Il prete e l'artista, don Giancarlo Broetto e Orlando Tisato raccontati in un incontro a Sarmeola

Venerdì 20 novembre, alle 20.30 nella chiesa di Sarmeola, si svolge l'incontro “Il prete e l’artista. Don Giancarlo Broetto e Orlando Tisato: un incontro di spiritualità e creatività”. A promuovere e organizzare l'evento sono la parrocchia di Sarmeola, il comune di Rubano e l'editore Tracciati, che ha pubblicato di recente la vita di Orlando Tisato.

Il prete e l'artista, don Giancarlo Broetto e Orlando Tisato raccontati in un incontro a Sarmeola

«Tu sei stato l’uccello del pane quando io ero solo e invisibile»: con queste parole l’artista Orlando Tisato si rivolgeva in una lettera a don Giancarlo Broetto, cappellano a Noventa, dove Tisato era nato, e poi parroco a Fossò e a Saonara, dove don Broetto l’ha chiamato ad esercitare la sua ispirazione artistica, fortemente permeata, come la sua vita, di senso evangelico.
Qui sta la ragione per cui la parrocchia di Sarmeola, il comune di Rubano e l’editore Tracciati, che ne ha pubblicato la vita, organizzano per venerdì 20 novembre alle 20.30 nella chiesa di Sarmeola un incontro intitolato “Il prete e l’artista. Don Giancarlo Broetto e Orlando Tisato: un incontro di spiritualità e creatività”.

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All’incontro, in cui vengono illustrate attraverso video e testimonianze le icone di Tisato presenti nella chiesa, partecipano Sofia Tisato, autrice del volume Orlando Tisato. L’uomo e il pittore, Oscar Mason che è stato collaboratore di don Giancarlo e il compositore e maestro di musica al conservatorio di Rovigo Giorgio Pressato, anch’egli amico ed estimatore dei due personaggi. Orlando Tisato ha realizzato per la chiesa di Sarmeola varie icone, che si stagliano sulle pareti candide con i loro colori tenui eppure squillanti: a nord il Cristo con i segni degli evangelisti; a sud Santa Maria degli Angeli con i quattro arcangeli senza volto; a est la Natività con le scene dell’Incarnazione; a ovest l’Ecce homo con i misteri pasquali.
«Di queste opere – spiega Leonildo Bettio, che è tra gli organizzatori della serata – Orlando ha lasciato un commento scritto che accompagna i soggetti e i colori scelti e che sarà inserito in un audiovisivo proiettato per l’occasione, anche se uno dei principi di Orlando era di non fare didascalie e di lasciare allo spettatore lo spazio del silenzio e della fantasia. Si unirà alle voci della biografa e di due testimoni diretti del rapporto tra il prete e l’artista. Il maestro Pressato, va ricordato, nel 1995, quando furono inaugurate le opere di Tisato e il portale eseguito dallo scultore Sergio Rodella, compose un Oratorio della misericordia che fu eseguito più volte, non solo a Sarmeola, dalla corale della parrocchia e da un’orchestra. Il tema oggi d’attualità, era suggerito dal soggetto del portale». Tra Tisato e don Broetto, come si diceva, esisteva un forte legame di amicizia umana e un tenace sodalizio artistico. Un rapporto che si instaurò quando il giovane prete di Montemerlo fu mandato cappellano a Noventa, dove rimase dal 1965 al 1976. Tisato, nato nel 1926, era 13 anni più vecchio di lui e a quel tempo si trovava in America, a tentare una difficile strada artistica e spirituale. Tornerà nel 1970 ed è a una conferenza di quell’anno che i due si incontreranno per la prima volta. Di Orlando, il prete «ammira la profondità insolita dell’uomo – come scrive Sofia Tisato nel suo libro – l’evidente anelito all’Assoluto, che traspare al di là degli istrionismi e delle provocazioni».
I due si manterranno in contatto trovando spesso modi per collaborare. Quando don Giancarlo diventa parroco di Fossò commissiona a Tisato una Via crucis con due stazioni supplementari, la Discesa agli inferi e la Risurrezione, inaugurata nel 1984, e poi le Opere di misericordia, inaugurate nel 1986 quando don Broetto era già stato traferito a Sarmeola. In questo ciclo don Giancarlo aveva proposto una lunga serie di personaggi che Orlando in parte accettò, in parte rifiutò facendo di testa sua. Insieme concordarono di inserire personaggi non appartenenti al mondo cattolico come Gandhi, Albert Schweitzer, Antigone... Don Giancarlo, sotto l’apparenza di una grande bonomia e di un’umile semplicità, celava una profonda sensibilità umana, artistica e musicale. «Era lui spesso a suggerire i temi a Tisato – commenta ancora Bettio – e poi li discutevano e li approfondivano insieme».
Anche a Sarmeola don Giancarlo sollecitò l’intervento dell’artista. Qui il rapporto con il parroco, e la comunità, divenne a tratti drammatico, fino alla crisi del trattamento sanitario obbligatorio del 1994, ma si arrivò alla realizzazione delle venti icone che ora tutti possono ammirare. Don Giancarlo è scomparso il 13 ottobre 1998, portato via in tre mesi da un male incurabile; Orlando Tisato se n’è andato il 29 settembre 2010, anch’egli dopo tre mesi di severa sofferenza.

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