Sabato 7 e domenica 8 marzo le giornate nazionali dei musei ecclesiastici

Sabato 7 e domenica 8 marzo ingresso gratuito alle sale espositive del museo diocesano, al palazzo vescovile e alla scoperta della dimora cittadina del Petrarca in via Dietro Duomo. 

Sabato 7 e domenica 8 marzo le giornate nazionali dei musei ecclesiastici

Il museo diocesano partecipa alla terza edizione delle “Giornate nazionali dei musei ecclesiastici” che si svolgono sabato 7 e domenica 8 marzo in tutt’Italia, promosse dall’Amei, l’associazione che ne mette in rete 130. Per l’occasione il museo padovano offre l’ingresso gratuito alle sale espositive e al palazzo vescovile per sabato 7 dalle 14 alle 18 e domenica 8 dalle 10 alle 18.

Nel pomeriggio di sabato 7, alle ore 16, il direttore del museo Andrea Nante accompagna i visitatori alla scoperta della casa canonicale del Petrarca, affacciata su via Dietro Duomo (nella foto), in uno degli angoli più suggestivi della città. La casa è stata individuata negli anni Settanta da mons. Claudio Bellinati, al tempo direttore della biblioteca Capitolare, che ne fece oggetto di un accurato saggio ricostruendone i passaggi di proprietà e le vicende edilizie. Il suo racconto inizia da una lapide, tuttora esistente sul transetto destro della cattedrale, secondo cui lì vicino, sul lato nord della chiesa, doveva sorgere la casa canonicale assegnata a vita al poeta aretino. In realtà la residenza che occupò quando venne a Padova, nel 1349, su invito del signore della città Jacopo II da Carrara e con la mediazione del vescovo Ildebrandino Conti, sorge sul lato meridionale del duomo.

Le case canonicali erano proprietà del Capitolo della Cattedrale e venivano cedute in possesso a vita ai canonici in base all’anzianità di residenza. Il fatto che il Petrarca sia riuscito a ottenerla appena fatto canonico è probabilmente dovuto alle pressioni del Carrarese, che aveva già predisposto le “spontanee” dimissioni da canonico di un suo parente, proponendogli una permuta vantaggiosa. In questa casa, dotata di otto camere, quattro per piano, uno studio e uno studiolo, due caneve, una corte, una stalla per i cavalli, un pollaio, un pozzo e tre depositi il poeta visse per almeno una decina d’anni, anche se intercalati da vari viaggi; qui dove era riunita la sua biblioteca lavorò agli ultimi capolavori, all’Africa, al Canzoniere, ai Trionfi; qui stese il suo testamento, redatto di sua mano nella “domus ecclesiae” in cui abitava, usando esattamente la dicitura degli statuti capitolari.

Alla sua morte, nel 1364, la casa rimase 14 anni senza assegnazione, forse a causa di un contrasto tra Capitolo e Carraresi, passando poi a Giovanni Enzegnarati, poi arciprete della cattedrale, che vi venne ad abitare, e quindi al nuovo arciprete Francesco Zabarella. Bellinati documenta i numerosi passaggi di mano in mano per concentrarsi poi sugli anni attorno al 1550 quando la casa corse il pericolo più grave, quando, a causa dei lavori per la costruzione del nuovo coro della cattedrale e della strada attorno, fu in parte demolita, «col massimo cordoglio dei letterati forestieri e dei cittadini padovani» come scrive una memoria conservata nella Capitolare. Anche il letterato Sperone Speroni pronunciò un’orazione in sua difesa, ma invano. Nel 1975 quanto rimane della casetta dopo il parziale abbattimento, affacciata su via Dietro Duomo, è stato restaurato.

Nell’occasione sono stati trovati affreschi trecenteschi che comprendono: un fregio a foglie di palma alternate a uno stelo di giglio e, nella parte superiore, una cinta muraria intervallata da tre torri. Nella parte bassa alcuni frammenti rivelano una coppia di centauri e particolari di un uomo a cavallo. Oggi la casa è utilizzata dal museo diocesano per la biblioteca e per i seminari legati alle sue attività di animazione. L’auspicio sarebbe quello di poterla inserire in un itinerario petrarchesco cittadino, magari realizzandovi una piccola mostra che comprenda il testo del testamento qui redatto. Informazioni e prenotazioni (obbligatorie): 049-8761924 - www.museodiocesanopadova.it

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