Il vescovo agli imprenditori: «Riscoprite il vostro battesimo»

Nell’appuntamento dello scorso 15 dicembre, gli imprenditori e i dirigenti dell’Ucid hanno accolto le parole del vescovo Claudio che li ha invitati a sentirsi parte della chiesa di Padova anche nelle responsabilità quotidiane affrontate in azienda.

Il vescovo agli imprenditori: «Riscoprite il vostro battesimo»

«Siete chiamati ogni giorno alla missione, a dirimere questioni complesse in un terreno difficile come quello dell’impresa, dove è difficile distinguere il bianco o il nero. Spesso sperimentate la solitudine del governo, come accade anche ai vescovi, ed è proprio per questa ragione che fin dall’inizio del mio episcopato ho voluto accanto a me tre vicari, con cui ho scelto di condividere tutte le scelte».

Così si è espresso mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, rivolgendosi agli imprenditori, dirigenti e professionisti dell’Ucid – Unione cristiana imprenditori dirigenti, in occasione dell’incontro che si è tenuto lo scorso 15 dicembre al centro giovanile Antonianum.

«Il più grande servizio che potete fare alla nostra chiesa – ha sottolineato il vescovo Claudio – è riscoprire la straordinarietà del vostro battesimo. Per tutti, ma ancor più per voi che operate in contesti difficili, è impossibile resistere da soli nel tener fede alla propria scelta cristiana. Ecco che l’Ucid può essere un luogo in cui tornare a casa, in cui riunirvi in comunione e rinsaldare i vostri percorsi».

Il vescovo ha poi voluto presentare ai soci Ucid le ragioni alla base di alcune delle scelte che stanno caratterizzando il suo episcopato, dalla pubblicazione del bilancio della diocesi al percorso del sinodo dei giovani, dal progetto “Cantieri di carità e giustizia” fino alla riflessione avviata sulle parrocchie. Vivace e ricco di stimoli il confronto che ha fatto seguito alle provocazioni lanciate dal vescovo Claudio. Più voci, a partire da quella del presidente Ucid Padova Flavio Zelco hanno sottolineato l’apprezzamento per i progetti attuati dalla diocesi e descritti dal vescovo, non solo per la bontà delle singole iniziative, ma perché«rispondono a un impianto perfettamente coerente»proprio come dovrebbe fare un manager«chiamato a definire delle strategie chiare e di lungo periodo per poi declinarle in progetti concreti».

«Il fatto che il vescovo ci abbia voluto presentare la visione complessiva che sta orientando la sua azione – ha aggiunto Massimo D’Onofrio, dirigente d’azienda di lungo corso e membro del direttivo Ucid Padova – ci appare come un importante richiamo a non incorrere nel rischio della settorializzazione, sempre più frequente nella chiesa come nel mondo dell’impresa. Non siamo chiamati a coltivare un orticello, ma a mettere a disposizione della chiesa locale le nostre competenze».

Gli imprenditori e dirigenti, impegnati ogni giorno a maneggiare dati di bilancio, hanno poi rimarcato il valore della scelta di trasparenza di pubblicare “un bilancio dettagliato e rigoroso”.

Un imprenditore ha invece raccontato di aver sperimentato la«solitudine del governo»accennata dal vescovo nel suo discorso, confidando di vivere con difficoltà la sfida della testimonianza in un contesto sempre più concorrenziale, a confronto con un mercato dove spesso i suoi competitori compiono scelte spregiudicate e tutto si gioca sui rapporti di forza. Un altro dirigente ha, invece, spiegato di come spesso proprio la partecipazione serale agli appuntamenti della sua parrocchia, in cui ritrova uno spirito di comunità, gli sia d’aiuto nel rielaborare e rileggere eventuali difficoltà incontrate durante la giornata lavorativa. E proprio alla parrocchia come«comunità fraterna, luogo in cui sentirci a casa in questo tempo senza radicamento, per poi uscire in missione»guarda l’orizzonte tratteggiato dal vescovo. Nelle parole di mons. Cipolla anche una riflessione sull’innovazione nella chiesa, un discorso che potrebbe essere facilmente adattabile all’innovazione cui è chiamato ogni imprenditore e dirigente d’azienda:«Non siamo più quelli di ieri. La società è profondamente cambiata negli ultimi anni, pensiamo agli arrivi dei migranti o al sempre più rapido processo di secolarizzazione. Il futuro dipende anche da noi, se sapremo cogliere gli aspetti straordinari di questo momento. Possiamo stare fermi e aspettare i cambiamenti o possiamo cercare di anticiparli, chiedendoci cosa succederà fra 10 o 15 anni e iniziando da qui un lavoro di riprogettazione, scegliendo di rinunciare a ciò di cui non c’è più bisogno. Una sfida in questo senso è rappresentata dalle parrocchie in cui non è presente il parroco».

«Il confronto aperto con il vescovo – è la riflessione di Zelco – è stato per noi un momento importante. Ci ha aiutati a sentirci ancor più parte della vita della nostra chiesa».

pagina a cura di Ucid Padova

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