Orientamento, una bussola nell'età dell'incertezza

Il convegno organizzato a Milano dal 13 al 15 ottobre dalla Società italiana per l'orientamento, nata nell'ambito dell'università di Padova, pone l'accento sui nuovi percorsi di formazione che colgono in positivo le opportunità offerte da prospettive occupazionali ed esistenziali sempre meno lineari, in un tempo segnato da precarietà, crisi e incertezza.

Orientamento, una bussola nell'età dell'incertezza

Quale orientamento per un lavoro dignitoso per tutti, in un’epoca di transizione e incertezza?
Su questo tema si confronteranno, a sintesi del 16° convegno nazionale, gli esperti convocati dal Sio, la Società italiana per l'orientamento, sorta nel 2004 a Padova per riunire docenti, ricercatori universitari e professionisti operanti nell’orientamento per «tutelare gli utenti tramite lo sviluppo della ricerca del settore, la proposta di pratiche di buona qualità, la promozione dell’orientamento come processo di realizzazione personale lungo tutto l’arco della vita».

La tavola rotonda finale sintetizza il cammino dei tre giorni di studio ospitati dal 13 al 15 ottobre a Milano Bicocca e dedicati a definire che tipo di orientamento a un personale progetto di vita è necessario promuovere ne “l'età dell'incertezza”.

«Non c'è alcun dubbio – specifica Laura Nota, presidente del Sio e docente di psicologia dell'apprendimento e della progettazione professionale all'università di Padova – che oggi viviamo in un clima di incertezza e crisi duratura. Clima che chiede alle nuove generazioni e alle persone più vulnerabili nuove capacità di costruire un futuro che non può più essere pensato in modo lineare, dalla scuola all'ambito lavorativo unico, fino alla pensione, con la costruzione parallela dell'ambito familiare. La stragrande maggioranza oggi va incontro a continui momenti di cambio, di ripartenza, con la necessità di ripresentarsi più volte creando un portfolio di competenze da aggiornare continuamente. Questa situazione richiede una capacità di costruzione della propria vita personale e professionale diversa da quelle del passato e che spesso le giovani generazioni non vedono rispecchiata in quelle più anziane, abituate a un processo meno dinamico. Ormai l'orientamento che si spaccia per azione di marketing o più semplicemente cura l'abbinamento persona-contesto non funziona più, anche perché lo stesso contesto necessità di abilità molto diverse tra loro».

Pensiamo all'insegnante, che un tempo coltivava conoscenze specifiche sulla propria materia e attività pedagogiche e sociali di supporto agli altri
Oggi, per essere efficiente, deve essere anche un insegnante tecnologico, deve studiare e aggiornarsi con più assiduità del passato, deve gestire il contesto, dall'aula alla vita all'interno della scuola, con capacità manageriali. Ha bisogno di ventagli variegati di capacità.

È una strada obbligata, ma positiva.
«L'idea che vogliamo sviluppare nel convegno – spiega ancora Laura Nota – è di configurare alcuni atteggiamenti positivi che ci consentono di vivere in modo costruttivo questi cambiamenti, imparando per esempio a ricaricarci velocemente di positività, perché la realtà esterna mangia con rapidità le risorse personali. Gli operatori dell'orientamento, devono diventare anche esperti di ricarica positiva delle persone. Per fare questo abbiamo bisogno di ricerche e studi interdisciplinari con economisti, esperti d'ingegneria dei sistemi, di psicologia, di pedagogia, in modo da avere più idee da realizzare concretamente a vantaggio delle nuove generazioni, ma anche di quelle categorie che sono più a rischio degli altri e sperimentano l'esperienza della disoccupazione, della povertà, della menomazione, dell'immigrazione».
Pensando a loro, Laura Nota si concede di esprimere il desiderio, anzi la necessità di orientale la progettazione del futuro su una visione inclusiva della realtà che, pur coltivando le aspirazioni individuali, consideri anche l'apporto che ciascuno può dare al contesto in una visione solidale e inclusiva.

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Parole chiave: orientamento (10)