Elezioni: battere l'astensionismo per far vincere l'Italicum

Recuperare il rapporto con i cittadini deve essere il vero obiettivo delle forze politiche da qui al prossimo appuntamento con il voto, molto probabilmente dopo il luglio 2016, mese in cui entrerà in vigore l'Italicum, la legge elettorale appena approvata dal parlamento. Riportare l'astensionismo nei limiti fisiologici sarebbe la migliore delle garanzie democratiche.

Elezioni: battere l'astensionismo per far vincere l'Italicum

L’efficacia di ogni legge elettorale richiede la prova delle urne. Quindi per valutare appieno l’Italicum, la legge elettorale approvata dal parlamento italiano, dovremo aspettare almeno il mese di luglio del 2016, termine stabilito perché nel frattempo possa essere approvata la legge costituzionale di modifica del senato. Nel frattempo, mentre i costituzionalisti e gli esperti di sistemi elettorali continueranno ad offrirci illuminanti interpretazioni e previsioni, possiamo concentrarci su un solo punto, quello forse più delicato sotto il profilo della rappresentatività e della pienezza del mandato elettorale. Quello cioè relativo all’attribuzione del premio di lista (340 seggi su 630), nel caso una lista conquisti al primo turno un bottino di voti superiore al 40 per cento del totale o se vinca il ballottaggio fra le prime due forze classificate. 

Un partito, complice anche la frammentazione del quadro politico dovuto alla soglia minima del 3 per cento, potrebbe teoricamente assicurarsi il premio di lista anche avendo ottenuto al primo turno elettorale un consenso relativamente basso. Ipotesi non remota e temuta ad esempio nella recente tornata elettorale inglese, ma poi contraddetta dai fatti, grazie alla prova di forza dei conservatori di Cameron. Ma l’ipotesi è sul campo ed esorcizzarla non serve. Piuttosto, conviene ragionare sulle contromisure democratiche, partendo però dalla consapevolezza che i nostri legislatori hanno voluto dare una forte connotazione bipartitica alla riforma elettorale. E nei sistemi politici bipartitici di marca anglosassone non fa scandalo il premio consistente che viene attribuito alla forza vincente, anche in presenza di una scarsa partecipazione al voto. 

Ma proprio qui sta uno dei punti critici. L’Italia è approdata solo in anni recenti ad un alto astensionismo, complice la disaffezione verso un sistema politico delegittimato dalle inchieste giudiziarie e sostanzialmente incapace di autoriformarsi. Un recupero degli astensionisti in una dimensione fisiologica sarebbe, a ben pensarci, la soluzione per rendere ancor più accettabile l’Italicum e il suo premio di lista. Se infatti gli elettori tornassero numerosi alle urne, aumenterebbe di gran lunga la reale capacità di rappresentare effettivamente la base elettorale sia del partito vincente sia del principale oppositore. Paradossalmente, il tempo che resta ai principali partiti italiani rispetto al prossimo appuntamento elettorale nazionale dovrebbe essere impegnato innanzitutto per recuperare il rapporto con gli elettori. Perché è del tutto evidente che maggiore sarà il numero degli elettori, minore sarà il rischio di veder governare un partito con un bassissimo bottino di voti popolari. E a pensarci bene, questa è la migliore arma che abbiamo noi semplici cittadini elettori per rendere efficace l’equilibrio politico determinato dall’Italicum. 

Certo, molto dipenderà dalla capacità delle principali forze in campo, di riconquistare un rapporto sano e di fiducia con gli elettori. Purtroppo, e questo va detto con rammarico, il sistema politico italiano appare ancora immerso in una faticosa transizione. Se un competitor, il Partito democratico, in questo momento è già della partita. Altrettanto non si può dire degli altri protagonisti. Al momento i sondaggi danno in vantaggio, nell’attuale campo dell’opposizione, il Movimento 5Stelle. Certo, in tal caso non ci troveremmo dinanzi ad un bipartitismo di stampo europeo con progressisti e conservatori (oppure democratici e repubblicani) in campo. Anche se, con il progetto del Partito della nazione di Matteo Renzi, sarebbe legittimo un interrogativo: chi potrà dirsi di destra e chi di sinistra? Staremo a vedere, augurando ai partiti di riconquistare la fiducia degli elettori con programmi convincenti e rispettosi del dna del corpo elettorale. Cioè dei suoi valori e delle sue migliori tradizioni culturali.

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Parole chiave: elezioni (169), astensionismo (7), italicum (10)
Fonte: Sir