Buona scuola, ecco gli ultimi decreti

"Una iniezione di qualità nella nostra scuola". Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine del Cdm che ha approvato in via definitiva le 8 deleghe della legge 107 su 'La Buona scuola'.
"Delega per delega - gli ha fatto eco il ministro Fedeli - abbiamo prospettato il cambiamento e l'innovazione della scuola italiana". Ecco in dettaglio il contenuto delle 8 deleghe.

Buona scuola, ecco gli ultimi decreti

Al traguardo finale manca ormai solo una delega, delle nove previste dalla legge di riforma approvata a luglio del 2015: è quella sulla revisione del Testo unico sulla scuola, per la quale sarà previsto un disegno di legge delega specifico e successivo.
I decreti approvati venerdì 7 aprile in consiglio dei ministri riguardano:
- il sistema di formazione iniziale e di accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado;
- la promozione dell'inclusione scolastica delle studentesse e degli studenti con disabilità;
- la revisione dei percorsi dell'istruzione professionale;
- l'istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;
- il diritto allo studio;
- la promozione e la diffusione della cultura umanistica;
- il riordino della normativa in materia di scuole italiane all'estero;
- l'adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

"Con i provvedimenti approvati - conclude Fedeli - prosegue il cammino avviato nei primi due anni di attuazione della legge Buona Scuola che ha gettato le basi per un cambiamento culturale importante: la scuola vista come comunità aperta, innovativa, inclusiva in cui ragazze e ragazzi diventano cittadini attivi, accorti, protagonisti, capaci di contribuire alla crescita e alla competitività del Paese, nell'ottica di uno sviluppo sostenibile e nella piena attuazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione".

Con la prima delega cambia il sistema di accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado.
Il nuovo modello di reclutamento e formazione iniziale punta a: evitare che si formino nuove sacche di precariato; offrire orizzonti temporali certi e un percorso chiaro fra concorso e immissione in ruolo alle giovani e ai giovani che vogliono insegnare; garantire l'elevata qualificazione del percorso di formazione delle future e dei futuri docenti.
Con l'approvazione del nuovo decreto, tutti i laureati potranno partecipare ai concorsi, a patto che abbiano conseguito 24 crediti universitari in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche. I concorsi avranno cadenza biennale, il primo sarà nel 2018.

La seconda delega intende invece garantire una scuola sempre più accogliente agli alunni con disabilità, rafforzando il ruolo delle famiglie e delle associazioni nei processi di inclusione e coinvolgendo - anche e soprattutto attraverso la formazione in servizio - tutte le componenti del personale scolastico.
Viene rivista la formazione iniziale dei docenti di sostegno dell'infanzia e della primaria, attraverso l'istituzione di un corso di specializzazione ad hoc a cui si accede dopo aver conseguito la laurea in Scienze della formazione primaria, comprensiva di 60 crediti sulla didattica dell'inclusione.
Tutti i futuri docenti, anche nella secondaria, avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l'inclusione e ci sarà una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.

Nel processo di valutazione delle istituzioni scolastiche viene introdotto il livello di inclusività.
Ogni scuola dovrà predisporre, nell'ambito del Piano triennale dell'offerta formativa, un Piano specifico per l'inclusione. Vengono poi rivisti, razionalizzati e rafforzati nelle loro funzioni gli organismi che operano a livello territoriale per il supporto all'inclusione, con un maggiore coinvolgimento di famiglie e associazioni.
Le commissioni mediche per l'accertamento della disabilità si arricchiscono di nuove professionalità: ci saranno un medico legale e due medici specialisti scelti fra quelli in pediatria e in neuropsichiatria infantile.
Per la prima volta le e i supplenti potranno avere contratti pluriennali. In caso di un rapporto positivo con l'alunno e su richiesta delle famiglie i docenti con contratto a termine potranno essere riconfermati per più anni senza passare dalle annuali trafile di assegnazione della supplenza. Viene rafforzato l'Osservatorio permanente per l'inclusione insediato al Miur.

La terza delega prevede un sistema di istruzione e formazione professionale che educhi le nuove generazioni al 'saper fare di qualità, consentendo una rapida transizione dal sistema educativo al mondo del lavoro.
Il decreto si pone l'obiettivo di dare una chiara identità agli istituti professionali, innovare e rendere più flessibile la loro offerta formativa, superare l'attuale sovrapposizione con l'istruzione tecnica e mettere ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali.
I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio.
Gli indirizzi, a partire dall'anno scolastico 2018/19, passano da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l'assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Con la quarta delega, viene istituito per la prima volta un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni.
L'obiettivo è garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali.
Particolare attenzione verrà data alle bambine e ai bambini con disabilità.

Con la quinta delega viene messa in atto la promozione di un sistema di welfare fondato su livelli di prestazioni nazionali, misure su libri di testo, tasse scolastiche, trasporti.
Tra i provvedimenti. il potenziamento della carta dello studente IoStudio; oltre sessanta milioni di investimento fra borse di studio, mobilità, supporti per la didattica.
Sono previsti specifici finanziamenti per sostenere il welfare studentesco: 30 milioni vengono destinati per il 2017 (diventano 39,7 a regime dal 2019) alla copertura di borse di studio grazie alle quali studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado potranno avere supporto per l'acquisto di materiale didattico, per trasporti, per accedere a beni di natura culturale.
Altri 10 milioni (all'anno, fino al 2019/20) vengono stanziati per l'acquisto di sussidi didattici nelle scuole che accolgono alunne e alunni con disabilità. Ancora altri 10 milioni vengono investiti, a partire dal 2019, per l'acquisto da parte delle scuole di libri di testo e di altri contenuti didattici, anche digitali, per il comodato d'uso dalla primaria fino alle classi dell'assolvimento dell'obbligo.
Supporto aggiuntivo anche per la scuola in ospedale e per l'istruzione domiciliare con uno stanziamento di 2,5 milioni di euro all'anno dal 2017.
È previsto l'esonero totale dal pagamento delle tasse scolastiche - in base all'Isee - per gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado. Si parte nell'anno scolastico 2018/19 con le quarte. Rafforzata la Carta dello studente (IoStudio) che sarà estesa anche a chi frequenta i corsi dell'Afam (Alta formazione musicale e coreutica) e ai Centri Regionali per la Formazione Professionale.

Con la sesta delega, spazio a musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design.
Dopo il Piano Nazionale Scuola Digitale, arriva il Piano delle Arti, un programma di interventi con validità triennale che il Miur metterà in campo di concerto con il Mibact (ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) e che conterrà una serie di misure per agevolare lo sviluppo dei temi della creatività nelle scuole.
Il Piano viene finanziato con 2 milioni all'anno a partire dal 2017 e per la prima volta il 5% dei posti di potenziamento dell'offerta formativa sarà dedicato allo sviluppo dei temi della creatività. Ci saranno perciò risorse e personale.

Con la settima delega si intende colmare le distanze e le frammentazioni oggi esistenti fra le scuole del sistema nazionale e quelle all'estero, estendendo le innovazioni introdotte dalla Buona Scuola anche negli istituti scolastici che operano fuori dal Paese.
Questo si tradurrà, per esempio, nell'istituzione dell'organico del potenziamento anche all'estero. Si tratta di 50 ulteriori insegnanti (si passa da 624 a 674), nuove risorse professionali grazie alle quali si potrà lavorare di più su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno.

Infine con l'ottava e ultima delega, si interviene sugli Esami di stato.
Le novità saranno applicate nel 2018 per l'Esame del primo ciclo e nel 2019 per la Maturità. Alla primaria e alla secondaria di I grado cambia la modalità di valutazione: restano i voti, ma saranno espressione dei livelli di apprendimento raggiunti e saranno affiancati da una specifica certificazione delle competenze.
Maggiore peso viene dato alla valutazione delle competenze in 'Cittadinanza e Costituzione', che saranno anche oggetto di colloquio anche all'Esame di Maturità.
La valutazione nel primo ciclo: il tema dell'ammissione alla classe successiva diventa parte di un processo più ampio di presa in carico delle studentesse e degli studenti.
Le attività svolte nell'ambito della disciplina trasversale 'Cittadinanza e Costituzione' diventano oggetto di valutazione.
Alla primaria varrà la normativa vigente: la non ammissione è prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe. Ma con una novità: viene esplicitato che l'ammissione è prevista anche in caso di livelli di apprendimento "parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione".
Le scuole dovranno attivare, anche questa è una novità, specifiche strategie di miglioramento per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne più deboli. Per una scuola più inclusiva e capace di non lasciare solo chi resta indietro.
Nella secondaria di I grado resta ferma la necessità di frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale per poter essere ammesse o ammessi alla classe successiva.
Anche alla secondaria di I grado, a differenza di quanto avviene oggi, in un'ottica di maggiore trasparenza dei voti e in linea con le esperienza di molti Paesi europei, si può essere ammessi o ammesse alla classe successiva e all'Esame finale in caso di mancata acquisizione dei necessari livelli di apprendimento in una o più discipline.
In questo caso, come per la primaria, le scuole dovranno attivare percorsi di supporto per colmare le lacune.
Alla fine del I ciclo viene rilasciata una apposita certificazione delle competenze oggi già sperimentata da oltre 3.000 istituzioni scolastiche.

Gli esami nel dettaglio:
Esame del I ciclo.
Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado. Oggi le prove sono cinque più il colloquio. L'Esame viene riequilibrato e si torna a dare più valore al percorso scolastico rispetto al peso delle prove finali. Sono previste: una prova di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza.
Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta, ma si svolgerà nel corso dell'anno scolastico, non più durante l'Esame.

Esame del II ciclo.
Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame. Oggi le prove scritte sono tre più il colloquio. Lo svolgimento delle attività di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione, insieme allo svolgimento della Prova nazionale Invalsi. Si viene ammessi e ammesse all'Esame con tutti sei. Fatta salva la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere, con adeguata motivazione, chi ha un voto inferiore a sei in una disciplina (o in un gruppo di discipline che insieme esprimono un voto). L'ammissione con una insufficienza incide sul credito finale con cui si accede all'Esame.
Questo non vale per il voto legato al comportamento: chi ha l'insufficienza non viene ammessa o ammesso.
L'Esame sarà composto da: prima prova scritta nazionale che accerterà la padronanza della lingua italiana, seconda prova scritta nazionale su una o più discipline caratterizzanti l'indirizzo di studi, colloquio orale che accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l'esposizione delle attività svolte in alternanza.
L'esito dell'Esame resta espresso in centesimi, ma si dà maggior peso al percorso fatto nell'ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti. La Commissione resta quella attuale: un Presidente esterno più tre commissari interni e tre commissari esterni.
La prova Invalsi viene introdotta in quinta per italiano, matematica e inglese, ma si svolgerà in un periodo diverso dall'Esame.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)