Disabilità. La Fish contro l'Inps: "Falsi invalidi? Una bufala mediatica"

Dal 2009 al 2013 si è svolta una imponente campagna di controlli che ha interessato oltre 850 mila persone titolari di pensione o indennità di accompagnamento, vale a dire circa un terzo degli interessati. Lo scorso 29 maggio il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Franca Biondelli, ha reso noti i risultati: sono state revocate 67.225 provvidenze. Molto meno di quanto annunciato dall'Inps, e con un risparmio esiguo.

Disabilità. La Fish contro l'Inps: "Falsi invalidi? Una bufala mediatica"

«Smentita la bufala dei falsi invalidi. Negli ultimi anni giornali e televisioni sono stati permeati da pseudo-notizie ad effetto sul fenomeno, sapientemente alimentate da “dati” ufficiali, da episodi eclatanti (cieco che guida, zoppo che balla, sordo che suona) e da una certa dose di malafede. “Un invalido su quattro è falso”, “Il 23 per cento degli invalidi è falso”, sono solo due dei titoli usciti dopo le dichiarazioni del presidente Inps Mastrapasqua e supinamente riprese da molti articolisti oltre che da molti parlamentari (tanto da finire agli atti di Camera e Senato), contribuendo allo stigma e al pregiudizio dei confronti delle persone con disabilità».

Inizia così la nota diffusa dalla Fish, Federazione italiana superamento handicap, sul tema dei falsi invalidi che ripercorre i fatti degli ultimi anni. Dal 2009 al 2013 si è svolta una imponente campagna di controlli che ha interessato oltre 850 mila persone titolari di pensione o indennità di accompagnamento, vale a dire circa un terzo degli interessati. Lo scorso 29 maggio il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Franca Biondelli, ha reso noti i risultati: sono state revocate, per mancata conferma dei requisiti sanitari o assenza a visita medico legale, 67.225 provvidenze. Il che corrisponde al 7,9 per cento delle verifiche e non certo a un invalido ogni quattro. Ma, prosegue la Fish, quello stesso dato relativo alle revoche è stato «gonfiato ad arte, includendo nel piano straordinario di verifica tutte le persone per le quali è già stata prevista una revisione della loro invalidità, come i malati oncologici per il periodo in cui seguono cicli di chemioterapia. Facile dunque alzare la media includendo anche le revoche di provvidenze ai malati oncologici, che non a caso sono passate dal 3 per cento del 2009 al 33 per cento del 2012. Quel 7,9 per cento di revoche sarebbe stato ancora più basso limitandosi alle verifiche ordinarie».

E quanto stima di aver ricavato l’Inps da questa gigantesca operazione di controllo? Lo dice la risposta all’interrogazione: 352,7 milioni di euro. Lordi, molto lordi. Se si toglie infatti il costo dei medici esterni necessari ai controlli, le spese per il personale impiegato e per la spedizione delle comunicazioni, si scende a 181 milioni di euro che sono ancora da sforbiciare per via del contenzioso. In quasi la metà dei casi, infatti, l’Inps soccombe in giudizio ed è obbligato a restituire, con gli interessi, il “maltolto” pagandoci pure le spese legali. Insomma, alla fin fine il risparmio sarà di poco più di 100 milioni, che sembrano tanti ma rappresentano appena lo 0,67 per cento della spesa annuale per pensioni e indennità.

Le richieste ai media e alla politica. «A fronte di questi numeri fallimentari – accusa il presidente della Fish Vincenzo Falabella – ci sono i disagi patiti dalle persone invalide, spesso convocate a visita nonostante condizioni di salute gravissime, nonché la conseguente dilatazione dei tempi medi necessari per il riconoscimento delle prestazioni. La Corte dei conti segnala nel suo più recente controllo ispettivo che gli invalidi attendono mediamente 299 giorni dalla data della domanda, i ciechi 338. Peggio ancora va ai sordi: 399 giorni. Ora ci auguriamo che gli organi di informazione ci aiutino a smantellare quello che appare in tutta evidenza un odioso pregiudizio, alimentato per anni. Al Parlamento invece caldeggiamo una riflessione profonda: la legge di stabilità per il 2013 (legge 228/2012) ha previsto ulteriori 450 mila controlli da effettuarsi entro il 2015. Si fermi questo sperpero e si approfitti per ripensare in modo efficace ed inclusivo a nuovi criteri di accertamento della disabilità».

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Fonte: Comunicato stampa