Pilastro d'Este, torna a risplendere l'altare dell'Addolorata

È stato eseguito il completo restauro dell’altare dell’Addolorata nell’antica chiesa parrocchiale del Pilastro a Este. La cappellina, composta da varie parti in materiali eterogenei, è stata così riportata il più possibile all’aspetto originario.

Pilastro d'Este, torna a risplendere l'altare dell'Addolorata

È tornato al suo antico splendore l’altare della Madonna Addolorata nell’antica parrocchiale di Pilastro d’Este, il cui restauro si è concluso nei mesi scorsi. La devozione all’Addolorata, secondo quanto scrive don Bruno Cogo nel recentissimo volume La chiesa della Madonna del Pilastro in Este, sarebbe stata introdotta nella chiesa probabilmente a fine Cinquecento.

Un altare dedicato “alla Vergine dei sette dolori” era presente nel 1665 e custodiva un’immagine lignea che si usava portare in processione fino al duomo in tempo pasquale (quella attuale, una Pietà, è del 1958). L’attuale cappella della Madonna Addolorata è costituita da elementi eterogenei e polimaterici frutto delle varie trasformazioni che si sono succedute nei secoli: l’altare e il tabernacolo in pietra di Vicenza e rosso di Verona, le due statue di Angeli in pietra, la quinta lignea ottocentesca con varie coloriture e dorature, le decorazioni murali dell’arco, l’absidiola poligonale entro cui è collocato il gruppo della Pietà.

«Lo stato di conservazione generale della cappella – spiega il restauratore, Egidio Arlango dell’omonimo studio di Vicenza – era fortemente penalizzato soprattutto dagli interventi di manutenzione e dalle ridipinture applicate sui vari elementi anche in tempi recenti».

Alle tinteggiature moderne si aggiungevano poi materiali incongrui e dannosi per la conservazione (gesso e cemento) in corrispondenza del paliotto dell’altare, dove le tarsie di pietra rossa di Verona erano coperte da ridipinture che imitavano in modo grossolano il materiale originale. Le analisi di laboratorio effettuate sulle statue degli Angeli, sempre in pietra di Vicenza, avevano riscontrato la presenza di ben tre strati di coloriture a olio, mentre le parti lignee presentavano consistenti depositi di sporco e polveri. La decorazione dell’arco di ingresso era interrotta dalle tinteggiature della navata della chiesa e l’abside interna era tinteggiata con tono incongruo. Si è quindi proceduto con interventi differenziati a seconda dei materiali e delle problematiche presenti. Per l’altare, il paliotto e il tabernacolo, in accordo con la dottoressa Monica Pregnolato, direttore dei lavori, si è scelto di riportare alla luce gli elementi litoidi originali e le poche tracce di finitura, forse antica, ancora presenti. Dopo la rimozione di tinteggiature di varia natura e delle stuccature in gesso e in cemento si è provveduto al consolidamento ove necessario. Quanto all’altare ottocentesco, vera e propria quinta scenica che chiude l’abside della cappella, la parte lignea risulta integra e conserva ancora gran parte delle decorazioni originali: rimuovendo i due più tardi tamponamenti lignei inchiodati nella zona superiore si è recuperato il profilo mosso di richiamo rinascimentale. Il restauro ha previsto la pulitura completa, il consolidamento degli strati pittorici, il fissaggio di alcune parti lignee staccate e le stuccature di tutte le mancanze, il ritocco pittorico.

Le statue degli Angeli, che don Cogo accosta per tipologia a opere di scultori presenti a Este a fine Seicento, hanno richiesto operazioni di pulitura graduali, condotte con l’ausilio di saggi stratigrafici preliminari e analisi di laboratorio. Si è scelto di rimuovere le ridipinture più recenti e di conservare quella subito a ridosso della pietra per evitare l’esposizione diretta della superficie. L’intervento ha previsto poi la stuccatura delle scheggiature dei basamenti e un riordino cromatico delle discontinuità, con leggere velature ad acquarello. Per la decorazione murale dell’abside è stato possibile mettere in luce la successione di almeno quattro interventi diversi: è stata recuperata la più antica coloritura a calce, di intonazione azzurrina nella volta e giallo-verde sulle pareti. L’intervento è stato completato con la pulitura della decorazione novecentesca dell’arco di ingresso della cappella, riportando in luce una parte di quella a finto marmo, il riordino della cornice esterna dell’arco e la ritinteggiatura della zoccolatura al di sotto del paliotto dell’altare.

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