte nazioni leader del Continente si assiste però al tentativo di alcune élites economiche di riappropriarsi di pezzi del potere politico.
«In Brasile la stagione di Lula è stata contradditoria, ma accompagnata da una dinamica economica positiva e da notevoli investimenti sociali, con fasce larghe di popolazione uscite dall’indigenza estrema. Il “colpo di stato” legale ai danni di Dilma Rousseff è stato condotto da personaggi “impresentabili”. L’attuale presidente Michel Temer ha un numero di inchieste a carico molti più pesanti rispetto alla Rousseff. Mi sembra che ci siano elementi comuni anche con quanto sta avvenendo nell’Equador di Moreno. E anche nello stessa Venezuela, dietro agli oppositori di Maduro si nascondono molti “impresentabili” e molti poteri economici che mirano alla ricerca sconsiderata del profitto».

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