Padre Richard Mbata: a Padova per studiare economia all'università

È a Padova per studiare economica, padre Richard Mbata. Congolese, 42enne, ha raccolto la sfida del suo vescovo: acquisire tutti gli strumenti operativi per "accompagnare" la gestione economica della sua diocesi. Per lui è stato pensato, da un gruppo di soggetti (capitatanati dal Centro missionario diocesano), un percorso formativo su misura

Padre Richard Mbata: a Padova per studiare economia all'università

«A volte penso che la mia vita potrebbe diventare un film». Me lo dice sorridendo, padre Richard Mbata. Un film, spesso drammatico, in cui questo prete congolese, 42enne, ha sempre invocato il Signore e ha sempre trovato risposta. Me lo racconta, questo film che è la sua vita, a Bastia di Rovolon. Qui, dal venerdì al lunedì, ogni settimana, si spende nell’unità pastorale. Il resto dei giorni è all’istituto Barbarigo, dove studia. «La prima volta che sono venuto a Bastia era il giorno di Santo Stefano del 2016. Quello non era per me un periodo facile. Ero arrivato a Padova da pochi mesi, stavo imparando la lingua... Soprattutto percepivo che venivo guardato in modo diverso a seconda che fossi vestito da prete oppure no. Mi faceva stare male. A Bastia, dopo quella messa, le persone sono venute da me, hanno voluto conoscermi, mi hanno parlato nella mia lingua, il francese... Mi sono sentito accolto».

Padre Richard Mbata – «è il nome di mio nonno e significa “la forza della memoria”» – è prete dal 2011. È uno dei 63 della sua diocesi, Nkayi, che conta 342 mila abitanti e 17 parrocchie. Dopo quattro anni di ministero, il suo vescovo, Daniel Mizonzo, gli fa una proposta, che padre Richard chiama “sfida”: studiare economia. «Formati, per intervenire nella gestione della diocesi e delle parrocchie». Il vescovo Mizonzo chiede alla diocesi di Padova di sostenere, come chiesa sorella, il percorso formativo di Richard. Che non è l’unico prete straniero giunto a Padova per formarsi: è questa una bella consuetudine, che al momento vede presenti 17 preti stranieri seguiti dal Centro missionario diocesano in sinergia con altre realtà e parrocchie.

Padre Richard è arrivato a settembre 2016, troppo tardi, però, per iscriversi alla facoltà di economia. Soprattutto non parlava per niente la lingua. E qui si è “materializzato” uno dei colpi di scena che hanno costellato la sua vita.

Mentre mi racconta la sua storia, in ogni parola che pronuncia c’è una traccia indelebile del suo passato nella Repubblica del Congo. Lo si coglie tutte le volte, e sono tante, in cui parla di sua mamma. Lei che, dopo la morte del marito – Richard aveva 16 anni ed era il più grande di sette fratelli – è costretta a lasciare Brazzaville e si rifugia a Lautetè. Lei che, per far sì che i figli più grandi continuino la scuola, li lascia in città da soli. «Non avevamo niente. Ci aiutavano un po’ i parenti del papà, ma soprattutto le persone del quartiere. Poi è arrivata la guerra civile, nel 1993, e nessuno più si è occupato di noi».

La pace viene siglata nel 1994, ma la situazione non migliora per nessuno. Richard continua ad andare a scuola e nel 1997 ottiene la maturità scientifica. Vorrebbe iscriversi all’università, ma non è possibile. È in quel periodo che comincia a frequentare il Rinnovamento carismatico. «Si accorgono presto che mi piaceva leggere la bibbia e spiegarla agli altri. Mi affidano così il ministero dell’evangelizzazione». Richard vive la parrocchia con grande slancio, tanto che viene nominato segretario generale della gioventù. 

Già prima della morte del padre, e della guerra, aveva manifestato il desiderio di diventare sacerdote. «Facevo parte degli aspiranti e seguivo un percorso di discernimento. Ho sempre sentito forte la vocazione, anche se c’erano in me sempre dei dubbi: se vado in seminario, chi si occuperà di mia mamma? E chi lo pagherà?».

Intanto comincia una nuova guerra, nel 1997. Richard scappa a Pointe-Noire, capitale economica del paese. Qui, incontra un vecchio compagno di scuola che fa il venditore ambulante di piccoli oggetti. Si mette anche lui a fare il venditore ambulante. «Vendevo farmaci, ma non è andata bene». Poi vende capre, frutta e altra merce recuperata dai villaggi. Ma nemmeno questo funziona. «Quello, però, è stato un momento chiave per la mia vocazione». Durante un viaggio in treno, in cui per proteggere la sua merce aveva pagato un soldato, questo gli affida, perché lo custodisca, un costoso stereo. Purtroppo glielo rubano e viene minacciato di morte. «Lì è cominciato un periodo bruttissimo. Mi sono ammalato. Sono dimagrito e caduto in uno stato di depressione. Sentivo che la vita non aveva più senso, ma ho pregato. E mi sono detto: alzati e vai avanti».

A Lautetè, dove ritorna, frequenta ancora il Rinnovamento carismatico e coltiva la sua fede. «Ero diventato matto di Gesù e della chiesa». Proprio lì una donna gli dice: «Io ti vedo prete». Lui ci pensa, ma tornano i dubbi. Finché il suo parroco non lo chiama e gli mostra un foglio: la domanda d’ingresso in seminario. «Il consiglio parrocchiale desiderava che io entrassi. Ma chi paga sette anni di studi? Chi si occupa di mia mamma?».
Richard prepara tutti i documenti, ma allo stesso tempo partecipa a un concorso per insegnanti. E lo vince. Che fare ora? «È stata mia mamma a sciogliere ogni dubbio. Mi ha ricordato che fin da bambino, quando ancora mio papà era in vita, dicevo: voglio farmi prete. E così sono entrato in seminario. In quei sette anni mi ha sostenuto, in tutto e per tutto, il Rinnovamento carismatico».

Torniamo a Padova. A quel circolo virtuoso che si è messo in moto “intorno” a padre Richard. Un circolo di persone che l’hanno preso per mano perché la sfida affidatagli dal suo vescovo – studiare economia – venga portata a buon termine. Per fare questo è stato pensato un percorso formativo su misura per lui, per dargli tutti gli strumenti operativi in tema di organizzazione e gestione amministrativa. Ha studiato al Barbarigo, ha avuto modo di conoscere come funzionano la curia di Padova e alcune realtà come Centro missionario diocesano e Caritas. Ha visto anche la gestione economica in parrocchia, grazie alla sua presenza a Bastia di Rovolon. Il 5 dicembre scorso padre Richard ha fatto sintesi del suo lavoro fino a questo momento, presentando davanti ai diversi soggetti che lo stanno accompagnando una tesina dal titolo “Per una riorganizzazione della gestione economica e contabile del Congo”.

Questo film, che è la vita di padre Richard Mbata, ora si trova a un bivio: come andare avanti? Una risposta arriverà dal suo vescovo, in visita a Padova in questi giorni. «Di certo, qualsiasi siano i prossimi passi, dovrò “lavorare” per far capire alla mia gente cosa ho fatto qui a Padova. Pensano che sia venuto a imparare come moltiplicare i soldi. Invece a me interessa far sentire che l’economia è vita. L’economia è a servizio dell’uomo: questa è la sfida».

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