Dalla chiesa di Padova una "bussola" per il futuro sindaco della città

I poveri e i giovani. Da questi due focus dell'azione pastorale del vescovo Claudio ha preso le mosse l'intervento di don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio, al tradizionale incontro tra la chiesa padovana e le categorie economiche alla vigilia delle festività natalizie. La mappatura affidata alla fondazione Zancan nell'ambito dei Cantieri di povertà e giustizia, che risponde anche al tentativo di proporre una quantificazione in termini economici del patrimonio di solidarietà della città, rappresenta in un certo senso «un regalo da consegnare nelle mani del futuro sindaco».

Dalla chiesa di Padova una "bussola" per il futuro sindaco della città

Al tradizionale incontro di fine anno tra la Chiesa di Padova e le categorie economiche in camera di commercio è toccato a don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio, intervenire in vece del vescovo Claudio, influenzato. Dalle parole di don Cagol è emersa una "bussola" di valori, una lettura della situazione  della città senz'altro utile anche per il futuro sindaco di Padova. 

Don Cagol si è fatto interprete del messaggio del vescovo, tornando sui due temi che rappresentano in un certo senso i due “fuochi” della sua azione pastorale: i giovani e i poveri.

«La preoccupazione per i giovani – ha spiegato il vicario – deve essere una preoccupazione di tutta la città. Oggi quella dei giovani è la fascia della popolazione più a rischio di povertà».

Don Cagol ha poi ricordato come lo scorso ottobre, in occasione di Openfield, proprio dal presidente dell’Inps Tito Boeri sia arrivato un messaggio chiaro: «Non ha futuro una società che continua a investire di più su chi ha smesso di lavorare che su chi deve iniziare a lavorare». Da qui il richiamo a scelte più incisive e lungimiranti in questa direzione da parte di chi amministra la cosa pubblica.

La mappatura affidata alla fondazione Zancan, che risponde anche al tentativo di proporre una quantificazione in termini economici del patrimonio di solidarietà della città, rappresenta in un certo senso «un regalo da consegnare nelle mani del futuro sindaco».

Il vicario ha ricordato ancora una volta come nel contrasto alla povertà sia necessario «mettere al centro domande cruciali come “cosa darà lavoro e quindi dignità ai nostri concittadini per i prossimi vent’anni? Di cosa vivremo?”». Questioni che hanno a che fare con la riflessione sui modelli di sviluppo da percorrere. Da don Cagol – e dal vescovo – l’invito a guardare alla povertà da una prospettiva diversa, tanto cara anche a papa Francesco: «Tenere lo sguardo fisso sui poveri ci fa bene. Quello dei poveri è un sapere che fa bene a ogni altro sapere e competenza».

Al tempo stesso, anche il lavoro di chi opera per i poveri è un lavoro che «rende ricca la città», che innesca un circuito di relazioni importanti. Dalla ricerca della fondazione Zancan è emerso che fra le associazioni di volontariato c’è in linea generale un buon livello di collaborazione: un dato che rappresenta uno degli elementi da cui partire per la terza fase del progetto Cantieri di carità e giustizia. Il contrasto alla marginalità non può essere però limitato a azioni “tampone” o a risposte di emergenza, ma innesca una riflessione molto profonda che porta a mettere in discussione l’intero sistema sociale ed economico.

A questo proposito don Cagol ha ripreso un illuminante passaggio dell’Evangelii Gaudium (cap. II, 59): «Quando la società – locale, nazionale o mondiale – abbandona nella periferia una parte di sé, non vi saranno programmi politici, né forze dell’ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillità. Ciò non accade soltanto perché l’iniquità provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema economico e sociale è ingiusto alla radice. Come il bene tende a comunicarsi, così il male a cui si acconsente, cioè l’ingiustizia, tende ad espandere la sua forza nociva e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale, per quanto solido possa apparire».

I risultati della mappatura effettuata dalla fondazione Zancan, anticipati in parte durante l’incontro in Camera di commercio, verranno presentati con maggiore dettaglio nel corso di un convegno in programma nel mese di febbraio. Un impegno che chiama in causa tutti gli attori del territorio: «I fenomeni di esclusione sociale e di incremento delle diseguaglianze che vediamo crescere intorno a noi – è la riflessione proposta da Flavio Zelco, presidente Ucid Padova – incidono profondamente su tutti gli aspetti del tessuto economico e dovrebbero essere in cima alle preoccupazioni non solo di chi opera nel mondo dell’associazionismo e del welfare, ma anche di chi ha la responsabilità di guidare un’impresa o un’associazione di rappresentanza».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: Camera di commercio (5), bussola (2), nuovo sindaco (1), giovani (290), poveri (88)