Farmaci troppo costosi, crollano le cure

Anche paesi a reddito medio come il nostro sono coinvolti in questa nuova emergenza sociale. L'acquisto di comuni medicinali salvavita può far cadere in povertà. La Fondazione Banco farmaceutico: quasi il 7 per cento degli italiani non si cura oppure si rivolge agli ambulatori che distribuiscono prestazioni mediche gratuite e farmaci che arrivano da donazioni. Welfare in difficoltà, famiglie povere tagliate fuori.

Farmaci troppo costosi, crollano le cure

I farmaci curano, ma a che prezzo? Sembrava un problema dei paesi in via di sviluppo, troppo poveri per accedere alle cure. Poi il contagio si è avvicinato e dalla Grecia, colpita dalla gravissima crisi economica, hanno cominciato ad arrivare le voci di medicinali indisponibili e di aziende farmaceutiche che rifiutavano di rifornire gli ospedali e i dispensari. Ora l’allarme riguarda l’Italia. La Fondazione Banco farmaceutico ha recentemente pubblicato un report che racconta come quattro milioni e 800 mila poveri italiani rinuncino quotidianamente a esercitare il proprio diritto alla salute. Quasi il 7 per cento degli italiani non si cura oppure si rivolge agli ambulatori che distribuiscono prestazioni mediche gratuite e farmaci che arrivano da donazioni.
 
Impoverimento assicurato. Secondo uno studio della Erasmus University di Rotterdam (Olanda), una parte considerevole, fino all’86 per cento, della popolazione che vive nei paesi a reddito medio e basso potrebbe cadere in povertà a causa dell’acquisto di comuni medicinali salvavita. Con l’obiettivo di mostrare l’impatto del costo dei medicinali sulle popolazioni più povere, gli autori hanno calcolato il “tasso di impoverimento” relativo a quattro farmaci in 16 paesi a basso e medio reddito, mettendo a confronto il reddito pro capite giornaliero, prima e dopo l’acquisto di un panel di farmaci che curano patologie comuni tra antibiotici, antidiabetici, antipertensivi, broncodilatatori.
I risultati dello studio mostrano che il costo elevato dei farmaci incide inesorabilmente sulle condizioni economiche già precarie dei bassi redditi. Inoltre, il trattamento di condizioni croniche come asma, diabete e malattie cardiovascolari, spesso richiede una combinazione di medicinali che finisce per avere una ripercussione ancora più grave di quanto stimato.
 
Costi stratosferici. I costi dei medicinali dipendono da una combinazione di fattori su cui incidono la ricerca, la tecnologia, la sperimentazione, la diffusione. Ma come non ricordare le due note multinazionali balzate agli onori delle cronache, e della magistratura, per aver formato un “cartello” sul farmaco destinato a contrastare la più diffusa patologia della vista tra gli anziani e altre gravi malattie oculistiche, così da mantenerne artificiosamente alto il costo?
Ed è di poche settimane fa il caso del sofosbuvir, il nuovo antivirale per la cura dell’epatite C. Ebbene, il prezzo di questo nuovo farmaco si calcola potrà aggirarsi attorno ai 50 mila euro per ogni trattamento.
Se poi parliamo di antitumorali, l’allarme è esponenziale. Nel 2013 la spesa globale per i farmaci anticancro ha toccato quota 91 miliardi di dollari, e cresce al ritmo del 5 per cento annuo. Dato che la cosiddetta “ricchezza complessiva” è da tempo ferma al palo, stante la crisi globale dell’economia, va da sé che la cura del cancro entra a pieno diritto tra i criteri della “insostenibilità”. Farmaci troppo costosi, campagne di prevenzione da sviluppare, istituzioni poco attente, possono innescare un meccanismo a orologeria devastante per i cittadini e destinato a deflagrare nel giro di pochi anni.
 
Lo sforzo economico delle famiglie. Chi può sostenere questi costi? Quale sistema di welfare è in grado di reggere sul lungo periodo un simile salasso? E, di conseguenza, quali sono le scelte di politica sanitaria che verranno fatte?
Non stupisce che, invece delle gioiellerie e delle banche, la criminalità organizzata abbia cominciato a colpire i dispensari farmaceutici. Il mercato nero delle medicine è una florida operazione commerciale che trova nel traffico di farmaci salvavita un indotto economico di proporzioni vastissime.
Quello che non si fa per vie usuali poi, lo si fa grazie al web, il gran bazar della compravendita di prodotti sulla cui autenticità, sicurezza, appropriatezza, nessuno può garantire nulla. Secondo i dati Istat, a carico dello stato è solo il 61 per cento della spesa sanitaria globale degli italiani.
Il resto lo fa la famiglia, contribuendo in media per 92,45 euro al mese. Ma i nuclei familiari poveri (un milione e 700 mila, per un totale di quasi cinque milioni di individui) spendono molto meno: 16,34 euro al mese di cui 15 sono solo per i farmaci. Il dilemma tra etica, economia e salute è un nodo tutto da sciogliere e va fatto prima che diventi così inestricabile da dover essere tagliato di netto. Con quali conseguenze per tutti, è drammaticamente facile prevederlo.

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Parole chiave: cure (15), welfare (91), farmaci (14), sanità (92), malattia (11), povertà (158)
Fonte: Sir