Asili nido e servizi infanzia, nonostante le promesse l'Italia resta fanalino di coda

I dati della Cisl, diffusi a Roma nel corso del convegno "Diritti civili, sociali e la contrattazione di genere". Il monitoraggio straordinario Piano Nidi (aggiornato a fine 2014) dimostra come il tasso di copertura della domanda potenziale dei nidi e servizi integrativi (senza quindi considerare la scuola dell'infanzia) è in Italia solo del 21,8%.

Asili nido e servizi infanzia, nonostante le promesse l'Italia resta fanalino di coda

L'Italia è ancora il fanalino di coda in fatto di asili nido e servizi all'infanzia.
Secondo i dati della Cisl, diffusi a Roma nel corso del convegno 'Diritti civili, sociali e la contrattazione di genere', meno di un quinto dei bambini nel secondo anno di vita e meno di un decimo dei bambini nel primo anno di vita ha l'opportunità di frequentare un nido d'infanzia.
"Nel panorama Ocse - fa sapere la Confederazione italiana dei Sindacati - l'Italia continua poi purtroppo a distinguersi per una bassa presenza di servizi ai bambini ed alla non autosufficienza e per un alto numero di 'caregivers' informali. Il monitoraggio straordinario Piano Nidi (aggiornato a fine 2014) dimostra come il tasso di copertura della domanda potenziale dei nidi e servizi integrativi (senza quindi considerare la scuola dell'infanzia) è in Italia solo del 21,8%".

La crescita dei servizi che si è avuta negli anni più recenti, quindi, non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti e si configura con caratteristiche molto differenziate sia geograficamente che in relazione all'età dei bambini.
Nel sud - spiega ancora la Cisl - la percentuale di copertura si attesta al 10,7%. Considerando anche gli anticipi alla scuola dell'infanzia, l'Italia nel complesso arriva ad un tasso di copertura pari al 27%, mentre il sud al 19,9%.

Un ruolo sussidiario e di supplenza è svolto dalla 'contrattazione sociale', orientata a sviluppare il sistema dei servizi sociali e socioeducativi a favore della famiglia e dell'infanzia.
Dai dati dell'Osservatorio sociale della Cisl, che annovera 4671 accordi territoriali, il sistema dei servizi per la famiglia e per l'infanzia è stato tra le principali voci che hanno impegnato le strutture territoriali del sindacato. Nell'ultimo triennio sono stati sottoscritti ben 1175 accordi che hanno riguardato la famiglia e 356 accordi con beneficiario i 'minori', soprattutto riguardanti servizi sociali e socio educativi.
Le regioni nelle quali si è maggiormente sviluppata la contrattazione per questa platea di beneficiari sono Lombardia, Piemonte, Campania, Marche ed Emilia Romagna. Ma per la Cisl servono "più servizi a partire dal piano straordinario nidi, ma anche misure concrete che permettano alle donne di essere impiegate nel mercato del lavoro, senza dover scegliere tra occupazione e famiglia".
Il sindacato di via Po ritiene quindi "fondamentale ed urgente l'emanazione del previsto decreto inter-istituzionale che potrebbe consentire alla contrattazione collettiva di accedere al Fondo triennale 2016-2018 istituito con il decreto 80 del 2015 attuativo del jobs act, che riguarda le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro il cui ammontare a 38,3 milioni di euro per l'anno 2016, 36,2 milioni di euro per l'anno 2017 e a 35,6 milioni di euro per l'anno 2018, aiuterebbe non poco le lavoratrici ed i lavoratori del nostro Paese".

Anche per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro la situazione è in forte evoluzione.
"L'osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della Cisl (Ocsel), che ad oggi ha censito circa 5mila accordi - aggiunge ancora la Cisl - mostra come il 18% degli accordi complessivamente considerati regolamenti questa materia, disponendo agevolazioni orarie ed apertura alla concessione del part-time per lavoratrici madri, nonché varie forme di flessibilità oraria".
Poco diffuso, in tutti gli accordi analizzati, il tema relativo alle pari opportunità: "Solo il 3% sul totale complessivi degli accordi stipulati dal 2013 al 2016".
Tuttavia la percentuale di ricorrenza maggiore, nelle singole voci componenti l'area, è quella riferita "alle azioni positive (38%) e alle altre disposizioni (42%), dove troviamo una serie di interventi da parte delle aziende: abbattimento di barriere architettoniche, istituzione di sportelli di consulenza per i lavoratori disabili, formazione e promozione in azienda di azioni positive, disponibilità ad agevolare con forme di flessibilità oraria le esigenze di cura dei lavoratori, monitoraggio sull'attuazione delle disposizioni di legge in materia di pari opportunità in azienda, disponibilità a valutare progetti finalizzati a conciliare il lavoro e la cura della famiglia".
Disposizioni riguardanti le norme antidiscriminatorie, nello specifico, sono presenti nella misura "del 17% degli accordi - aggiunge il sindacato - mentre le sanzioni contro le molestie e/o mobbing rappresentano il 5% degli accordi".

L'impegno del sindacato
"La Cisl - commenta la segretaria organizzativa della Cisl, Giovanna Ventura - intende promuovere ancora di più la contrattazione di genere territoriale ed aziendale per favorire la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro. Ci sarà un grande spazio per le donne sindacaliste e contrattualiste. Per questo, per il prossimo congresso, la Cisl ha già definito le regole per valorizzare molto di più la presenza femminile nei ruoli dirigenziali dell'organizzazione, visto che il 57,14% delle iscritte della Cisl ha un'età inferiore a 50 anni, un'età ottimale per essere coinvolte fortemente nelle elezioni e negli incarichi di Rsu, Rsa e Sas".

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Parole chiave: nidi (2), infanzia (43), asilo (28), donne e lavoro (2), cisl (40)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)