La chiesa della Madonna Incoronata diventa più luminosa

La parrocchia della Madonna Incoronata ha rinnovato le tinteggiature interne della chiesa con un effetto decisamente nuovo: l'aula risulta molto più luminosa e accogliente.

La chiesa della Madonna Incoronata diventa più luminosa

Chiunque possieda una casa sa che una semplice tinteggiatura può cambiare l’aspetto di una stanza facendola sembrare altra da quella che conoscevamo. È questo quello che si può dire per la chiesa della Madonna Incoronata, dove stanno terminando in questi giorni i lavori che hanno cambiato aspetto all’aula della chiesa, dove fanno bella mostra due dipinti realizzati dal celebre pittore Fulvio Pendini.

«I lavori di ritinteggiatura interna della chiesa di Madonna Incoronata – spiega l’ingegner Antonio Muzzolon – si sono resi necessari per ridonare decoro e luminosità al luogo di culto, considerando che, dalla consacrazione della chiesa negli anni Cinquanta, non si hanno notizie di interventi analoghi». Se a questo si unisce il fatto che l’edificio fu eretto con criteri di grande semplicità e una coibentazione non curata, e che il riscaldamento ad aria aveva fatto il resto, il peso degli anni si faceva sentire. Alcune pareti erano fortemente rovinate.

I lavori, ormai quasi terminati e durati poco più di un mese, hanno previsto, dopo un'accurata pulizia delle pareti, la stesura di un “aggrappante” prima della ritinteggiatura vera e propria, effettuata impiegando un particolare prodotto a base di silicati che ha la caratteristica, oltre a essere maggiormente coprente rispetto ad altri prodotti, di consolidare il supporto, di essere stabile al calore, alla luce a ai raggi ultravioletti e di avere un'elevata permeabilità al vapore. Tutte caratteristiche che dovrebbero consentire di ripensare al prossimo analogo intervento tra vari decenni.

A livello cromatico è stata fatta la scelta di mantenere la colorazione bianca generalizzata, ma particolare riguardo è stato prestato alla finitura delle paraste della navata, ovvero le sei fasce laterali verticali a tutta altezza, alte circa 8,5 metri e larghe 2,5, nelle quali sono collocate le luci e le Stazioni della via Crucis. «Probabilmente in origine erano state pensate per una successiva decorazione con drappi o marmi – rivela Muzzolon – ma sono poi rimaste al grezzo: si è deciso di stendergli sopra una finitura con grassello di calce semilucida di color “tortora”, una cromia che oltre a risultare più calda rispetto all’anonimo grigio preesistente ha immediatamente fornito un sensibile incremento della luminosità ambientale».

Ecco quindi che grazie a una “semplice” tinteggiatura la chiesa ora appare molto più luminosa di prima. Anche la porzione presbiteriale, in particolare quella collocata sotto il dipinto del Pendini, è stata trattata con la stessa tonalità e finitura delle paraste, con i medesimi benefici. Quanto alle due “lame” strutturali poste ai lati dell’altare, è stato richiamato il colore del basamento dell’altare stesso, di colore bianco avorio, pure questo in grassello di calce lucidato.

Per completare l’opera mancherebbe ora il restauro delle tempere del Pendini: avrebbero bisogno di essere pulite, consolidate e riprese dove le infiltrazioni hanno creato dei danni, specie nella parete a nord, più degradata. La parrocchia attende però di raccogliere le risorse necessarie.

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