A scuola di volontariato, nel nome di Luciano Tavazza

A partire da quest’anno il Centro servizi per il volontariato di Padova, forte delle esperienze formative collegate alla Scuola del legame sociale e ai corsi annualmente organizzati per le associazioni, decide di impegnarsi in un ulteriore progetto innovativo di alto profilo: una scuola di volontariato e legame sociale, dedicata a uno dei padri del volontariato italiano, Luciano Tavazza. 

A scuola di volontariato, nel nome di Luciano Tavazza

La scelta di dedicare questa nuova esperienza formativa a Tavazza non è banale
Morto sedici anni fa egli rappresenta, a parere di studiosi e storici sociali, una delle figure più importanti per capire le potenzialità e le peculiarità del volontariato moderno, perché ha teorizzato l’assunzione della dimensione politica del volontariato nel nostro paese, senza dimenticare la testimonianza del dono e della condivisione.
Il suo impegno, la sua tenacia e dedizione tra gli anni Sessanta e Novanta, lo hanno reso protagonista assoluto nella guida e nell’accompagnamento del volontariato, che si è trasformato appunto da soggetto caritativo e assistenziale a politico. Infatti, la dimensione politica del volontariato è stata proprio la grande novità introdotta da Luciano Tavazza.

La sua fu una rottura culturale, un cambio di passo del pensiero e delle prassi che, significativamente, coincise con il salto di qualità del welfare pubblico.
Furono gli anni in cui le associazioni iniziavano a costruire rapporti tra loro, reti di solidarietà. Furono avviati virtuosi percorsi di sinergia volti a migliorare l’azione delle organizzazioni sul territorio, a potenziare la formazione, ad approfondire la capacità di analisi della situazione.
La nascita del Movimento di volontariato italiano nel 1978 fu un segnale di questa svolta culturale che così veniva descritta da Luciano Tavazza: «Tale impetuoso fenomeno di crescita è stato preceduto da una forte spinta al rinnovamento dell’azione altruistica registrata nelle organizzazioni cattoliche più impegnate nei servizi sociali alle persone, a partire dalla Caritas italiana sotto la guida di Giovanni Nervo. Quest’ultimo è l’ispiratore di una concezione dell’azione volontaria fondata sulla rimozione delle cause di disagio, della povertà e dell’esclusione sociale».
Tavazza prosegue ricordando che l’iniziativa di mons. Nervo aveva scatenato reazioni e diverse polemiche. Sempre secondo lui, invece, proprio l’assunzione della dimensione politica (di pari passo con quella della testimonianza del dono e della condivisione) mirava, per la prima volta, a rendere il volontariato soggetto attivo, partecipe alla programmazione delle politiche sociali e non solo dei singoli servizi. Un metodo e uno stile di partecipazione che differenziano il volontariato dai movimenti di protesta degli anni Settanta e lo accreditano come una democratica forza di pressione per il mutamento sociale, che comporta una leale, aperta e organica collaborazione con le istituzioni, le autonomie locali, le forze sociali e tutte le chiese.

È un cambiamento trasversale di tutta la società.
Il volontariato si pone come movimento collettivo, organizzato ma non conflittuale, socialmente autonomo ma non antagonista, profondamente ancorato alla cultura democratica della costituzione repubblicana, disponibile alla cooperazione con le istituzioni democratiche per il raggiungimento dell’uguaglianza e dell’emancipazione.
Tavazza, a suo modo, è stato capace di interpretare per primo, e molto prima di altri, un passaggio epocale che sociologi come Alain Touraine, Ronald Inglehart, Alberto Melucci e tanti altri studiosi stavano contemporaneamente diffondendo mediante i loro studi e le loro ricerche.
In questa logica ritengo che dedicare la Scuola di volontariato e di impegno solidale a lui sia per il Csv di Padova e per tutto il suo consiglio direttivo un modo per indicare con rigore la strada da intraprendere: quella di impegnarsi per formare volontari e cittadini come protagonisti attivi nel promuovere comunità includenti e in grado di generare nuovi legami sociali.

Il programma

La scuola sarà luogo di formazione destinato ai volontari, a operatori del terzo settore, a persone che hanno voglia di approfondire le loro conoscenze in merito a tematiche sociali e a tutti quanti hanno a cuore il bene comune e la gratuità.
Il suo obiettivo sarà far riflettere sui temi propri del volontariato e trasmettere nuove competenze ai volontari e a quanti decideranno di impegnarsi in attività civili e di volontariato.

Il filo conduttore sarà la carta dei valori del volontariato ed è ispirandosi a essa che sono stati coniugati gli incontri.
Il percorso completo è strutturato in “Saperi fondamentali”, “Strumenti”, “Convegni di alta formazione” e stage. Gli argomenti che costituiscono i “Saperi” sono declinazioni delle tematiche affrontate nella carta dei valori del volontariato, ovvero gratuità, condivisione, sussidiarietà, cittadinanza solidale, funzione culturale e ruolo politico.

L’incontro inaugurale della scuola si terrà sabato 2 aprile alle 10 alla Scuola della Carità di via San Francesco a Padova.
Rifletteranno sul tema “La Gratuità e il dono. Dalla doverosità del gratuito alla gratuità del doveroso” il filosofo Umberto Curi, don Marco Cagol, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, Aldo Bertelle, fondatore della comunità Villa san Francesco e Museo dei sogni.
Gli appuntamenti sono strutturati come dialoghi conviviali, cene, aperti ai corsisti e ad alcune organizzazioni del terzo settore padovano. Le serata si tengono nel locale ex “Vita nova - Terzo tempo” di via Chiesanuova. Dalle 19, ogni incontro prevede la presenza di un relatore per approfondire la tematica della serata e verrà presentata l’esperienza di un’associazione.

Il primo appuntamento di “Saperi” è per giovedì 14 aprile: “Come essere volontari. Il valore della relazione e della condivisione” prevede l’intervento del coach professionista Enrico Antonello. Riconoscere le emozioni coinvolte nell’esperienza di volontariato e come viverle meglio, migliorare le capacità d’ascolto e l’empatia, imparare a gestire le relazioni di sostegno.

Gli “Strumenti” sono incontri, invece, durante i quali verranno approfondite tematiche con le quali quotidianamente le associazioni hanno a che fare, così da svolgere in modo più consapevole e attento il servizio gratuito.
Il primo incontro “Il bello e il brutto del fare insieme” sarà anticipato giovedì 31 marzo alle 20.30 nella Casa delle associazioni a Piove di Sacco. Relatore Luciano Franceschi, responsabile educativo Cemea Padova. Impegnarsi con altre persone per raggiungere un obiettivo comune è sicuramente uno degli aspetti caratterizzanti l’attività all’interno delle organizzazioni di volontariato. Ma andare d’accordo con gli altri non è sempre così semplice.

I convegni di alta formazione sono, invece, momenti di approfondimento di tematiche vicine al mondo associativo, ma di sicuro interesse anche per la collettività.
Verranno realizzati nei mesi di ottobre e novembre nella sala Peppino Impastato di Banca Etica.

Per quanti completeranno l’intero iter formativo verrà rilasciato il diploma della scuola “Luciano Tavazza” e l’assegnazione di distintivi virtuali del circuito “Open badge”. Il percorso è aperto a un massimo di 30 partecipanti, mentre la partecipazione ai singoli corsi e incontri è gratuita e subordinata alla disponibilità di posti.
Per iscrizioni, calendario completo e altro: www.csvpadova.org

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