Guido Negri, a cent'anni dalla morte il "capitano santo" ci parla ancora

L’anno prossimo sarà il 130° anniversario della nascita: un’occasione per continuare il lavoro di studio e rilettura iniziato con il centenario sui 30 faldoni di documenti conservati dalla parrocchia che fanno luce sulla sua figura di laico impegnato al servizio della sua chiesa. Facendo giustizia di strumentalizzazioni e letture parziali.

Guido Negri, a cent'anni dalla morte il "capitano santo" ci parla ancora

Magari “in zona Cesarini”, allo scadere dell’anno centenario, ma Este ha voluto onorare il suo “servo di Dio” caduto sui campi di battaglia della grande guerra il 27 giugno 1916.

Guido Negri non è stato dimenticato dalla sua città natale: merito del gruppo degli “Amici” nato a Este proprio in occasione del centenario, infervorato dal successo delle sue iniziative, a partire dal sito (www.guidonegri.it) che resterà vivo anche oltre le celebrazioni centenarie.

Il gruppo, avviato da un manipolo di sei volontari (Mauro Brandolese, Eugenio Galante, Aldo Ghiotti, Mauro Guzzo, Pier Gianni Tinello, Francesco Rizzato), è nato dal desiderio di far conoscere questa figura dimenticata che pure ha ancora molto da insegnare, anche a prescindere da quell’appellativo di “capitano santo” tributatogli dai suoi soldati per primi ma poi all’origine di un travisamento della sua esperienza umana e spirituale in chiave di retorica nazionalista, se non addirittura bellicista e fascista.

Che su Guido Negri ci sia ancora molto da dire e da scoprire, o almeno da riscoprire, da rileggere sotto nuova luce, lo sta a testimoniare se non altro la trentina di faldoni di documenti che la parrocchia di Santa Tecla conserva e che gli Amici hanno voluto mettere in mostra assieme a tanti altri oggetti inediti o comunque poco noti: lo studiolo, i numerosi manoscritti, i documenti e le immagini familiari, delle attività socioeducative e del servizio militare di Guido, le lettere scritte da san Leopoldo Mandic, suo padre spirituale.

«Ci piacerebbe – confessa uno degli Amici, il diacono Mauro Guzzo – pubblicare un libro fotografico con i cimeli esposti e magari anche gli atti del convegno di sabato, ma le risorse disponibili sono modeste. Siamo già contenti del riscontro che hanno avuto le nostre iniziative. Però l’anno prossimo è il 130° anniversario della nascita di Guido Negri. Chissà...».

Il punto chiave comunque, che giustifica la rinnovata attenzione della comunità estense per questo suo figlio, è la percezione dell’attualità della sua figura, che va ben oltre le celebrazioni della grande guerra.

«Più che come “capitano santo” – precisa Guzzo – bisognerebbe ricordarlo come “animatore santo” per l’intensità con cui si è prodigato fin da giovanissimo per i ragazzi, per le associazioni cattoliche. E per la sua statura spirituale, che seppe esprimere nonostante le difficoltà del periodo e dell’ambiente storico in cui visse».

Anche don Bruno Cogo, direttore dell’ufficio per i beni culturali ecclesiastici della diocesi e vicario parrocchiale di Este Santa Tecla, è convinto che sia indispensabile dare il via a una campagna di studi sulla figura di Guido Negri, a partire dalla vasta documentazione conservata nella sua chiesa.

«Dalla prima disanima dell’archivio sono emersi aspetti della sua personalità poco studiati e attualissimi. Pensiamo alla sua adolescenza e prima giovinezza, vissuta qui a Este nell’ambito del patronato Redentore, appena fondato da don Angelo Pelà come struttura a disposizione dell’intera città. Don Angelo diede spazio e fiducia a questo quattordicenne già pieno d’iniziative, che chiedeva di occuparsi dei compagni più giovani e che venne ritenuto pronto a fare il catechista e ad assistere i più piccoli nelle attività ricreative. Compito che assolveva con una diligenza ferrea. A 16-17 anni entrò nella San Vincenzo che a quel tempo affidava a ciascuno il compito di seguire personalmente, con costanza, un gruppo di famiglie bisognose».

Guido fonda un gruppetto di ragazzi del circolo San Prosdocimo con gli amici di Santa Tecla.
Si sono trovate delle foto, messe in mostra, che li ritraggono festosi mentre vanno in gita chissà dove su un carretto tirato da un cavallo. E ci sono 11 numeri di un giornaletto riprodotto con i mezzi rudimentali di allora scritto dai ragazzi.
Guido inoltre recitava e insegnava a recitare nella filodrammatica e seguiva il doposcuola in maniera continuativa, offrendo anche ripetizioni di francese.

Il sito del centenario ha messo on line una gustosa memoria, intitolata “Guido Negri e noi fanciulli...” scritta nel 1979 da Agostino Stocchetti in cui ricorda con vivacità la figura del giovane vista dai suoi ragazzi che ne avevano rispetto, anche un po’ di soggezione, e autentica venerazione.

«A 19 anni – continua don Cogo – comincia il secondo capitolo della vita di Guido Negri: frequenta l’università (e subito diventa presidente della Fuci), poi entra nella scuola ufficiali di fanteria per proseguire gli studi senza gravare sulla famiglia. Arriva il periodo delle elezioni, le prime che vedono i cattolici direttamente coinvolti, e i cattolici di Este si dividono in due correnti, i “moderati” che seguono le direttive del comitato elettorale padovano e sono disponibili a fare accordi con personaggi anche non legati al mondo ecclesiale, e gli “intransigenti” che vogliono appoggiare solo personaggi “sinceramente cattolici”.
Negri appartiene a questo schieramento; il vescovo Pellizzo esige invece l’obbedienza alle direttive diocesane; Guido non ci sta. Il vescovo scioglie il circolo San Prosdocimo, il giovane esce distrutto da questa esperienza di contraddizione tra il dovere di coscienza e quello dell’obbedienza. I padri Cavanis gli offrono l’opportunità di “cambiare aria” e andare a insegnare letteratura italiana a Possagno, ma prima va a scusarsi col vescovo, che lo benedice».

Apriamo un parentesi: perché Negri assume questo forte, oneroso, conflittuale impegno pubblico? Perché gliel’ha indicato il suo direttore spirituale, padre Leopoldo, il quale gli proibisce le penitenze corporali che il giovane aveva considerato, per breve tempo, strumento di ascesi e penitenza, dicendogli: la vera penitenza di un laico cattolico è l’impegno nella vita civile.

A questo punto comincia il terzo e ultimo capitolo della breve vita di Guido Negri: nel maggio 1915 scoppia la guerra e viene richiamato alle armi. È un momento in cui i cattolici devono dimostrarsi bravi patrioti e comunque non era concepibile altra scelta. I primi mesi di guerra il giovane tenente li passa in Cadore, a scavare fortificazioni e combattere.
Il 6 settembre ha un crollo psicofisico e viene mandato in ospedale. La convalescenza è lunga e faticosa, Negri riesce, il 14 marzo 1916, a cogliere l’occasione, offerta in via eccezionale agli ufficiali, di laurearsi con l’esposizione orale della tesi.
Il 22 aprile riprende servizio come capitano, comandante della quinta compagnia del secondo battaglione del 228° reggimento di fanteria, sull’altopiano di Asiago dove sta per irrompere la Strafexpedition. «Il capitano Negri – conclude don Cogo – organizza un’affiatata compagnia di “ragazzi del ’96”, molto legata alla sua figura, tanto da consacrarsi collettivamente al Sacro Cuore di Gesù».

Lui continua a non stare bene, è febbricitante e il comando gli manda un sostituto. Ma arriva l’ordine dell’attacco sul Colombara e lui non può abbandonare i suoi soldati, non cede il comando e guida l’assalto del 27 giugno. Dopo il primo balzo si fermano, a ridosso delle linee nemiche; ha sete, chiede dell’acqua, forse si sporge un po’, viene colpito da un proiettile, muore. Il suo reparto deve ritirarsi. Le sue spoglie sono state traslate a Este nel 1934.

Gli appuntamenti

Martedì 27 giugno con il pellegrinaggio estense sull’altopiano dei Sette comuni si conclude il centenario della morte di Guido Negri, il capitano nato nella città euganea che è andato a morire quello stesso giorno, 101 anni fa, sul monte Colombara mentre guidava la sua compagnia all’assalto delle trincee austroungariche.

Il gruppo che parte alle 8 da Este parteciperà alla messa delle 10.30 nel duomo di Asiago per poi visitare nel pomeriggio la cima su cui morì. A Este è allestita da un mese in sala San Valentino e chiuderà martedì 27 giugno la mostra documentaria sul servo di Dio.

Sabato 24 alle 17 nella sala consiliare del municipio inizia un convegno su “Guido Negri, il cristiano, il cittadino” a cui partecipa lo storico Giovanni Tassani (Guido Negri e i cattolici nel contesto della grande guerra) mons. Piero Brazzale postulatore delle cause dei santi della diocesi (I tratti essenziali della sua spiritualità), mons. Danilo Serena che è stato arciprete di Este e vicario generale (Un testimone ancora attuale) e padre Gianni Festa, postulatore generale dell’ordine domenicano, che segue la causa del servo di Dio che era terziario domenicano (La causa di canonizzazione: speranze e prospettive).

Domenica 25 alle 11 viene celebrata una messa commemorativa nel duomo di Este Santa Tecla e alle 21 nella chiesa di San Martino si svolge un concerto per pianoforte e voce solista a cura di Riccardo Grotto e del musicista Luca Pegoraro intitolato “Che cosa resta? L’amore donato, spezzato e ridato nonostante la guerra. Storie di gente e lettere di Guido Negri”.
Alle manifestazioni del centenario realizzate dagli Amici di Guido Negri hanno offerto il loro patrocinio e sostegno la Città di Este, la fondazione Oic - Opera Immacolata Concezione, l’Azione cattolica vicariale estense, la sezione di Padova e il gruppo di Este dell’Ana, Associazione nazionale alpini.

«Attraverso queste importanti iniziative – commenta il presidente del consiglio comunale di Este Roberto Trevisan – auspichiamo possa riprendere l’iter della causa di beatificazione e canonizzazione del “capitano santo” che con la sua vita e le sue opere è stato, ed è tuttora, un esempio di valore morale e spirituale».

«Guido Negri – commenta il sindaco di Este Roberta Gallana – è per la città un esempio di laico impegnato e di giovane di fede. Di questi esempi hanno bisogno le giovani generazioni ma anche noi adulti, per rinforzare e non dimenticare gli autentici valori civili, sociali e religiosi». Il sito www.guidonegri.it è stato offerto e curato da Ewebfactory.

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