Tutti gli studenti di Ac al "Middle week"

Domenica 15 e lunedì 16 febbraio torna l'appuntamento di metà anno associativo per il Msac di Padova che sta affrontando un cammino formativo sulla missionarietà con l'obiettivo prezioso di essere testimoni impegnati nell'ambito, preziosissimo, della scuola. Due giorni di condivisione, ma anche di festa e soprattutto di maschere vista l'imminente  conclusione del carnevale.

Tutti gli studenti di Ac al "Middle week"

Quest’anno si terrà nella parrocchia di Sacra Famiglia a Padova il “Middle week” diocesano del Movimento studenti di Azione cattolica (Msac). Dalle 18.30 di domenica 15 febbraio alle 15.30 di lunedì 16, una settantina di ragazzi dalla prima alla quinta superiore abiteranno i locali del patronato per vivere una due-giorni di festa, rigorosamente in maschera, condita da momenti di preghiera e confronto.

«Da un po’ di anni – spiega Giacomo Ghedini, uno dei due segretari – abbiamo dato corpo a questa tradizione dei mini campi, per regalarci del tempo più lungo, per l’approfondimento di alcune tematiche, e di qualità, per rinsaldare le relazioni». Quindi nell’ultimo weekend di carnevale, seppur travestiti, i ragazzi continueranno nel percorso dell’anno che li vede riflettere sulla missionarietà.

«Sollecitati da papa Francesco – continua il segretario diocesano – stiamo affrontando questa tema importante che ci dà l’opportunità di confrontarci insieme su dove poter essere missionari nei nostri luoghi di vita, e soprattutto come, scoprendo le ricchezze e i talenti che come singoli e gruppo possiamo regalare agli altri. Certo, la nostra ottica specifica è sul mondo della scuola, per rendere i ragazzi sempre più protagonisti e capaci di impegno».

Il Msac si incontra ogni venerdì dalle 14.30 alle 16.30 in casa Pio X a Padova. Accompagnati dall’assistente diocesano, don Stefano Manzardo, e da un’équipe di otto educatori, tutti universitari, i “msacchini”, pur con età diverse, si confrontano settimanalmente su come stare dentro la scuola. «È importante viverla in modo propositivo e non sentirla esclusivamente come un obbligo. Gli anni delle superiori rappresentano un tempo importante dal punto di vista della formazione personale, culturale, ma anche delle relazioni. E la scuola è il luogo privilegiato nel quale mettersi in gioco, offrire una testimonianza personale, vivere relazioni costruite nel bene. Facendolo da protagonisti e quindi proponendo e costruendo per il proprio istituto anche una serie di iniziative».

Una volta al mese, infatti, parte dell’incontro vede i ragazzi ritrovarsi per scuola di appartenenza e individuare delle proposte da poi rilanciare, dalla preparazione di attività in autogestione all’istituzione di gruppi di dibattito. Per i ragazzi di quinta è anche previsto un percorso specifico sulla scelta universitaria. «Non è facile trovare anche dentro gli stessi gruppi giovanissimi parrocchiali un coinvolgimento sempre propositivo. Al Msac i ragazzi vengono per loro spontanea volontà, per scelta, e la vivono come tale, accettando la proposta forte di condivisione e crescita assieme. Per ogni incontro è inoltre previsto un tempo specifico, dedicato alla preghiera».

Un’esperienza proficua, quindi, che accompagna al tempo della maturità. «Il Movimento – conclude Ghedini, ormai universitario – mi ha regalato una maggior voglia di studiare perché ho capito quanto e come lo studio sia legato alla vita. Mi ha stimolato nella voglia di mettermi in gioco, nell’attenzione puntuale all’attualità, nella certezza che è possibile cambiare il mondo. Qui ho vissuto una bella esperienza associativa e quindi di chiesa. Qui ho costruito relazioni importanti».

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