Samuel, capitano dell’Arcella calcio: «Da ragazzino a padre, i miei dieci anni in squadra»

Da dieci anni con la stessa maglia bianconera, Samuel Varotto, a 33 anni compiuti, ha provato l'emozione di un doppio salto di categoria: un biennio vincente per l'Unione sportiva Arcella che approda in Promozione 60 anni dopo l'ultima volta. Sono cambiate le persone, ma non lo spirito di integrazione che alimenta la società 

Samuel, capitano dell’Arcella calcio: «Da ragazzino a padre, i miei dieci anni in squadra»

«L’Unione sportiva Arcella per me è una famiglia e un orgoglio: sono dieci anni che milito in questa società che è sempre stata un punto di ritrovo per i ragazzi del quartiere e un’area di integrazione per le molte nazionalità che popolano questa zona». Samuel Varotto, classe 1982, ruolo difensore è il capitano della squadra di calcio che quest’anno, dopo l’inaspettata vittoria in Seconda categoria dun anno fa, ha riscritto la storia vincendo anche il campionato di Prima categoria.

Un doppio salto e la certezza di disputare l’anno prossimo la Promozione, esattamente 60 anni dopo l’ultima volta. Una favola di quartiere, costruita partendo da un progetto solido e ambizioso: cresciuta sotto l’ombra del campanile del santuario di Sant'Antonino, la società, che ha radici profondissime essendo nata nel 1922, negli ultimi anni ha intrapreso un deciso cambio di passo con la creazione di nuovi impianti, un campo sintetico di ultima generazione e un campo in erba da far invidia ai club più prestigiosi. L’artefice di tutto questo ha un nome e un cognome: Gabriele Favero. Da un paio di anni nei panni di presidente della società calcistica, Favero con saggezza e intuito ha fatto delle scelte strategiche puntando sull'allenatore Daniele Pagnussato, sul direttore sportivo Massimo Ceccato e sulla perfetta amalgama tra giovani calciatori e chi sui campetti di periferia ci gioca da sempre.

Come Samuel che, sfogliando idealmente l’album di figurine tra i tanti volti che si sono susseguiti nel corso delle stagioni, rappresenta una conferma e un pilastro solido: dieci anni con la stessa maglia bianconera, una mosca bianca nel calcio attuale verrebbe da dire, e la conferma che a 33 anni compiuti si possono provare ancora nuove emozioni: «La vittoria del campionato dell’anno scorso è stata senz'altro la più inaspettata ed emozionante perché non era attesa e raggiunta attraverso numeri incredibili. Zero sconfitte e miglior difesa del Veneto tra tutte le categorie».

Guardandosi negli occhi e sapendo di essere cresciuti, la squadra, nonostante l’etichetta di “neopromossa”, ha completato l’opera questa stagione guidando la testa della classifica già dalla quinta giornata e mantenendo, tra l’altro, un anno e mezzo di imbattibilità. «Ho imparato più quest’anno che negli ultimi dieci – confessa Samuel - avendo potuto giocare accanto a calciatori che hanno militato anche tra i professionisti. A 33 anni, posso dire di esser stato fortunato per aver avuto l’occasione di “sperimentare” un calcio non molto lontano dal professionismo, con regole rigide, strutture all'avanguardia, uno staff preparato, fisioterapisti sempre a disposizione, la lavanderia e cene settimanali».

Samuel Varotto non sa cosa aspettarsi dal futuro, ma con la fascia di capitano avvolta al braccio e pensando al suo percorso, ha la certezza di conservare amicizie e ricordi preziosi: «Sono arrivato all'Arcella che ero poco più che ragazzino e l'anno scorso sono diventato padre di Sebastian: avere un’intera squadra vicina in quei momenti è stato qualcosa di incredibilmente emozionante che mi resterà per sempre».

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