Il papa alla curia romana: «guardatevi dalle malattie dello spirito»

Sentirsi indispensabili, vanagloria, chiacchiere e pettegolezzi, indifferenza verso gli altri, circoli chiusi, profitto mondano ed esibizionismi. Ecco alcune delle "malattie" da cui guardarsi nel lavoro di Curia. Ma vale per ogni cristiano…

Il papa alla curia romana: «guardatevi dalle malattie dello spirito»

Papa Francesco ha incontrato nella Sala Clementina in Vaticano la Curia romana: un’occasione per gli auguri natalizi e un’ampia riflessione sul servizio curiale. La Curia – ha detto – «è chiamata a migliorare, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. Eppure essa, come ogni corpo» è «esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all’infermità. E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, malattie curiali». Il papa ha elencato: la malattia del sentirsi «immortale», «immune» o addirittura «indispensabile»; la malattia del «martalismo» (che viene da Marta), ovvero «dell’eccessiva operosità»; la malattia dell’«impietrimento» mentale e spirituale, «ossia di coloro che posseggono un cuore di pietra».
E ancora, oltre alla eccessiva «pianificazione», alla «vanagloria», alla «schizofrenia esistenziale», ha aggiunto «la malattia dell’Alzheimer spirituale», ossia «della dimenticanza della storia della salvezza, della storia personale con il Signore».
«Si tratta di un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie».
Papa Francesco parlando alla Curia ha inoltre messo in guardia dalla «malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi», dal «divinizzare i capi», dall’indifferenza «verso gli altri» («quando ognuno pensa solo a se stesso e perde la sincerità e il calore dei rapporti umani»), dalle facce funeree, «dall’accumulare», dai «circoli chiusi», dalla «malattia del profitto mondano, degli esibizionismi».

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Fonte: Sir