I rabbini d’Europa col papa: antisemitismo e violenze sui cristiani, condanna unanime

«Ogni cristiano – ha detto Francesco – non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà». Il rabbino francese Moché Lewin sui cristiani d'Oriente: «Deve essere condannata con forza ogni forma di persecuzione. Chiedere ai governi di agire per fermare questo massacro perché se si lascia fare, si rischia di arrivare al genocidio».

I rabbini d’Europa col papa: antisemitismo e violenze sui cristiani, condanna unanime

I leader religiosi uniti contro ogni forma di violenza, contro il dilagare in Europa dell’antisemitismo e della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente. Di questo i rabbini europei hanno parlato nel loro primo incontro con papa Francesco.
A guidare la Conferenza dei rabbini europei sono il gran rabbino di Mosca, Pinchas Goldshmidt, e il rabbino francese, Moché Lewin, rispettivamente presidente e direttore esecutivo dell’organizzazione. L’incontro avviene alla vigilia del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate e nel giorno in cui a Roma la Comunità ebraica piange Elio Toaff, il rabbino che con Giovanni Paolo II ha aperto pagine nuove di riconciliazione e stima reciproca.
Nonostante il dialogo tra i credenti si sia in questi anni rafforzato, nuove ombre stanno oscurando oggi il nostro pianeta: l’estremismo di matrice islamica sta seminando vittime in molte parti del mondo. I cristiani sono la popolazione maggiormente presa di mira e in Europa l’allarme antisemitismo è in crescita in modo preoccupante.

I numeri forniti dal “Centro Kantor” della “Tel Aviv University” sul dilagare dell’antisemitismo in Europa e nel mondo sono allarmanti: il 2014 è stato uno dei peggiori anni dell’ultimo decennio con un aumento di quasi il 40% di “atti violenti” contro ebrei o istituzioni ebraiche. Il numero complessivo di atti è arrivato alla cifra record di 766 con un aumento del 38% rispetto al 2013.
La maggior parte dei casi è stata registrata in Francia (164) e in Gran Bretagna (141). Consistenti aumenti anche in Germania (da 36 a 76), Svezia (da 3 a 17) e Australia (da 11 a 30). Triplicato il numero di incendi dolosi, 412 gli episodi di vandalismo. Oltre 306 le persone rimaste colpite negli attacchi con un incremento del 66%. Ben 114 gli attacchi alle sinagoghe.
Anche le manifestazioni non violente di chiara impronta antisemita sono in netto aumento: in questo caso il maggior numero di manifestazioni si sono registrate in Francia e Germania. Purtroppo anche l’Italia non fa eccezione al trend mondiale, con un raddoppio degli episodi passati da 12 a 23.

Papa Francesco e i rabbini europei vivono con la stessa preoccupazione le tendenze antisemite in corso
«Ogni cristiano – ha detto il papa – non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà».
L’Europa è chiamata oggi a rileggere le pagine della sua recente storia. Sono passati solo 70 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz e «la memoria di quanto accaduto, nel cuore dell’Europa – ha detto il papa – serva da monito alla presente e alle future generazioni».

La paura è tornata
L’odio con sfondo etnico e religioso ha ripreso a scuotere le città. Il rabbino francese Moché Lewin, direttore esecutivo della Cer, si sofferma a parlare sulla situazione francese dopo gli attentati di Parigi: «Oggi davanti a tutte le scuole ebraiche ci sono militari e potete immaginare cosa significhi per noi portare i nostri figli di 5 e 6 anni a scuola con persone che per difenderci hanno la mitragliatrice in mano».
E aggiunge con fermezza: «Tutti i responsabili religiosi devono lottare contro tutti gli estremismi. Dobbiamo chiedere ai leader spirituali di bandire dalle predicazioni tutto ciò che può condurre all’odio e alla violenza».

Altro tema caldo affrontato con papa Francesco è la persecuzione vissuta dai cristiani in molte parti del mondo e, in particolare, in Medio Oriente
Il rapporto 2014 del Pew Research Center rivela che gli attacchi alle persone di fede sono compiuti di più contro i cristiani che contro qualsiasi altro gruppo religioso.
Tra il 2006 e il 2012, i cristiani sono stati colpiti da persecuzioni o discriminazioni in 151 dei 193 stati membri delle Nazioni Unite. Nella sua adizione alle Nazioni unite, l’Osservatore permanente della Santa Sede monsignor Bernardito Auza ha ricordato che sono tra 100 e 150 milioni i cristiani perseguitati nel mondo di oggi.

Piena solidarietà hanno espresso i rabbini europei al papa per la situazione vissuta dai cristiani d’Oriente: «Deve essere condannata con forza ogni forma di persecuzione – incalza il rabbino Lewin – e soprattutto chiedere ai governi di agire per fermare questo massacro perché se si lascia fare, si rischia di arrivare al genocidio. Non amo fare comparazioni tra i genocidi. Ma non dobbiamo permettere che ci siano in atto simili persecuzioni. E noi che abbiamo vissuto questo tipo di dramma e di genocidio, dobbiamo essere i primi a condannare. Siamo testimoni e sappiamo dove può arrivare l’odio».

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Fonte: Sir