Tra gli artisti che hanno lavorato per le chiese padovane, l’onore di chiudere le segnalazioni a corredo dell'Atlante delle parrocchie - che con questa settimana giunge alla sua conclusione - spetta a Dario Varotari, pittore veronese autore per la chiesa di Voltabrusegana di una grande pala raffigurante la Madonna in trono con il bambino accanto a san Giorgio, san Martino, san Giacomo minore e san Filippo che merita un attento sguardo.
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La pala conservata nella chiesa arcipretale di Vigonovo è stata eseguita prima del soggiorno a Madrid, ma già si avverte la diversità di stile e di tratto che il giovane Tiepolo conferisce alle sue opere. Sul soffitto della chiesa di Cartura, invece, Giandomenico Tiepolo ha eseguito un’Assunta, la sua ultima opera d’arte sacra. Sono questi due gioielli del figlio e fedele collaboratore del più celebre Giambattista le due principali opere racchiuse nel fascicolo numero 35 dell'Atlante delle parrocchie.
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La chiesa di Valnogaredo, illustrata sinteticamente nel 34° fascicolo dell'Atlante delle parrocchie, è legata al nome della nobile famiglia veneziana dei Contarini che dal 1519 al 1876 ebbe, attraverso vari eredi, il giuspatronato sulla parrocchia, con il dovere della manutenzione dell'edificio sacro e il diritto di nomina del parroco. Qui il Guarana ha dipinto un Trionfo di san Bartolomeo che potrebbe celare, però, la beatificazione del vescovo Barbarigo.
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Il fascicolo numero 33 dell’Atlante delle parrocchie porta a scoprire, tra le tante opere d'arte di cui sono ricche le chiese della diocesi, quelle conservate al Torresino di Padova, a partire dall’immagine miracolosa della Pietà che sta all’origine del santuario, sorto secoli prima di diventare chiesa parrocchiale, con il trasferimento della sede da San Michele arcangelo.
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Tra le opere d'arte presentate nel fascicolo 32 dell'Atlante delle parrocchie spicca il crocifisso di Andrea Brustolon nella chiesa di Stanghella, dono della famiglia Pisani. Lo scultore bellunese era abilissimo anche come intagliatore di mobili e di cornici. Fu discepolo del genovese Filippo Parodi, artefice della cappella del Tesoro in basilica del Santo. A Brustolon fu infatti chiesto di idearne la portella, mai però realizzata.
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Tra le parrocchie presentate con le loro opere d'arte nel fascicolo 31 dell'Atlante merita sicuramente una visita Solagna, alle pendici del Grappa. La chiesa parrocchiale conserva pregevoli opere d'arte, tra cui spicca per la secolare devozione che la circonda la Madonna dell'aiuto  di Francesco Dal Ponte il vecchio, padre di Jacopo, che ha accompagnato la popolazione anche nella tappa più dura della sua storia: il profugato in Lombardia durante la Grande guerra.
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Nella chiesa del Sacro Cuore alle Terme, progettata sessant’anni fa da Giulio Brunetta, l’artista francescano Costantino Ruggeri ha riprogettato lo spazio interno adeguandolo alla liturgia conciliare e realizzando un ciclo di vetrate che evocano atmosfere simboliche. Il battistero richiama i simboli dell’acqua risanatrice e del grembo materno fecondato dallo Spirito per generare un’umanità nuova.
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La chiesa di Santa Sofia, a cui dedica una scheda storico-artistica il fascicolo numero 29 dell’Atlante delle parrocchie, conserva innumerevoli oggetti d’arte, a partire dagli affreschi del 1200. Abbiamo scelto di soffermarci su di un’unica opera, la Pietà di Egidio Gutenstein di Wiener Neustadt, per gli innumerevoli agganci che essa offre con altri gioielli del patrimonio storico-artistico padovano.
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La chiesa di San Nicolò in Padova, descritta nella sua storia e nell’arte dal fascicolo numero 28 dell’Atlante delle parrocchie, non manca certo di gioielli artistici degni di un approfondimento. Tra tante attribuzioni e opere d’incerta paternità, spicca, nella seconda cappella a sinistra, la tela rappresentante la Sacra famiglia e le sante Francesca Romana ed Eurosia firmata da Domenico Tiepolo e datata 1777.
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Tra le opere conservate nelle chiese descritte nel 27° fascicolo dell'Atlante delle parrocchie, vale la pena raccontare il grande crocifisso realizzato da Dante Moro, l’artista di Falcade scomparso nel 2009, per la chiesa di Santa Maria Annunziata di Albignasego. La sua scultura riesce a fondere con romanica espressività potenza e armonia.
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Tra le opere d'arte più celebri conservate nelle chiese descritte nel 26° fascicolo dell'Atlante delle parrocchie spiccano le pale del Veronese dedicate a Santa Giustina. Quella della grande basilica padovana, in particolare, fu realizzata dopo la battaglia di Lepanto, vinta nel giorno della martire padovana; in piena polemica contro i protestanti, esprime simbolicamente il cammino di fedeltà alla chiesa verso il paradiso.
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«Arte come mistero, come evento in cui domina sempre la figura dell’uomo, nel quale si dispiega il mistero dell’essere, anche se questo non si esaurisce nella finitudine dell’uomo»: così il filosofo padovano Giorgio Penzo descriveva la pittura di Dionisio Gardini, un artista che ha lasciato un segno forte, qualitativamente e quantitativamente, nell’arte sacra padovana. L’occasione per parlarne, a tre anni dalla morte, mentre è in preparazione la prima esplorazione critica completa della sua lunga attività artistica, è fornita dal 25° fascicolo dell’Atlante delle parrocchie, che contiene la scheda storico-artistica della comunità di San Domenico di Selvazzano.

Le opere più antiche descritte nel 24° fascicolo dell’Atlante delle parrocchie risalgono alla fine del Cinquecento e si trovano nelle chiese di Rovolon, Rubbio e Sant’Anna Morosina. Tra quelle contemporanee, la porta maggiore in bronzo della chiesa di Sant’Angelo di Piove, realizzata da Stefano Baschierato.
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Tra i tesori artistici delle parrocchie presentate nel 23° fascicolo dell'Atlante spicca il polittico di Roncajette. L’opera oggi conservata in sacrestia è stata ammirata da oltre 500 persone in occasione delle Giornate di primavera del Fai. Tra i vari santi effigiati c’è anche san Fidenzio, titolare della chiesa di Roncajette, il vescovo padovano venuto dall’Africa il cui corpo è stato rinvenuto alla fine del primo millennio e che è sepolto a Megliadino.
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Il 22° quaderno dell’Atlante delle parrocchie potrebbe essere definito “il fascicolo dei rimpianti”. In due delle chiese descritte, infatti, accanto alla indicazione delle pregevoli opere tuttora conservatevi, si ricordano quelle, pur di qualità, che in diverse occasioni vi furono sottratte.
Tra i tanti capolavori presentati, uno spicca su tutti: è la Madonna di Pozzonovo, opera del fiorentino Nanni di Bartolo.
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Le pale piovesi di Giovanbattista Tiepolo rappresentano il tesoro più prezioso tra quelli raccontati nel 21° fascicolo della raccolta. La Madonna del Carmine è esposta nel duomo di Piove mentre l’Estasi di san Francesco di Paola, un tempo collocata nella chiesa di San Nicolò, è ora al museo diocesano.
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Tra le tante opere d'arte presentate nel 20° fascicolo dell'Atlante delle parrocchie, un piccolo gioiello, sopravvissuto per miracolo è la chiesetta ex curaziale di San Giovanni Battista di Palù, con la cappella funebre dei da Lazara, affrescata da Luca Ferrari da Reggio. 
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Sono 13 le parrocchie descritte nel 19° fascicolo, in cui non manca la scultura sempre in evoluzione di Pietro Danieletti, che ebbe l’onore di essere effigiato in Prato della Valle (unico del suo periodo insieme ad Antonio Canova) mentre sta eseguendo il busto del Morgagni. Tra le sue opere migliori, oltre alle statue della facciata della chiesa di Noventa e quelle all'interno, vanno ricordati gli altari di Boara Pisani, Barbona, Casale di Scodosia e l’imponente battistero della chiesa di Bovolenta.

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È davvero ricchissimo di opere d’arte il 18° fascicolo dell’Atlante delle parrocchie che contiene le schede di 12 comunità. Accanto al quattrocentesco duomo di Montagnana, con i suoi capolavori attribuiti al pennello di Bartolomeo Montagna, Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco, di Paolo Caliari detto il Veronese, bisogna almeno collocare il santuario di Monteortone, anch’esso quattrocentesco, con gli affreschi di Jacopo Parisati da Montagnana e di Giovanni Minelli de’ Bardi.
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Il panorama artistico padovano del primo quarto del Quattrocento appare ancora oggi complesso e di controversa lettura. Non è quindi del tutto certa l’attribuzione della tavola denominata Madonna del latte del Duomo di Monselice, ed esposta al museo diocesano, ad Antonio di Pietro da Verona, che i documenti mostrano presente a Padova in quel periodo e nel 1421 incaricato di dipingere un’ancona.
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La Madonna delle grazie del Giambellino, venerato nel santuario mariano di Piove di Sacco, è un capolavoro rinascimentale, che esprime con la dolcezza dell’arte – come sottolineò Paolo Tieto – il rapporto di materna mediazione svolto dalla Vergine nei confronti della misericordia divina. «Le grandi mani della Madre che avvolgono il Bambino rammentano il vincolo carnale e il rapporto unico carico di affetti che la lega alla sua creatura».
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Nella chiesa di Liedolo, come in quella di Sant’Eulalia, Cittadella, Romano, San Nazario, Valstagna, Pove sono numerose le pale dipinte da Jacopo Apollonio, diligente ma anche originale epigono del celebre nonno, Jacopo dal Ponte, di cui ereditò a livello locale la folta committenza.
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Nelle opere su vetro di Fulvio Pendini, come quelle realizzate per la Via crucis della cappella invernale della chiesa dei Santi Angeli custodi alla Guizza, l’artista padovano trova occasione per accentuare il suo procedimento di sintesi stilistica che ispessisce le linee di demarcazione tra gli incastri delle figure. Una ricercata essenzialità che diventa «misura indispensabile per raggiungere lo spirituale e per trasformare l’arte in un vero e proprio medium dell’esperienza religiosa».
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Il 14° fascicolo dell'Atlante delle parrocchie ci porta a Gallio. La chiesa distrutta durante la Grande guerra era un gioiello dell'arte veneta, scrigno di opere di Giovanni Da Ponte, Francesco Nasocchio e Luca Martinelli, senza contare gli affreschi parietali commissionati da don Carlo Liverio, divenuto poi vescovo di Città di Castello e beato. Opere che l'improvviso ordine di evacuazione alla vigilia della Strafexpedition non permise di mettere in salvo
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Al duomo di Santa Tecla di Este l’altare del Santissimo è il capolavoro dello scultore settecentesco Antonio Corradini, che non è di origine estense, come si riteneva un tempo, ma ha donato alla città un’opera indimenticabile tra cui spicca la Fede velata.
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L'undicesimo fascicolo dell'Atlante delle parrocchie, tra molte opere d'arte degne di menzione, racconta anche la storia di un piccolo gioiello d’arte di proprietà della parrocchia di Curtarolo: è l’oratorio di San Francesco, la cui cupola è affrescata da Giusto de Menabuoi, lo stesso autore fiorentino che ha eseguito il ciclo del battistero della cattedrale.
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Il decimo fascicolo dell'Atlante delle parrocchie ci porta a scoprire la storia di un capolavoro ritrovato. L’opera fu scoperta a Correzzola agli inizi del Novecento nascosta in un’intercapedine dietro l’altar maggiore. Ritrae la Madonna con il Bambino accanto a san Leonardo di Limoges e san Prosdocimo e fu eseguita da Girolamo Dal Santo, l’artista padovano che già stava lavorando per i Benedettini.
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Tra le parrocchie illustrate nel nono fascicolo dell’Atlante delle parrocchie c’è Cervarese Santa Croce, che conserva tra i suoi gioielli uno dei capolavori di Pietro Paolo Dalla Vecchia, erede di una famiglia di scultori e intagliatori a cui si devono molte opere presenti nelle chiese della diocesi.
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L’ottavo quaderno dell’Atlante delle parrocchie porge l’occasione per parlare di un autore molto conosciuto a Padova e nel Padovano, Pietro Damini, di cui Casalserugo conserva due importanti opere pienamente improntate ai nuovi canoni stilistici proposti dalla Controriforma.
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La Pietà in terracotta di Andrea Briosco, il più grande maestro del bronzetto rinascimentale, nato a Padova da padre trentino, è solo una dei tesori artistici che raccontiamo nell'Atlante delle parrocchie. Questa settimana il nostro percorso va da Cantarana a Cartura passando per Caorera, Carpanè, il Carmine e Cartura tra le altre. Iscriviti per scaricare gratuitamente il settimo fascicolo dell'Atlante delle parrocchie in formato pdf.

Il sesto fascicolo dell’Atlante delle parrocchie presenta le comunità da Campagna Lupia a Canove. Meritano una particolare attenzione per i loro tesori artistici Camponogara e Candiana, dove è possibile scoprire toni, forme e suggestioni del secondo Settecento.
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Protagonista della quinta tappa dell'Atlante delle parrocchie è il trittico di Catarino Veneziano di Cadoneghe, un tesoro la cui attribuzione si deve alla storia dell'arte Francesca d'Arcais dopo la segnalazione del restauratore Antonio Lazzarin L’opera trecentesca non è purtroppo visibile in attesa del completamento dell’intervento di sistemazione interna della chiesa parrocchiale.
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Tra le tante opere d’arte esposte nelle parrocchiali delle diverse comunità raccontante nel quarto volume della raccolta, spicca la Sacra conversazione con la Madonna tra san Zeno e Giovanni Battista di Borso del Grappa, firmata dal giovane Jacopo dal Ponte detto il Bassano nel 1538. Una tavola che dispiega una modernità pienamente cinquecentesca.
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Nella chiesa del Bassanello è custodita la Beata vergine con Bambino. La tela, proveniente dal monastero di San Francesco Piccolo, demolito con il “guasto” dei veneziani, è attribuita al pittore trecentesco Stefano da Ferrara. Una pia tradizione ricorda che durante una piena la lampada a olio davanti all’immagine della Madonna rimase accesa per otto giorni senza che nessuno l’alimentasse.
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Secondo fascicolo della raccolta dedicata a storia, arte, servizi delle 459 comunità parrocchiali della diocesi. Tra le opere d'arte spicca lo straordinario Cristo di Arzerello, opera di un allievo del Donatello.

Primo fascicolo della raccolta dedicata a storia, arte, servizi delle 459 comunità parrocchiali della diocesi, ora riproposta in una duplice forma: in pdf per chi vuole conservare l'intera raccolta e in singole pagine dedicate a ciascuna parrocchia che propongono – accanto alla storia, alle opere d'arte e ai riferimenti della comunità – anche l'elenco di tutti i servizi giornalistici realizzati dalla Difesa negli ultimi anni.