Circoli Noi. Agna e Peraga a servizio della comunità. Insieme

Sempre più circoli Noi hanno imparato a collaborare con i patronati vicini: da iniziative comuni fino alla condivisione dei calendari. Le storie di Agna, che grazie alla marcia per la pace ha intensificato i rapporti con i vicini e di Peraga, che consolida le sinergie con Pionca e Vigonza.

Circoli Noi. Agna e Peraga a servizio della comunità. Insieme

Non è più il tempo di isole e roccaforti. Il futuro dei patronati e dei circoli Noi della diocesi di Padova sarà sempre più quello di una rete di agenzie educative disseminate nel territorio, comunicanti e integrate, capaci di condividere finalità comuni e coordinarsi per raggiungere meglio i propri obiettivi.

Il circolo Noi “San Giovanni Bosco” di Agna è stato ampiamente coinvolto, domenica 14 gennaio, della marcia della pace diocesana, che ha mosso i suoi passi proprio da Agna dopo una mattinata di laboratori nei patronati dei vicariati vicini. E proprio la preparazione di questo appuntamento, pensato con molti mesi d’anticipo, ha dato l’incipit per alcuni ragionamenti decisamente più duraturi. «Proprio grazie alla marcia per la pace – racconta il parroco don Raffaele Coccato – abbiamo potuto incontrarci la prima volta tra circoli: oltre ad Agna, c’erano Candiana, Pontecasale, Arre e altri ancora. È un primo passo. Prima della marcia i nostri volontari, uno zoccolo duro di affezionati di lunga data, hanno lavorato insieme per offrire agli ospiti un tè, un caffè, una cioccolata, ma anche per allestire i gazebo per accogliere i partecipanti all’arrivo della marcia e alla fine della messa». Ci si conosceva già, nominalmente, ma in questa occasione si è fatto un passo avanti: «Lavorando per l’appuntamento del 14 gennaio ci è venuto in mente di preparare insieme qualcosa per l’estate. Pensavamo a un’edizione “nostrana” di giochi senza frontiere, ma a prescindere da ciò che verrà fuori sarà importante farlo insieme».

Il patronato di Agna è conscio delle sfide e persino delle criticità: «La presenza dei volontari è una sfida. Non ci sono problemi per i grossi eventi, come la Befana, il grest, le grande festa del Noi di inizio estate, ma a volte ci sono difficoltà nel turnarsi per tutto l’anno, durante l’ordinarietà. Nonostante questo, c’è un gruppo affiatato che si dà da fare. Tutti i mercoledì pomeriggio, poi, i nostri anziani si trovano in patronato per giocare insieme, mentre il patronato è a disposizione delle attività parrocchiali».

Senza troppe illusioni, il patronato conserva la sua funzione educativa storica per il fatto stesso di esserci:

«È facile parlare di ideali – commenta don Coccato – ma è giusto sapere quali sono le forze che si hanno a disposizione. È inutile fare giri di parole: rispetto a un tempo, le famiglie sono più impegnate, i ragazzi hanno molto da fare. Eppure, c’è ancora un buon numero di ragazzi, senza alternative, che si trovano per giocare a calcetto o per stare insieme. Sono meno di un tempo, forse, ma mettere loro a disposizione la nostra struttura, per quanto modesta, è segno di accoglienza in un territorio che ha poche possibilità per loro».

Accoglienza, sì, per tutti: «Grazie al patronato abbiamo superato barriere con alcuni dei migranti. Una famiglia, con ragazzi di scuola media, prima che fosse costretta a trasferirsi ha potuto integrarsi proprio grazie al patronato, spazio non confessionale e non ideologizzato dove incontrare davvero la comunità».

Particolarmente slanciato con entusiasmo verso i frutti delle collaborazioni è il circolo parrocchiale “santi Vincenzo e Anastasio” di Peraga.

«Siamo in unità pastorale con Pionca e Vigonza – racconta il presidente Marino De Zanetti – e siamo riusciti ad allestire un calendario comune per evitare di accavallare le nostre attività, in un modo fluido e costante. Non ha alcun senso pestarci i piedi».

La missione del Noi, a Peraga, ben si sposa con l’invito che il vescovo Claudio, parlando ai volontari dei circoli, aveva fatto nel novembre del 2016: «Siamo a servizio di tutta la comunità, in modo indistinto, dagli anziani che vengono ad incontrarsi fino ai ragazzi e ai catechisti, ma pure a chi viene solo a Natale e che accogliamo, dopo la messa di mezzanotte, con la cioccolata calda».

In ogni servizio c’è il significato profondo dell’essere comunità, e a maggior ragione comunità cristiana: «Tutto parte dallo Spirito. Se uno ci crede va avanti, altrimenti non è possibile fare grandi cose. Tutto ciò che viene fatto è per la comunità e per i ragazzi, ogni euro raccolto dal bar viene investito per la sicurezza del patronato, per i campetti, per l’illuminazione, grazie alla presenza di un direttivo disponibile e attento».

Tra i risultati più evidenti del Noi di Peraga c’è proprio l’aver reso il patronato sempre più una casa aperta per la comunità: «Prima si teneva aperto solo la domenica, oggi tutti i pomeriggi, per accogliere i genitori e i bambini che escono da scuola. Questo ha proprio cambiato la tipologia del centro parrocchiale, facendoci trovare modalità per stare insieme».

Vengono persino organizzati dei cineforum con film per ragazzi, mentre i genitori possono stare insieme, in un’altra stanza, per parlare insieme. Nei locali del centro parrocchiale hanno sede anche le attività di un’associazione locale, “spazio bambino”, che si occupa dei doposcuola. 

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)