Help for life accanto ai bambini spaccapietre del Benin

Sono centinaia i bambini che, per sopravvivere in Benin, sono costretti, sin dall’età di un anno, a spaccare pietre che poi vengono rivendute all’edilizia locale per pochissimi franchi. Tutto ciò rappresenta una gravissima violazione dei diritti dei bambini che la fondazione Help for life di Padova ha deciso di far conoscere in Italia con una campagna sociale appena avviata.

Help for life accanto ai bambini spaccapietre del Benin

Braccia e gambe sottili, pancia gonfia e pelle completamente ricoperta di polvere bianca. Sono i “bambini spacca pietre” del Benin che sin dai primi anni di vita devono stare tutto il giorno seduti con un martello in mano a ridurre le pietre in piccoli sassolini da rivendere all’edilizia locale per pochissimi franchi.

Le condizioni di estrema povertà del paese, la bassissima scolarizzazione e la forte diffusione della religione vudù, portano a una scarsa considerazione della tutela dei bambini e per questo la fondazione padovana Help For Life lancia una campagna sociale a favore di queste piccole vittime con l’obiettivo di far conoscere in Italia la loro dolorosa realtà e raccogliere fondi per un intervento che eviti lo sfruttamento minorile.

«Ho scoperto la situazione dei bambini del Benin leggendo un articolo in un giornale – racconta Rebecca Fedetto, direttrice della fondazione Help for Life e responsabile del progetto – Inizialmente ho fatto fatica a immaginare che esistesse veramente una realtà così drammatica. Per questo, a novembre 2016, ho deciso di organizzare una missione esplorativa insieme alle volontarie Elisabetta Basso e Sara Ricciardi».
Grazie all’aiuto dei frati Cappuccini di Cotonou (la città più popolosa del Benin) le volontarie hanno visitato i villaggi di Colas, Bembereke e Dassà, dove centinaia di bambini sono costretti, sin dall’età di un anno, a spaccare pietre portate dalle cave vicine con gravi conseguenze per la salute: spesso si feriscono colpendosi con il martello o con le schegge; riportano danni alle articolazioni, a causa della posizione tenuta dieci ore al giorno, e danni ai polmoni, a causa delle polveri che respirano.

«Nelle cave si ha la sensazione di entrare in un girone dell’inferno dantesco – prosegue Rebecca Fedetto – La temperatura all’interno raggiunge i 40 gradi, c’è un rumore assordante di martelli, polvere, sporco e mancanza d’acqua. I bambini vivono così da quando nascono, prima al fianco delle mamme che lavorano nelle cave e poi, quando hanno la capacità di tenere in mano un martello, spaccando le pietre».

Per sensibilizzare i ragazzi italiani sulle violazioni dei diritti dei bambini, da marzo la fondazione Help for Life è impegnata a raccontare nelle scuole l’esperienza fatta in Africa. Invece, per raccogliere fondi per acquistare pompe per l’acqua per coltivare i terreni dei villaggi e consentire ai bambini di andare a scuola, dopo Pasqua la fondazione ha in programma un evento pubblico. Informazioni www.helpforlife.it

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: bambini (57), Africa (53), diritti umani (11), benin (1)