Con Ospedaletto ci prova sul palco la solidarietà affianca il buonumore

Ospedaletto ci prova è più di una compagnia teatrale: dal 2003, oltre a tutelare la tradizione dialettale sul palcoscenico, porta avanti progetti di solidarietà, soprattutto collaborando con il centro diurno Nuovi orizzonti di Montagnana. Il nuovo spettacolo No ghe meto lengua verrà presentato domenica 6 dicembre, alle 16.30 al teatro parrocchiale di Bresseo.

Con Ospedaletto ci prova sul palco la solidarietà affianca il buonumore

Il sorriso come missione, la capacità di far divertire e la forza di diffondere messaggi di solidarietà sono gli ingredienti del successo della compagnia teatrale Ospedaletto ci prova, attiva da sedici anni nella Bassa Padovana. L’avventura è nata quasi per caso nell’estate del 1998 in una delle giornate conclusive del grest di Casale di Scodosia, quando il fondatore Francesco Chiodin, interpellato dai genitori desiderosi di vivacizzare l’ambiente parrocchiale, ha offerto la sua abilità nel fare teatro. La passione per la recitazione ha subito contagiato un gruppo di adulti che il 7 dicembre dello stesso anno ha messo in scena la prima rappresentazione.
Visto il successo, la compagnia venne ingaggiata per altre esibizioni nei paesi circostanti, dove il gruppo continua tuttora a portare in scena, di anno in anno, le commedie, rigorosamente in dialetto veneto, firmate dalla penna del regista Chiodin. Ospedaletto ci prova, dal 2003 associazione culturale, si impegna a mantenere viva la cultura dialettale veneta sia a livello linguistico attraverso l’uso di espressioni e giochi di parole attinti dal linguaggio popolare, sia a livello di contenuti, rievocando sul palcoscenico situazioni familiari e sociali tratte dalla storia locale. «Oltre alla riscoperta delle tradizioni – spiega il presidente Chiodin – un altro scopo della compagnia è diffondere la passione per il teatro, attraverso la forma della commedia brillante basata su equivoci, scambi di persona e colpi di scena, in un’atmosfera di leggerezza e divertimento che permette al pubblico di dimenticare, anche solo per qualche ora, le preoccupazioni della vita quotidiana».
Quando, però, al buon umore si affianca la solidarietà, il teatro diventa uno strumento importante, capace di calcare non soltanto la scena ma anche le vite di chi entra in contatto con questa forma d’arte. La compagnia, infatti, collabora con alcune associazioni di volontariato del territorio, contribuendo, tra un atto e l’altro degli spettacoli, a sensibilizzare il pubblico sui progetti in cui è impegnata attivamente. Fra le tante attività, un fronte in cui il gruppo ha operato da apripista è quello dell’assistenza ai malati di Alzheimer, una decisione nata dalla volontà di aiutare una delle attrici del gruppo, precocemente colpita da questo morbo neurodegenerativo. Al fine di stimolare le capacità dei malati e di alleggerire il carico delle famiglie, la compagnia ha creato l’associazione I Fiori de testa che gestisce il centro sollievo diurno Nuovi orizzonti, progetto pilota nato di recente con il sostegno della regione Veneto.

Le prossime date sul palco.
No ghe meto lengua, la nuova commedia del gruppo Ospedaletto ci prova debutterà domenica 6 dicembre, alle 16.30 al teatro parrocchiale di Bresseo. Il giorno seguente, invece, come da tradizione, lo spettacolo si svolgerà nel teatro parrocchiale di Ospedaletto Euganeo alle 21. Le ultime rappresentazioni del 2015 sono in programma per mercoledì 16 dicembre, alle 21 al Farinelli di Este e sabato 19, sempre alle 21, a Due Carrare, in sala dei Carraresi.
Il nuovo lavoro verrà poi proposto nuovamente a Ospedaletto Euganeo all’interno della rassegna teatrale che la compagnia organizza a gennaio, in collaborazione con la parrocchia, e che prevede per l’intero mese un duplice appuntamento settimanale: il venerdì sera l’incontro con un personaggio del mondo dello spettacolo, il sabato una rappresentazione teatrale. Il gruppo collabora inoltre, da circa sei anni, con la fondazione Franchin di Montagnana, un centro che ospita circa 90 persone con disabilità fisica o mentale, in cui i volontari organizzano un corso annuale di teatro con uno spettacolo finale all’aperto.

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