Avvocato di strada: rapporto 2013, sempre più persone sulla strada

Sempre più persone chiedono aiuto ai 37 sportelli dell’associazione. Sei su 10 sono stranieri, aumentano le donne. La maggior parte ha problemi legati alla residenza e al lavoro. È il rapporto 2013 di Avvocato di strada, che mostra con chiarezza gli effetti della crisi sulla società italiana.

Avvocato di strada: rapporto 2013, sempre più persone sulla strada

Sono 2.718 le pratiche aperte dagli sportelli dell’associazione Avvocato di strada nel 2013. Erano 2.575 l’anno precedente: «Una crescita esponenziale, soprattutto se si considera che si tratta di casi nuovi – precisa Antonio Mumolo, presidente dell’associazione che conta 37 sedi sparse in tutta Italia – Significa che sono tante le persone finite in strada in quest’ultimo anno». Effetto della crisi, soprattutto.
Ma chi si rivolge ad Avvocato di strada e per quali motivi? Dal Rapporto 2013 dell’attività dell’associazione, emerge che 6 persone su 10 tra quelle che si sono rivolte a uno degli sportelli sono straniere, gli uomini sono il 64 per cento del totale e quasi la metà delle pratiche riguarda il diritto civile (residenza, lavoro, sfratti e separazioni, in primis), seguono diritti dei migranti (30 per cento), il diritto amministrativo (12) e quello penale (11).
Confrontando i dati con quelli del 2012, si nota subito un aumento degli italiani, 905 assistiti (pari a un terzo del totale) rispetto ai 729 dell’anno precedente. Cresce anche il numero delle donne: se nel 2012 erano 767, l’anno scorso sono state 964.
«Un indice bruttissimo, perché la strada è difficile per tutti, ma per una donna lo è ancora di più», precisa Mumolo. Molte di quelle che hanno chiesto aiuto ad Avvocato di strada sono di origine straniera, arrivate in Italia per lavorare come badanti e che poi hanno perso il lavoro.

Tra le cause civili, le problematiche relative alla residenza anagrafica si confermano come quelle più frequenti: sono 270 le persone che, nel 2013, si sono viste negare dal proprio comune il rilascio della residenza (erano 191 nel 2012). Senza di essa le persone non possono votare, non possono curarsi, non possono accedere ai servizi sociali.
«Una questione che potrebbe essere aggravata dall’entrata in vigore del decreto Lupi che vieta di dare la residenza di uno stabile alle persone che lo occupano, senza dire come risolvere la questione – dice il presidente di Avvocato di strada – Sono molte le famiglie che, non avendo altre possibilità, hanno occupato edifici abbandonati ma senza la residenza non possono mandare i figli a scuola o trovare un lavoro».
Per risolvere la questione basterebbe dare loro la residenza in una via fittizia, come accade in molte città per le persone senza fissa dimora, e per questo – dicono ad Avvocati di strada – «Confidiamo che la norma venga modificata, perché potrebbe produrre ulteriori problemi sociali per le persone più povere».
Il lavoro è l’altra causa più frequente di accesso dei senzatetto agli sportelli di Avvocato di strada (191 nel 2013). Rimane alto anche il numero delle persone con problemi di sfratto (181) e aumentano le questioni di diritto di famiglia.

In calo – anche per la chiusura dell’Emergenza Nord Africa – le pratiche relative ai diritti dei migranti: sono passate da 1.149 nel 2012 (il 45 per cento del totale) a 829 nel 2013 (il 30). La maggior parte ha riguardato problematiche relative al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno (313). In leggera diminuzione quelle sulla protezione internazionale (301 casi), anche se, fanno sapere dall’Associazione, «le posizioni dei profughi arrivati dalla Libia nel 2011, sono ancora monitorate dai diversi sportelli, in quanto in molti casi l’Avvocatura dello Stato ha impugnato le ordinanze favorevoli ottenute da Avvocato di strada nei diversi tribunali italiani e pertanto si stanno tenendo in questi primi mesi del 2014 le udienze di appello».
Infine, sono 296 le pratiche di diritto penale (l’11 per cento dell’attività dell’associazione), la maggior parte per procedimenti in qualità di persona offesa (45) ovvero vittime di aggressioni, minacce e molestie. Un dato che, dicono dall’Associazione, «rovescia il pregiudizio secondo il quale chi vive in strada sarebbe più portato a delinquere rispetto ad altri. È vero invece il contrario: chi vive in strada è spesso vittime di aggressioni perché è debole e indifeso e anche perché considerato "colpevole" di essere povero».

Avvocato di strada è presente anche a Padova. È possibile incontrare i volontari nei seguenti luoghi e orari:

tutti i lunedì dalle 17.00 alle 19.00, presso il Centro d’Ascolto Caritas, via Bonporti 8, Padova
tutti i giovedì dalle 9.30 alle 11.00, presso le Cucine Popolari, via Tommaseo 12, Padova

Su appuntamento
martedì, ogni 15 giorni, dalle 16.30 alle 18, presso la sede del Centro Aiuto alla Vita, via San Pio X 7, Abano Terme
ogni martedì dalle 16 alle 18, presso il Centro d’Ascolto Caritas, via Roma 65, Casale di Scodosia
ogni mercoledì dalle 17 alle 18.30, presso il Punto giovani Toselli, p.zza Caduti della Resistenza 7, Padova
ogni giovedì dalle 17 alle 18.30, presso il Centro d’Ascolto Caritas, via Gramsci 2, Mejaniga
ogni venerdì dalle 17 alle 18.30, presso il Patronato Redentore, viale Fiume 65, Este

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Parole chiave: avvocato di strada (2), senza fissa dimora (22), povertà (158), crisi (96)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)