Quale comunità nel futuro? Domenica 7 Sarmeola ne parla con il vescovo Claudio

I 50 anni dalla posa della prima pietra della chiesa di Sarmeola di Rubano hanno innescato una lunga riflessione nella comunità. La consapevolezza della importante eredità ricevuta dal passato recente, ma anche la domanda di futuro di laici e sacerdoti che vedono la società mutare velocemente e di conseguenza la chiesa. Nel pomeriggio di domenica 7 maggio, assieme al vescovo Claudio, il percorso annuale arriva al suo culmine.

Quale comunità nel futuro? Domenica 7 Sarmeola ne parla con il vescovo Claudio

C’è un anniversario importante da festeggiare a Sarmeola: sono passati esattamente cinquant’anni dalla posa della prima pietra della chiesa parrocchiale dedicata a Fidenzio, vescovo e santo. E come in ogni festa che si rispetti vengono chiamati amici e persone care, così la comunità della cintura urbana ha invitato il vescovo Claudio per un pomeriggio tutto da condividere a partire dalle 16.30 di domenica 7 maggio. La comunità si racconta Se l’occasione per incontrarsi è la chiesa di mattoni, Sarmeola non si è fatta scappare l’occasione di mettere al centro la sua natura comunitaria fatta di persone di fede in cammino.

«Lungo tutto questo anno pastorale – spiega don Paolo De Zuani, il parroco – abbiamo vissuto una sosta non solo operosa, ma anche pensosa: abbiamo riflettuto su tutto quanto abbiamo ereditato dai nostri genitori, dai nostri nonni, ma ci siamo chiesti soprattutto che cosa vogliamo essere come parrocchia in futuro».

Un interrogativo che si è fatto itinerario: cinque le tappe prima del traguardo, fissato dall’incontro con il vescovo. Il via domenica 23 ottobre con una messa e una giornata dedicata a pulire e riordinare le strutture di Sarmeola. Il 20 novembre la comunità ha fatto memoria del proprio, ricco, passato recente a confronto con l’ex parroco don Luigi Codemo (ora a Zanè). Nella giornata della comunità, il 12 febbraio scorso, i parrocchiani si sono recati in visita alle numerose realtà attive nel territorio a fianco di chi sperimenta differenti tipi di povertà: l’Opsa, la casa Madre Teresa, Città dei bambini e Rete di Famiglie e la Domus familiae.

Il momento forte del percorso è stato collocato al 5 marzo, in piena settimana della comunità, quando nell’assemblea comunitaria i laici e i sacerdoti insieme hanno fatto emergere “la comunità che abito e che vorrei”. Il 9 aprile, infine, anniversario preciso della posa della prima pietra, a Sarmeola ha presieduto l’eucaristia il vescovo Alfredo Magarotto, che abita nella vicina Opera della provvidenza.

«Il vescovo Claudio ascolterà questo nostro percorso – aggiunge don Paolo – percepirà dai nostri racconti la comunità che siamo, e ci offrirà il suo punto di vista prezioso per il suo sguardo pastorale ed esterno alle nostre dinamiche parrocchiali».

Uno sguardo al futuro

Di fronte a mons. Cipolla, domenica si ritrova una comunità che celebra ed è appagata della partecipazione, grazie anche alla vitalità dei suoi molti gruppi. Tuttavia, non manca la fatica di coinvolgere anche altri, com’è emerso in questi mesi di cammino.

«Ci chiediamo come risvegliare nei fratelli del nostro tempo la motivazione per venire, la nostalgia del ritrovarci insieme, la sete di ascoltare Dio, in un linguaggio comprensibile e accattivante che raggiunga il cuore e parli alla vita».

È questa una delle questioni capitali (e non solo per Sarmeola) che i membri della comunità hanno messo nero su bianco in vista dell’incontro del 7 maggio. Qui si ritrova la questione della partecipazione giovanile, a meno di un mese dall’avvio del sinodo dei giovani. Ma anche la vita comunitaria oltre i meri confini parrocchiali, in un contesto in cui il Pim (Popolo in missione) risale a una quindicina di anni fa e vede tuttora le quattro parrocchie di Sarmeola, Rubano, Bosco e Saccolongo progettare e condividere tante iniziative e processi.

Ma la riflessione con il vescovo non tralascerà nemmeno le infrastrutture parrocchiali:

«Alcuni anni fa gli spazi esterni, compresi gli impianti sportivi, sono stati rimessi a norma. Oggi – spiega il parroco – esiste una grande progetto sulla chiesa e sul sottochiesa che prevede interventi agli intonaci, alle finestre e all’impianto di riscaldamento. Ma dobbiamo chiederci per quale comunità stiamo progettando tutto questo. La nostra è una comunità popolosa, ma sempre più anziana. La relazione tra le nuove generazioni e la chiesa è molto differente da quella che avevano i loro genitori e nonni. Di tutto questo dobbiamo tener conto e aprire nuove strade di partecipazione e sostegno alla vita della comunità».

E poi arriva la sagra

La visita a Sarmeola del vescovo anticipa di appena cinque giorni l’apertura della sagra parrocchiale. “So-stare in comunità” – è questo il titolo scelto per l’edizione 2017 – si apre infatti venerdì 12 maggio con una serata musicale dedicata alle canzoni “di una volta” con il gruppo Dolci ricordi per chiudersi domenica 21 con il “Best 2017” di Marco e Pippo. Nel programma spicca la serata tutta solidarietà di mercoledì 17: l’intero incasso dello stand gastronomico (dove si troverà anche una deliziosa amatriciana) e del gazebo giovani ribattezzato “ingordi senza gloria” sarà devoluto alla ricostruzione nelle zone del Centro Italia colpite dai numerosi terremoti dei mesi scorsi.

La sagra sarà anche l’occasione per ammirare la mostra che dal 9 aprile è allestita in chiesa. Attraverso 90 fotografie d’epoca estratte dagli archivi personali di molti parrocchiani, “Immagini della nostra storia”, curata da Beniamino Bettio, racconta l’evoluzione del territorio sarmeolese negli ultimi 50 anni. Si notano i primi insediamenti fra i campi, la vecchia parrocchiale, lo sviluppo dell’Opsa e tutti i principali cambiamenti avvenuti.

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