Coi Nuovi stili di vita anche al camposcuola si parla di cibo

Sono 11 le parrocchie, più un’unità pastorale, che quest’anno nei campiscuola estivi per ragazzi hanno scelto di dedicare una giornata al tema “Cibo: da madre terra l’energia per la vita”.
La proposta nasce dalla rete interdiocesana Nuovi stili di vita ed è stata tradotta dalla commissione diocesana.

Coi Nuovi stili di vita anche al camposcuola si parla di cibo

«Abbiamo cercato di capire e scoprire quali azioni pastorali potevano mettere in atto le nostre comunità parrocchiali per poter realizzare questa proposta – spiega l’incaricato diocesano, padre Adriano Sella – Abbiamo così individuato quest’iniziativa per i campi estivi, come una delle tante e diverse che cercheremo di realizzare fino a novembre, termine della campagna della rete interdiocesana».
Il materiale, che si può scaricare gratuitamente dal sito www.nuovistilidivitapadova.org consiste in una piccola guida per animatori e una per ragazzi (in formato word o pdf) e nella segnalazione di video e documentari su filiera corta, campagna “Bottega amica” e produzione del cibo.
«Gli obiettivi principali sono aiutare animatori e ragazzi a tenere presente il tempo importante che stiamo vivendo sul problema del cibo legato all’Expo 2015. Vogliamo stimolarli a fermarsi a riflettere, mediante delle attività concrete, per poter percepire e capire come viene prodotto e distribuito il cibo. Aiutandoli in particolare a capire che ci sono due filiere, sia di produzione che di distribuzione: una convenzionale, gestita dalla grande impresa, che produce in maniera molto problematica mediante un’agricoltura intensiva con un forte impatto ambientale e umano, perché inquina l’ambiente e non offre cibo di qualità; la seconda, piccola, gestita dal basso e dai piccoli agricoltori e consumatori, ma produce in maniera rispettosa della natura e offre prodotti di qualità generando un’economia di giustizia e di relazione».

Partendo da quest’analisi e approfondimento, la giornata desidera promuovere la volontà e la capacità di fare delle scelte alternative come piccoli consumatori, insieme con la propria famiglia e con la propria comunità
«Come fa già l’Agesci – aggiunge padre Sella – con la proposta della cambusa etica. Fa capire che il grande problema dello spreco del cibo è legato alla prima filiera: quella grande e convenzionale perché si produce per riempire i supermercati e centri commerciali generando uno spreco che è uno scandalo; mentre quella piccola e etica non genera spreco perché si produce per il fabbisogno della gente».

La giornata proposta inizia con la preghiera del mattino e si chiude con quella della sera
«Abbiamo elaborato varie attività interattive, nella forma di laboratori, da farsi durante il giorno, in modo da approfondire il tema del cibo sulla scia della proposta pastorale della rete interdiocesana. L’aspetto da sottolineare è proprio quello del documento preparato: dobbiamo chiederci come viene prodotto il cibo! Questo è molto importante per risolvere sia il problema dell’impatto ambientale sia la sfida dello spreco del cibo a monte. Inoltre, bisogna capire come arriva sulla nostra tavola e che cibo arriva: di qualità o di scarsa qualità, facendo male alla salute della gente».

Quest’estate, quindi, bambini e ragazzi delle parrocchie di Torreglia, Battaglia Terme, Abano, Campo San Martino, Perarolo, Camin e Granze, Mandriola, Villatora, Codiverno, Cervarese e dell’unità pastorale di Monteortone, come pure due parrocchie trevigiane e una bolognese, parleranno di cibo.
«Abbiamo chiesto loro di dare un feedback attraverso un’app che abbiamo realizzato come rete interdiocesana per poter condividere con tutte le diocesi coinvolte, oggi 80, le varie iniziative sul cibo. Già alcune parrocchie ci hanno risposto dicendoci che la proposta è molto bella e pratica da realizzare».

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