Convivere con il cancro, ora si può

Negli ultimi decenni si è registrato in Italia un costante incremento del numero di pazienti con storia di cancro. Erano 2 milioni e 244 mila nel 2006, sono aumentati sino a oltre 3 milioni nel 2016; nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. Non perché ci si ammali di più, ma perché in sempre più casi dal tumore si guarisce, o col tumore si può convivere.
Sul numero di domenica 23 ottobre, quattro pagine di storie, dati, analisi. La voce dei medici, delle associazioni, di chi è guarito o continua a lottare con un tumore. Perché la malattia si può vincere, o con la malattia comunque si può convivere.

Convivere con il cancro, ora si può

Nel parlare comune, per molto tempo si è liquidata la vicenda con un semplice “brutto male”.
Il riferimento, a un parente, un amico, un conoscente, non aveva bisogno di aggiungere altro: l’interlocutore capiva bene di che cosa si stesse parlando.
Per decenni il cancro è stato (e in parte lo è ancora) una malattia inesorabile, un nemico contro il quale non era facile neppure tentare di combattere; oggi le cose stanno cambiando, grazie ai progressi della medicina, ma anche all’atteggiamento di tanti che cercano in tutti i modi (dalla diagnosi precoce agli “stili di vita” più salutari) di rendere quel “brutto” meno devastante.
Secondo il recente rapporto dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) la sopravvivenza all’insorgere di un tumore, nel nostro paese, è allineata alla media europea e per molti tipi di patologie è superiore. Anche il confronto con il nord Europa, dove si documentano i valori più elevati, è incoraggiante se si guarda all’efficacia globale del nostro sistema sanitario nelle sue componenti preventive, diagnostiche e terapeutiche.

Insomma, quello che veniva un tempo considerato un “male incurabile” è divenuto in moltissimi casi una patologia da cui si può guarire o, comunque, con cui si può convivere
Sta diventando infatti sempre più frequentemente una malattia cronica che consente alle persone colpite di avere una vita attiva, spesso perfino di qualità soddisfacente.

Negli ultimi decenni si è registrato in Italia un costante incremento della prevalenza di pazienti con storia di cancro: erano 2 milioni e 244 mila nel 2006, sono aumentati sino a oltre 3 milioni nel 2016; nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo.

Come sta cambiando lo scenario oncologico in Italia? Ogni giorno circa mille persone ricevono la diagnosi di tumore: un numero importante.
Oggi le due neoplasie più frequenti, il tumore della prostata negli uomini e quello della mammella nelle donne, presentano sopravvivenze a 5 anni di oltre il 90 per cento, con percentuali ancora più elevate per i casi diagnosticati in stadio precoce.

Il risultato è che in Italia oggi sono oltre 3 milioni le persone vive con pregressa diagnosi di tumore. Di queste una buona parte può essere considerata già guarita, con la stessa probabilità di morire per tumore di quella della popolazione generale, e per un numero rilevante di pazienti si prevede la definitiva guarigione.

Nella nostra regione le persone con pregressa diagnosi di tumore sono (a tutto il 2015) 280.871, con numeri importanti riguardanti il cancro alla mammella (oltre 66 mila), alla prostata (41 mila), e al colon-retto (circa 39 mila soggetti).
Il territorio regionale, come altre aree del nord, mostra un'incidenza dei tumori più alta rispetto al centro-sud del paese, tutto questo in ragione della maggior diffusione del consumo di alcool e a vari fattori alimentari. Però c'è anche da sottolineare che i tassi di sopravvivenza nel settentrione sono superiori a quelli nel sud, dato che si può spiegare con la maggiore accessibilità a protocolli di cura moderni ed efficaci.

Sulla Difesa di domenica 23 ottobre, quattro pagine di storie, dati, analisi. La voce dei medici, delle associazioni, di chi è guarito o continua a lottare con un tumore. Perché la malattia si può vincere, o con la malattia comunque si può oggi convivere.

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