Sanità veneta: la riforma è pronta per il sì

L’appuntamento con la rivoluzione sanitaria è martedì o al più tardi per i prossimi giorni, con l’approdo in consiglio regionale del progetto di legge numero 23, che crea l’ormai famosa Azienda zero e fonde le attuali 21 Ulss in nove totali (una per provincia tranne Venezia e Vicenza che ne avranno due).

Sanità veneta: la riforma è pronta per il sì

L’ultimo via libera necessario al voto in plenaria è arrivato mercoledì scorso (8 giugno, ndr) dalla commissione bilancio (la prima), che ha seguito di sette giorni il disco verde esposto dalla commissione sanità.
Tutto lascia dunque intendere che dal 1° gennaio 2017, seppur con un anno di ritardo rispetto al cronoprogramma del governatore Zaia, la promessa fatta in campagna elettorale sarà esaudita e la riforma della sanità veneta sarà realtà.
Il voto in consiglio infatti consentirà alla giunta di stendere i decreti attuativi per la nascita dell’Azienda zero con ampio margine di tempo.

Azienda zero, le opposizioni a muso duro
Se l’assessore alla sanità Luca Coletto parla di «innovazione a livello nazionale» e ribadisce che «il Veneto si è sempre dimostrato all’avanguardia in questo settore e continuerà ad esserlo, adesso anche grazie a questa legge», è proprio sulle numerose funzioni dell’Azienda zero che le polemiche da parte delle opposizioni non si placano.
«L’azienda zero può tutto, interviene su tutto – ha scritto qualche giorno fa sul suo blog il consigliere Pd Claudio Sinigaglia – Acquisti, bandi, concorsi, assorbe il consorzio Arsenal per informatizzare le Ulss e poi logistica, servizi, progetti di finanza, costi standard, ispezioni, fa le proposte di programmazione e gli obiettivi del governo sanitario, fissa gli obiettivi dei direttori, assorbe il Servizio epidemiologico regionale, diventa sede dei Registri, tra i quali il Registro tumori, è la Gestione spesa accentrata, gestisce il sistema assicurativo e i contenziosi, gestisce l’Ufficio relazioni con il pubblico».
In pratica, è la conclusione, un commissario nominato da Zaia gestirà ogni anno 2 miliardi di euro del bilancio regionale.

L’ultimo passaggio in quinta commissione ha invece in parte sistematizzato un altro vulnus potenziale che si nascondeva tra gli articoli della legge: la rappresentanza degli enti locali nella gestione delle nuove super Ulss.
È stato scongiurato il rischio di veder nascere conferenze dei sindaci composte da centinaia di primi cittadini, e dunque inefficaci. Le conferenze rimarranno su base distrettuale, dunque entro i confini delle attuali aziende sanitarie, e invieranno due rappresentanti ciascuna nel nuovo “esecutivo”.
Fin qui, quanto si legge nei 21 articoli della legge. Non rimane che attendere il passaggio il consiglio per comprendere come verrà limato il testo della riforma, come già annunciato dall’assessore Manuela Lanzarin per quanto riguarda il sociale.

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