Nuova vita compie vent'anni. Era un sogno, oggi è realtà

Uno spettacolo teatrale aperto alla cittadinanza, per ricordare che il lavoro nasce e si alimenta nei bisogni di un territorio, di una comunità. Una mostra fotografica, per rileggere i momenti più importanti di un cammino. Un incontro conviviale dei soci, per rinsaldare un patto che dà forza, che crea lavoro.
Con questi tre momenti, la cooperativa sociale Nuova Vita di Camposampiero sta festeggiando in questi giorni i vent’anni di attività.

Nuova vita compie vent'anni. Era un sogno, oggi è realtà

«Vogliamo cogliere in questa scadenza – sottolinea il presidente Armando Mattesco – un’opportunità per aggiornare le mappe del nostro viaggio, per stringere meglio le fila, per mettere a fuoco le nuove mete».

«Per ritrovare, nella filigrana della nostra storia, quell’entusiasmo e quella spinta che portarono, nel luglio 1997, un gruppo di giovani a cogliere il vento nuovo che spirava nell’Alta Padovana e nella Castellana. Un vento che parlava della possibilità di legare il bisogno di lavoro alle necessità della comunità, di superare la fragilità individuale con un progetto comune».

Oggi la cooperativa Nuova Vita supera i 160 soci lavoratori ed eroga servizi socio assistenziali e sanitari a persone anziane non autosufficienti e disabili, in strutture residenziali e diurne.

Nell’area persone anziane, gestisce i padiglioni per non autosufficienti del Centro servizi Bonora di Camposampiero e della Casa di riposo Mariutto di Mirano.
Nell’area disabilità, gestisce due strutture: il centro disabili motori “Il Laboratorio” di Camposampiero, più conosciuto col nome di “la Casa Rossa”, per persone adulte portatrici di disabilità motoria e cognitiva acquisita a seguito di trauma cranico o grave evento morboso, e la Rsa “Casa Gialla” di Camposampiero, complesso residenziale per ospiti con disabilità grave.

Guardando avanti, il presidente Mattesco non nasconde le difficoltà del movimento cooperativo

«All’esterno – ricorda – perché sono cambiate le regole, il mercato, le risorse, in un tessuto sociale più fragile. All’interno del mondo cooperativo, perché sono cambiate le persone, lo scenario, la fatica di relazionarsi con enti che chiedono nuove competenze. Un quadro che rischia di indebolire quella spinta motivazionale vitale che rappresenta il valore aggiunto della cooperazione sociale».

«Della festa di questi primi vent’anni – conclude il presidente di Nuova Vita – non possiamo che uscire con l’impegno di proseguire in questo solco, occupandoci sempre più del “ben-essere” delle persone, di nutrire l’immaginazione, di non perdere mai il gusto di inventare cose nuove. Cercando di contaminare l’intero territorio, affinché ci sia posto per i sogni. Perché noi saremo solo quello che sapremo immaginare oggi». 

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