25 anni di impegno per l'housing sociale

Il Fondo immobiliare Veneto casa sta dando vita a un progetto della cooperativa Nuovo Villaggio, che ha da poco compiuto il questo di secolo: negli edifici trovano posto 92 alloggi da dare in affitto. A marzo il bando per le assegnazioni.

25 anni di impegno per l'housing sociale

Ha compiuto 25 anni la cooperativa Nuovo Villaggio di Padova, ma i festeggiamenti sono rinviati all’autunno: sarà infatti l’inaugurazione delle palazzine del progetto “Qui Padova” la migliore occasione per ricordare il percorso compiuto. Perché, a detta del presidente Maurizio Trabuio, rappresenta il raggiungimento di uno degli obiettivi che i fondatori avevano sognato.

Nuovo villaggio fu costituita infatti l’11 febbraio 1993 per venire incontro alle esigenze di persone e famiglie in disagio abitativo, inizialmente soprattutto migranti e poi anche italiane; in seguito, ha sviluppato il suo ambito di attenzione a molteplici forme di abitare, dall’alloggio sociale a quello temporaneo. Da questa esperienza sta nascendo il progetto “Qui Padova”, innovativo per il territorio e finanziato dal Fondo immobiliare Veneto casa.

«Il progetto – spiega Trabuio, che in qualità di direttore della Fondazione La Casa onlus è consulente dei progetti del Fondo immobiliare in ambito regionale – mira a rigenerare una porzione della città, quella di via del Commissario, vicino alla parrocchia del Crocifisso. Ma tutto parte molto tempo fa: nel 1993, dall’esperienza di accoglienza dei migranti con l’associazione Unica Terra, sentendo il bisogno di passare dall’assistenza all’impresa, ovvero rendere l’accoglienza un servizio sostenibile, costituimmo Nuovo villaggio. Con le parole di oggi diremmo che stavamo facendo un passo verso il “welfare generativo”. Fu un’intuizione felice ma non consapevole: per noi si trattava solo di fare accoglienza non più per bontà e basta, ma perché era un servizio che meritava professionalità. Oggi cooperativa Nuovo Villaggio e Fondazione La Casa onlus gestiscono circa 400 alloggi sparsi in tutto il Veneto».

I Dehoniani vi diedero fiducia...

«Sì, nel 1996 la cooperativa ebbe in affitto dai Dehoniani un garage inutilizzato presso la loro sede, dove il seminario era stato chiuso e c’erano spazi liberi, in via del Commissario: vi fondammo il “Club Nuovo Villaggio”, un luogo per gli immigrati che avevano bisogno di incontrarsi tra loro, per lo più senegalesi, somali e maghrebini. Due anni dopo traslocammo tutta la cooperativa: già si pensava a un possibile nuovo uso degli spazi non più utilizzati dai religiosi. E infatti, nel giugno del 2003 nell’ex seminario dehoniano aprimmo l’albergo Casa a colori. Oggi i Dehoniani si sono trasferiti e tutto il loro complesso è gestito da noi: in un terreno che fino a poco tempo fa era un impianto di stoccaggio rifiuti, ma edificabile, sta sorgendo Qui Padova».

Di che cosa si tratta?

«In estrema sintesi è un progetto edilizio per la realizzazione di alloggi in affitto e di spazi per la collettività. Alla base vi è la considerazione che le città vivono solo se hanno la capacità di attrarre famiglie, e nell’attuale congiuntura socio-economica per attrarle c’è bisogno di case in affitto: da una parte c’è minore disponibilità economica e di capacità di acquisto, dall’altra c’è maggiore mobilità e per una fascia di popolazione l’affitto è più importante dell’acquisto».

Chi realizzerà il piano?

«Il progetto da noi elaborato ha partecipato a un bando della Regione Veneto, che ha selezionato alcune proposte da realizzare con il Fondo immobiliare Veneto casa. Questo fondo, amministrato da Investire sgr, è costituito da capitali pubblici e privati sulla base del decreto legge 112 del 2008. Fondi di questo tipo sono stati attivati in ogni regione italiana. Per quello Veneto il capitale investito viene principalmente da Cassa depositi e prestiti, Regione, Fondazione Cariparo, Fondazione Cassa di risparmio di Venezia e Banca Intesa.

Il fondo ha già avviato interventi in tutte le province tranne, per ora, Belluno: a Padova possiede alloggi in via Gerardo, in via Olmeo a Taggì di Sotto e, in fase di realizzazione, ad Altichiero. Possiamo dire che il Fondo Veneto casa è il principale promotore di social housing nel Veneto».

Cosa si sta realizzando in via del Commissario?

«Il Fondo ha acquistato parte del terreno dei Dehoniani e ora vista costruendo il nostro progetto,che prevede quattro palazzine perun totale di 92 alloggi di diversedimensioni, dai 45 ai 100 metri quadrati. Tutti saranno dati in affitto: l’amministrazione dei palazzi sarà affidata alla nostra cooperativa. I soldi degli affitti serviranno a ricostituire il fondo e finanziare nuovi progetti».

Chi potrà accedere a tali alloggi e come?

«Diciamo subito che otto sono riservati al Comune di Padova, che deciderà come impiegarli; gli altri 84 saranno destinati a famiglie il cui reddito Isee è tra i 14 e i 60 mila euro. Tutti gli alloggi saranno dati in affitto a canone concertato di cui ai Patti territoriali previsti dalla legge 431/1998».

Vi saranno anche spazi di pubblica utilità, commerciali e altro ancora?

«Certamente, è prevista l’aperturadi un poliambulatorio con speciale attenzione alla salute femminile, gestito dal Centro medico San Luca; vi sarà poi un centro diurno per anziani, la cui gestione attualmente non è ancora stata affidata. Vi saranno anche altri spazi, tra cui una living room condominiale».

Quando pensate di completare l’intervento?

«La costruzione è in fase avanzata. Il Fondo prevede di pubblicare l’avviso pubblico entro marzo per stilare una graduatoria di chi richiederà un alloggio. A settembre dovrebbero iniziare i primi ingressi. A dicembre contiamo di inaugurare ufficialmente il complesso e, in quell’occasione, festeggeremo anche i 25 anni dalla costituzione della cooperativa Nuovo Villaggio: per noi si tratta infatti di una sorta di chiusura del cerchio rispetto al nostro progetto iniziale».

Sono previsti altri interventi di housing sociale del Fondo?

«A breve no, ma posso già anticipare che invece nasceranno nuovi fondi destinati agli studenti. Si tratta sempre di housing sociale: lo spiega il citato decreto 112, per il quale rientrano in tale categoria tutti gli interventi indirizzati a chi non trova risposta adeguate sul mercato, ma nemmeno può accedere all’edilizia pubblica».

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