La storia di Borso del Grappa

La storia di Borso del Grappa

Di etimologia incerta, il toponimo Borso è documentato dal 1085. In quell’anno, Ermiza di Collalto, Ezelo (il francese capostipite degli Ezzelini, feudatario di Onara e Romano) e i da Camposampiero donarono all’abbazia benedettina di Sant’Eufemia di Villanova (oggi Abbazia Pisani) una serie di poderi, tra cui quello di Borso. Si pensa però che il cristianesimo si fosse diffuso a Borso ben prima, forse già dal 4° secolo. Alla dominazione longobarda si fa risalire la dedicazione a san Zenone della prima chiesa, che con ogni probabilità si sostituì nelle funzioni al preesistente oratorio di Sant’Andrea (quello odierno è stato ricostruito nell’Ottocento). Nel 13° secolo la chiesa dipendeva dalla vicina Sant’Eulalia. Crollata in parte nel 1695 per il disastroso terremoto che rase al suolo completamente il campanile e gran parte del paese, fu subito restaurata alla meglio. A fine Settecento l’arcipretale venne ricostruita ex novo su progetto di Antonio Gaidoni. Di quell’edificio armonioso rimane il coro, trasformato in sacrestia della chiesa attuale, eretta tra 1910 e 1929, consacrata dieci anni più tardi. Nel 1944, durante un rastrellamento, le truppe nazifasciste entrarono in chiesa minacciando di arrestare arciprete e cappellano qualora non avessero rivelato dove si nascondevano gli uomini di Borso, fuggiti nottetempo e avvertiti, asserivano, dal suono delle campane. Per rappresaglia i tedeschi incendiarono 21 case e lasciarono il paese con una trentina di prigionieri. Degni di menzione anche alcuni dei luoghi di culto minori. Il seicentesco oratorio della Madonna della salute, eretto sul luogo di un preesistente ospitale, ricordato nel toponimo della via, sopravvisse al sisma di fine Seicento. A Campocroce il sacello di San Pio X ricorda la sosta nel 1901 dell’allora futuro papa Sarto che saliva sul Grappa. Il centro parrocchiale è stato ristrutturato negli anni Novanta con l’aiuto degli alpini e oggi, grazie a un lascito privato, è in costruzione un centro infanzia che unirà alla scuola materna esistente un nido integrato.

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