XXXII Domenica del tempo ordinario *Domenica12 novembre 2017

 Matteo 25, 1-3

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Piccoli vasi

Può risultare difficile addentrarsi in questo vangelo, perché c’è qualcosa di apparentemente stonato, da qualsiasi parte si affronti la scena. La parabola descritta da Gesù mostra una umanità animata da personaggi che appaiono antipatici e sgradevoli. Sembra non salvarsi nessuno. C’è un signore che dovrebbe essere al massimo della gioia perché si appresta a sposarsi e invece con una crudeltà inaudita guarda i suoi e li rifiuta, li disconosce, li disereda. Ci sono delle vergini convocate per queste nozze e che non fanno quello per cui sono state chiamate. Ci sono poi delle vergini che hanno invece curato tutti i preparativi per la festa ma che poi si dimenticano ogni parvenza di carità e lasciano arrangiarsi quelle che sono nel bisogno. Sembra un dipinto non proprio esaltante. Probabilmente dobbiamo leggere l’episodio e guardare quello che succede non concentrandoci su quello che fanno i protagonisti della parabola, bensì su quello che sono.

Quando Gesù propone all’attenzione le vergini sagge non sta facendo nessun moralismo. Non sta dicendo cosa bisogna fare o non fare. Sta dicendo come dobbiamo essere. La parabola illustra come siamo e come funzioniamo. Questo spiega la gravità e la pesantezza della scena. Tante volte nei vangeli abbiamo incontrato Gesù di fronte a peccatori, a gente che ha commesso sbagli ed errori. Gente che viene salutata da Gesù con frasi come «va in pace!». Qui l’atteggiamento del Signore appare molto diverso. La frase che esce dalla sua bocca è: «Io non so chi sei, non so cosa vuoi e non ho niente a che spartire con te!». Qui il Signore non sta guardando le azioni, sta guardando l’essenza, perfettamente rappresentata da quell’olio. L’olio della parabola serve per far andare avanti le nozze, che rappresentano il regno di Dio. Fuor di metafora l’olio è tutto quanto serve per farmi andare avanti, per continuare, per darmi la forza di perseverare, anche nei momenti di fatica e difficoltà. Magari oggi non ci penso perché sto bene, però a volte diventa duro arrivare al giorno successivo. Può diventare lungo il nostro trascorrere dei giorni. Troppi imprevisti, sorprese, fuori programma. Troppi conti salati che la vita a volte presenta. Ma anche le cose più belle, i programmi, i progetti, gli interessi e le passioni, tutto richiede una forte carica di energia. Gesù si sente di doverci mettere in guardia.

Gesù suggerisce che le nostre energie non sono inesauribili. Vanno continuamente rinnovate. Le vergini stolte assomigliano a persone che si sono messe in strada per un lungo viaggio con la macchina in riserva. Gesù si accorge di avere davanti una umanità che si ostina a intraprendere decine di sentieri diversi anche con mezzi assolutamente in riserva. Con questa parabola invita a chiederci perché lo facciamo. Perché continuiamo a dirci «avrei bisogno di un po’ più di tempo per me» e non facciamo mai niente per prendercelo questo tempo? Invece il Signore ci ha regalato quel tempo proprio perché noi potessimo trasformarlo in olio. E va fatto, perché altrimenti quando arriverà finalmente il momento di celebrare le nozze della parabola il Signore non potrà riconoscerci, ma perché effettivamente non saremo noi stessi. Avremo vissuto una vita che non era la nostra, ci saremo nutriti di tanti cibi diversi ma non di quelli che dovevano farci del bene. La prima, e probabilmente anche l’unica cosa da fare, è invece ricercare la fonte di quell’olio, che sarà poi la nostra fede, il nostro rapporto con Dio. Da lì infatti seguirà tutto il resto.

Giustamente le vergini sagge non possono privarsi del loro olio: è quello che serve a loro per vivere. Quell’olio è la parte più vitale, quella che è animata dalla nostra immagine e somiglianza con Dio. Quella che ci permette di tirare fuori da noi tutto il nostro potenziale. Con quell’olio le vergini possono donare la luce delle loro lampade agli altri, possono donare il calore della fiamma. L’olio no: quello serve a loro per poter funzionare. Senza, avrebbero smesso di funzionare. Avrebbero smesso anche di fare luce e di emanare calore, e gli altri sarebbero rimasti al buio e al freddo. Gesù vuole evitarci tutto questo.

Ci si potrebbe spaventare pensando che può essere difficile a volte trovare questo benedetto olio. In realtà nella parabola l’unico particolare incoraggiante sta proprio nella descrizione di questo olio. Se si presta attenzione si dice che le vergini sagge portano con sé l’olio in piccoli vasi. Piccoli! Non dobbiamo strafare: quello che ci serve è poco. Di fronte a tanti pensieri e parole che hanno a che fare con la spiritualità a volte si prende paura. In realtà il nostro Signore non ci chiede cose stratosferiche: ci richiede quello che serve per alimentare noi stessi. Per Dio è sufficiente uno sforzo piccolo, delle piccole attenzioni, dei piccoli momenti. Costruiti con criterio però. Tantissimi santi sono stati figure imponenti pur non uscendo quasi mai dai loro conventi; tantissimi genitori hanno educato alla grande i loro figli rimanendo nelle normalità delle loro case. Il vasetto può essere piccolo quanto si vuole, ma se dentro c’è l’olio il Signore è con noi.

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